Dichiarazione dei redditi: ecco a chi va il 2×1000 del finanziamento ai partiti

Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ora è possibile scegliere a chi destinare la quota con la dichiarazione dei redditi. Ma chi ne beneficia?

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quanto hanno incassato nel 2023 grazie al 2×1000 i vari partiti politici. A raccogliere la quota più alta dei finanziamenti pubblici grazie a questo strumento è stato il Pd, che nel 2023 è riuscito a raccogliere qualcosa come 8,1 milioni di euro. Segue Fratelli d’Italia, che è riuscito a racimolare qualcosa come 4,8 milioni di euro. Al terzo posto troviamo il Movimento Cinque Stelle, che è riuscito a portare a casa una cifra pari a 1,8 milioni di euro.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo come il 2×1000 sia riuscito ad impattare nelle tasche dei vari partiti politici.

2×1000: quanto hanno incassato i partiti politici nel 2023

Senza dubbio al Pd spetta la fetta più grossa del 2×1000: ben 8 milioni di euro. Il Partito Democratico, in buona sostanza, è riuscito ad aumentare le proprie risorse rispetto allo scorso anno, quando era riuscito a portare a casa una cifra leggermente più modesta: 7 milioni e 346 mila euro, che corrispondono al 22,24% delle scelte. Questa volta, invece, per il Pd le scelte sono state pari al 30,40%.

Fratelli d’Italia si colloca al secondo posto

La seconda posizione la conquista Fratelli d’Italia, che riesce a racimolare qualcosa come 4,8 milioni di euro, che corrispondono al 19,9% delle scelte effettuate dai contribuenti. Il partito guidato da Giorgia Meloni l’anno scorso era riuscito ad incassare 132.000 euro, pari al 16,3%. Fratelli d’Italia cresce sia dal punto di vista della raccolta economica, che da quella delle scelte effettuate dai contribuenti.

2×1000: a fare il botto è il Movimento 5 Stelle

Al suo primo anno di finanza pubblico – in precedenza aveva deciso di tenersi fuori dai finanziamenti pubblici – il Movimento 5 Stelle è riuscito a totalizzare qualcosa come 1,8 milioni di euro, che corrispondono al 10 % delle scelte effettuate dai contribuenti.

Italia viva, Lega e Azione

A seguire troviamo Italia Viva di Matteo Renzi, che con i suoi 1,1 milioni di euro ed il 3,3% delle opzioni risulta essere al quarto posto. Al quinto posto c’è la Lega guidata da Matteo Salvini, che si è fermata poco sotto ad Italia Viva incassando 1,2 milioni di euro. Si ferma a 1 milioni di euro con il 2,2% delle scelte Azione di Calenda.

A seguire la Lega di Matteo Salvini che si ferma poco sotto Italia viva un po’ sotto rispetto agli 1,2 milioni dello scorso anno. Sotto la Lega c’è Azione di Calenda con 1 milione di euro e il 2,2% delle opzioni.

2×1000: come funziona

Come ricorda l’Agenzia delle Entrate, per scegliere a chi destinare la quota del 2×1000 il contribuente deve indicare espressamente il codice del partito prescelto nell’apposita scheda e apporre la propria firma. La scelta è limitata ad un solo partito politico che compare nell’elenco ufficiale.

In caso di mancata scelta, le risorse economiche resteranno nelle casse dell’Erario a titolo di Irpef. Ciò fa comprendere la differenza sostanziale tra questa contribuzione volontaria e l’8×1000, destinato alle confessioni religiose, il cui ‘inoptato’ non resta nelle disponibilità del contribuente ma non viene neanche ripartito tra i vari beneficiari della disciplina.

Se si analizzano le cifre sul totale dei contribuenti, infatti, si scopre che la scelta a chi destinare il 2X1000, in realtà, interessa a ben pochi italiani. Il Partito Democratico è scelto solo dall’1,47% dei contribuenti mentre gli altri partiti sono tutti sotto l’1%.