Naspi 2021, come può cambiare la disoccupazione per gli over 55 e autonomi

Settimana decisiva per la riforma degli ammortizzatori sociali, tra i quali rientra l'estensione dell'indennità di disoccupazione

Lo sblocco dei licenziamenti, sospesi durante le fasi più acute della crisi da Covid-19, comincia a provocare i primi effetti e il ministro del Lavoro corre ai ripari accelerando sull’allargamento e potenziamento degli ammortizzatori sociali. La riforma prevista nel Pnrr potrebbe vedere la luce nei prossimi giorni con un nuovo sistema di tutela “universale” a tutti i lavoratori, in ogni settore e a prescindere dalle dimensioni dell’impresa.

Naspi 2021, come può cambiare la disoccupazione per gli over 55 e autonomi: la riforma

Tra i punti centrali allo studio del ministro del Lavoro Andrea Orlando, la possibilità di intervenire sull’indennità di disoccupazione Naspi: da una parte aumentando l’importo dell’assegno e allungandone la durata fino a 36 mesi per i lavoratori con più di 55 anni, dall’altra estendendo la copertura anche agli autonomi, che oggi non rientrano nella misura. Si tratterebbe di circa 4 milioni di persone con o senza partita IVA.

Per questa categoria potrebbe, infatti, non bastare l’indennità di luglio dell’Iscro, il nuovo ammortizzatore sociale introdotto in via sperimentale dall’Inps fino al 2023, che riconosce ai disoccupati dai 250 a un massimo di 800 euro al mese.

Con l’obiettivo di tutelare i lavoratori in difficoltà economica a causa degli effetti dell’epidemia da Covid-19, la Naspi è stata prolungata nel Dl Sostegni bis per tutto il 2021 senza riduzione progressiva mensile del 3%.

Altro nodo cruciale della riforma è l’estensione delle coperture per i lavoratori delle imprese fino a 5 dipendenti, oggi scoperti sia dalla Cig sia dai fondi bilaterali e di integrazione salariale (Fis), e l’incremento di quelle a disposizione delle aziende fino a 15 dipendenti.

Naspi 2021, come può cambiare la disoccupazione per gli over 55 e autonomi: le risorse

Il testo del ministero del Lavoro parte dall’accordo stretto con le sigle sindacali a fine giugno sul blocco dei licenziamenti. Le risorse per il provvedimento dovrebbero arrivare dall’accantonamento del programma cashback che permetterebbe di racimolare circa 1,5 miliardi. Tutte le parti sociali spingono per l’applicazione nel più breve tempo possibile insieme all’attuazione delle politiche attive del lavoro e dei percorsi di formazione.

“La riforma mira a garantire tutti i lavoratori, creando un sistema di tutela universale, ma in grado di cogliere la strutturale elasticità delle dinamiche dei diversi settori produttivi, consentendo in tal modo un adeguamento dei trattamenti, differenziandoli secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende”, ha spiegato il ministro Orlando in Parlamento rispondendo sul tema.