La data da cerchiare in rosso è il 14 febbraio: entro quel giorno dovrebbe essere infatti notificata allo Stato italiano la sentenza della Corte di Giustizia Ue che impone il recupero dell’Ici non versata sugli immobili degli enti no profit destinati, in parte, ad attività commerciali. In ballo – secondo stime citate dal Sole 24 Ore e riprese da un articolo in merito di Alberto Battaglia su Wall Street Italia – ci sono non meno di 5 miliardi di euro.
La sentenza risale allo scorso novembre, ed ha ribaltato la decisione della Commissione Ue del 9 dicembre 2012 secondo la quale il recupero delle imposte sugli immobili, data la complessità del calcolo retroattivo sulle superfici “paganti”, sarebbe stato materialmente impossibile.
Il problema del calcolo dell’Ici non pagata nasce dal sistema introdotto dalla legge varata dal governo Monti nel 2012, che prescriveva: “Qualora l’unità immobiliare abbia un’utilizzazione mista, l’esenzione [dell’Imu] si applica solo alla frazione di unità nella quale si svolge l’attività di natura non commerciale, se identificabile attraverso l’individuazione degli immobili o porzioni di immobili adibiti esclusivamente a tale attività”. Il problema che la Commissione aveva evidenziato stava nell’impossibilità di individuare retroattivamente le parti d’immobile adibite a attività esclusivamente non commerciali.
Come detto, però, la Corte di Giustizia ue ha invalidato la decisione della Commissione, ed ora sta al governo italiano decidere se e come procedere.