(Teleborsa) “Eccessivamente ottimistica”: con questa motivazione l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) non ha validato la previsione sul Pil del 2019 contenuta nella nota di aggiornamento del Def. Lo ha sottolineato il presidente, Giuseppe Pisauro, in audizione alle Commissioni Bilancio. Dall’aumento dello spread registrato negli ultimi mesi, inoltre, deriva una maggiore spesa per interessi di 17 miliardi di euro tra il 2018 e il 2021.
Altra grana, dunque, per il governo gialloverde e per il ministro dell’economia Giovanni Tria che mercoledì mattina, alle 10, tornerà davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato per fornire ulteriori chiarimenti.
Il precedente con Padoan nel 2016 – Tuttavia c’è un precedente, anche piuttosto recente. La non validazione del quadro macro non è una novità. Era già successo, infatti, nel 2016 con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che in quell’occasione non modificò la nota di aggiornamento al Def spiegando le ragioni ma superò il contrasto con l’Upb modificando le ipotesi di manovra.
M5s: “E’ atto di guerra, ma non ci fermeranno” – “L’Ufficio parlamentare di bilancio si è rifiutato di validare la nostra Nota al Def, che per la prima volta dopo tanti anni presenta stime di crescita prudenti”. Si legge sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle, che rincara la dose: “Ricordiamo bene chi ha nominato Giuseppe Pisauro, Alberto Zanardi e Chiara Goretti, rispettivamente Presidente e consiglieri dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo teoricamente indipendente che valuta le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo. Furono Pietro Grasso e Laura Boldrini nell’aprile 2014, durante il governo Renzi. Cosa potevamo aspettarci da un organismo che risponde ancora ad una ex maggioranza oggi ridotta a rabbiosa opposizione?”
E poi ancora: “Veniamo da un recente passato in cui i governi gonfiavano sistematicamente le stime di crescita per promettere alla Ue un deficit più basso di quello poi realizzato a consuntivo. Ora il governo stima una crescita per il 2019 di soli 0,6 punti piu’ alta di quella prevista a bocce ferme (+1,5 invece di +0,9) nonostante le tante misure espansive proposte (investimenti produttivi, reddito di cittadinanza, detassazione per le imprese). E l’Upb che fa? Ci boccia le stime!. Si conferma un organismo tutt’altro che indipendente, che giudica i documenti finanziari in base ad obiettivi strettamente politici. Questi veri e propri atti di guerra non ci fermeranno. La manovra del popolo andrà avanti, perché ciò che abbiamo promesso, e per cui siamo stati votati insieme alla Lega da 17 milioni di italiani, va realizzato. Senza se e senza ma”.
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