Quanto guadagna un host di Airbnb e quanto paga di tasse

Per diventare un host Airbnb e guadagnare basta registrarsi al sito e usare la creatività per fare un annuncio invitante per chi cerca una sistemazione

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Nel panorama dell’ospitalità moderna, Airbnb si è affermato come una soluzione innovativa per coloro che desiderano monetizzare spazi inutilizzati. Il processo per diventare un host, cioè un proprietario che mette in affitto camere o interi appartamenti, inizia con la creazione di un annuncio sulla piattaforma. Questa operazione non ha costi iniziali, dato che Airbnb applica una commissione solo sul prezzo per notte.

L’efficacia dell’annuncio è cruciale deve fornire dettagli chiari sulla posizione, il tipo di alloggio e il numero di stanze e bagni a disposizione. La qualità delle foto è altrettanto importante, dovendo queste catturare l’attenzione degli ospiti pur rimanendo fedele alla realtà dell’alloggio. Ma quanto guadagna un host a conti fatti?

Come preparare l’alloggio per Airbnb

Prima di capire quali sono i potenziali guadagni provenienti dagli affitti online, bisogna sapere che ci sono alcuni dettagli logistici di cui bisogna occuparsi. Gestire il calendario di disponibilità e decidere il prezzo giornaliero sono passaggi chiave per il successo. Prezzi smart è uno strumento che Airbnb mette a disposizione per ottimizzare le tariffe.

È importante anche conoscere le normative locali riguardanti l’home-sharing, per garantire la conformità con le leggi vigenti, che possono variare considerevolmente. In Italia, ad esempio, è stata approvata a fine 2023 la norma che impone la cedolare secca per gli affitti brevi.

La preparazione dell’alloggio è un altro aspetto fondamentale. Bisogna pensare a:

  • la pulizia approfondita delle stanze;
  • la rimozione degli oggetti di valore;
  • la fornitura di prodotti essenziali per gli ospiti come asciugamani, sapone, carta igienica, acqua, cibo.

Aggiungere dettagli come un manuale della casa, contenente le regole, la password del Wi-Fi e le informazioni sul quartiere, oppure un piccolo regalo di benvenuto può notevolmente migliorare l’esperienza dell’ospite.

Bisogna essere fisicamente presenti?

Organizzare un sistema efficiente per il check-in e il check-out è di vitale importanza. L’uso di sistemi come cassette di sicurezza o serrature elettroniche può semplificare il processo e permette agli host di non dover essere sempre a disposizione degli ospiti o recarsi fisicamente all’alloggio per accoglierli.

Fornire istruzioni chiare e dettagliate attraverso l’app di Airbnb aiuta a garantire un’esperienza fluida e senza stress per gli ospiti. Diventare un host è dunque un’operazione molto semplice ma che richiede attenzione ai dettagli, dalla creazione dell’annuncio alla gestione degli spazi e all’accoglienza degli ospiti. Ma cosa bisogna attendersi a livello di entrate?

costi servizio airbnb
Quali sono i costi di servizio di Airbnb?

Come decidere la tariffa e quanto va ad Airbnb

La tariffa di un host di Airbnb prevede una quota base a cui bisogna sommare costi aggiuntivi come le spese di pulizia e i supplementi per ospiti extra. Considerando un prezzo di 100 euro a notte più 50 euro per le spese di pulizia, l’importo totale ammonta a 150 euro.

Da questa cifra, è necessario sottrarre i costi del servizio di Airbnb, che corrispondono al 3% del subtotale della prenotazione. Nel nostro esempio, su un prezzo di 150 euro, Airbnb trattiene 4,5 euro, lasciando all’host 145,5 euro. Almeno in teoria. Questo è infatti l’importo prima delle tasse.

Attenzione però al prezzo visualizzato dall’ospite, che non corrisponde al ricavo dell’host. Gli utenti di Airbnb pagano anche i costi del servizio che si aggirano attorno al 14% del subtotale della prenotazione. Questo significa che il prezzo esposto nell’annuncio sarà superiore a quello che l’host effettivamente ha stabilito inizialmente e prevede di guadagnare.

Cedolare secca sugli affitti brevi: come funziona

In Italia da dicembre 2023 si applica la cedolare secca per gli affitti brevi al 21% o maggiorata al 26% – quest’ultimo caso se si affittano più immobili. In realtà il legislatore ha stabilito che è Airbnb, in qualità di sostituto d’imposta, a prelevare questa percentuale. Pertanto l’host non deve versarla in autonomia, ma può decidere la tariffa tenendo conto dell’imposta.

Per fare l’host è necessaria la partita Iva?

Se si svolge questa attività con continuità e non in maniera occasionale è necessario aprire un partita Iva con codice Ateco 55.20.51, che identifica Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence.