In pensione con 5 anni di anticipo: il Governo conferma e rafforza il contratto di espansione

Con la Finanziaria 2021 il Governo vuole rafforzare il contratto di espansione, supportando aziende e lavoratori nello "scivolo" pensionistico

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Nella bozza della Legge Finanziaria, al centro delle discussioni delle varie Commissioni della Camera dei Deputati, emerge un focus significativo sulla proposta di ridefinizione del contratto di espansione. Si tratta di un accordo tra le imprese e il Governo che potrebbe consentire ai dipendenti delle società partecipanti di andare in pensione con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa attuale. Questo strumento mira a favorire una maggiore flessibilità e adattabilità del sistema pensionistico, consentendo contemporaneamente alle aziende di ristrutturare il proprio personale e di procedere con nuove assunzioni.

L’intento di questa proposta è quello di promuovere un maggiore equilibrio tra le esigenze delle imprese e i diritti dei lavoratori, offrendo incentivi per la riorganizzazione delle risorse umane e per l’ottimizzazione delle strategie di gestione del personale. Inoltre, questa ridefinizione del contratto di espansione potrebbe rappresentare un’opportunità per i dipendenti di accedere alla pensione in modo più precoce, consentendo loro di godere di un maggiore periodo di riposo e di una maggiore sicurezza economica.

Scivolo pensionistico di cinque anni con il contratto di espansione

Il contratto di espansione è stato introdotto nella legislazione del nostro Paese dal Decreto Legge 34 del 2019 e si concretizza in un accordo tra azienda e Governo sulla ristrutturazione del personale. Fino a oggi, il contratto di espansione poteva essere richiesto solamente da aziende con almeno 1.000 dipendenti; con la revisione operata dall’Esecutivo con la Legge di Bilancio 2021, il contratto di espansione può essere richiesto e sottoscritto anche da aziende con un minimo di 500 dipendenti (anche se è in discussione un’ipotesi di estenderlo alle aziende con 250 dipendenti).

Oltre alla riqualificazione del personale già assunto (“pagata” dallo Stato con lo strumento della Cassa Integrazione), il Contratto di espansione garantisce anche uno scivolo pensionistico di 60 mesi a dipendenti ormai prossimi alla pensione. Lo scivolo è accessibile sia a chi ha maturato il diritto alla pensione “anticipata”, sia a chi ha almeno 62 anni e non vorrebbe lavorare fino ai 67. A differenza di quanto previsto dalla precedente versione dell’accordo, con le modifiche che il Governo vorrebbe introdurre, due anni di “scivolo” verrebbero pagati dallo Stato tramite la NaSPI, gli altri tre anni restano a carico dell’azienda.

Affinché venga sottoscritto dal Governo, la bozza di contratto di espansione prospettata dall’azienda deve contenere anche un piano di assunzioni a parziale copertura dei pensionamenti anticipati.

In pensione con cinque anni di anticipo con il contratto di espansione: gli effetti sulla pensione

Le proposte di modifica in fase di valutazione da parte dell’Esecutivo e del Parlamento riguardano una revisione del sistema pensionistico che mira a garantire un assegno pensionistico proporzionato agli anni effettivi di contributi versati dai lavoratori. In base a queste proposte, coloro che hanno diritto alla pensione di vecchiaia vedranno l’assegno pensionistico fissato al momento della stipula dell’accordo, mantenendo quindi lo stesso importo nel corso del tempo. I lavoratori che hanno accumulato il numero completo di anni di contributi richiesti per il pensionamento, invece, non subiranno alcuna riduzione dell’assegno pensionistico. Questa revisione mira a garantire un trattamento equo per tutti i lavoratori in base al loro contributo effettivo al sistema previdenziale, riducendo al contempo il rischio di penalizzazioni per coloro che hanno lavorato per un numero maggiore di anni e contribuito in modo più sostanziale al sistema. Le proposte in esame riflettono la volontà del governo e del Parlamento di riformare il sistema pensionistico per renderlo più equo, sostenibile e adatto alle esigenze dei lavoratori. Tale revisione potrebbe avere un impatto significativo sulle prospettive pensionistiche dei lavoratori e rappresenta un passo importante verso la creazione di un sistema previdenziale più giusto e affidabile per tutti i cittadini.