Smog, scoperte gravi conseguenze sulla salute mentale

Si sta consolidando una nuova linea di ricerca che pone l'accento sulle ricadute psicologiche dell'inquinamento atmosferico, e in generale sulla salute mentale

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Uno studio condotto dal National bureau for economic research statunitense ha rivelato un possibile collegamento tra l’aumento dei tassi di inquinamento da PM2,5 e la crescita del tasso di suicidi. Questo primo studio di vasta scala, effettuato tra il 2003 e il 2010, ha scoperto che l’aumento di un microgrammo per metro cubo di aria delle particelle di PM2,5 è stato associato a una crescita dello 0,5% del tasso di suicidi giornaliero. La persistenza di alti livelli di smog per un mese è stata invece associata ad un aumento del cinquanta per cento del tasso di suicidi. La presunta causa di questi eventi consisterebbe in un’infiammazione cerebrale provocata dalle particelle.

L’inquinamento atmosferico: una minaccia silenziosa alla salute

L’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre tre milioni di morti premature in tutto il mondo ogni anno. Molti paesi stanno agendo per contrastarlo, mentre altri sembrano ancora indifferenti. Tra le nazioni più inquinate ci sono diverse nazioni dell’Asia e dell’Africa, come Pakistan, Qatar, Bangladesh, India ed Egitto. Gli effetti nocivi dell’inquinamento sono ormai noti alla popolazione, che si sta sensibilizzando sempre di più sulla loro influenza sulla salute fisica e mentale.

Gli effetti di smog e traffico sulla salute mentale

Negli ultimi tempi, la conoscenza della popolazione sui danni provocati dall’inquinamento sia sul corpo che sulla mente, il cui benessere è altrettanto importante, è aumentata grazie alle campagne di sensibilizzazione portate avanti da organizzazioni ambientaliste e istituzioni. Le ricerche hanno dimostrato che esiste una connessione tra l’insorgere di disturbi come depressione e ansia e l’esposizione a sostanze inquinanti come smog e traffico.

Il rapporto “State of the Air”

Il rapporto “State of the Air” 2021, rilasciato dall’American Lung Association, ha rivelato che il 40% degli americani vive in contee con bassa qualità dell’aria, ma questa valutazione si basa esclusivamente su parametri fisici. Gli esperti hanno da tempo dimostrato che l’inquinamento può danneggiare cuore e polmoni, ma gli effetti sulla salute mentale non hanno ricevuto altrettanta attenzione.

Il legame tra smog e mutamenti mentali

Solo recentemente, gli studiosi hanno identificato una connessione tra lo smog e alterazioni cerebrali che aumentano il rischio di malattie mentali come la demenza, l’Alzheimer e i disturbi dell’apprendimento. Un’indagine condotta nel 2019 in Danimarca e negli Stati Uniti ha dimostrato che le persone esposte a livelli elevati di smog hanno un maggiore rischio di sviluppare disturbi mentali come la depressione, la schizofrenia e il disturbo bipolare.

Le evidenze scientifiche

Nel 2020, una ricerca condotta a Toronto, in Canada, ha dimostrato il collegamento tra l’inquinamento dell’aria e le visite in ospedale per problemi di salute mentale. Lo studio ha esaminato oltre 83.000 visite di emergenza di giovani tra gli 8 e i 24 anni avvenute tra aprile 2004 e dicembre 2015. Inoltre, uno studio della Cambridge University di Londra, che ha coinvolto più di 13.000 persone, ha confermato la correlazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e l’uso di servizi di salute mentale per disturbi psicotici e dell’umore.

Collegamento tra biossido di azoto e disturbi mentali

I ricercatori hanno rivelato che anche un modesto aumento del biossido di azoto comporta un aumento significativo del rischio di ricovero e di trattamento per disturbi mentali, rispettivamente con un aumento del 32% e del 18%. Lo studio ha esaminato i giorni di degenza di pazienti di età superiore ai 15 anni che hanno avuto il loro primo contatto con il South London and Maudsley NHS Foundation Trust, un fondo fiduciario londinese specializzato in salute mentale, tra il 2008 e il 2012. Tenendo conto di un periodo di follow-up di uno e sette anni, i pazienti sono stati associati ai rispettivi indirizzi, con una stima dei livelli di biossidi di azoto, ossidi di azoto e particolato atmosferico.

La necessità di condurre nuovi studi

La dottoressa Clara G. Zundel, ricercatrice in Psichiatria e Neuroscienze presso la Wayne State University, ha evidenziato la necessità di condurre ulteriori studi sui meccanismi psichiatrici che subiscono gli effetti dell’inquinamento atmosferico, in quanto si prevede un peggioramento del problema nei prossimi anni. Un’analisi pubblicata dal World Economic Forum ha sottolineato la mancanza di ricerche che analizzino gli effetti dell’inquinamento sull’infanzia, specialmente sui neonati e sui bambini, i cui cervelli sono in pieno sviluppo e potrebbero essere particolarmente vulnerabili ai danni dello smog. La dottoressa Zundel ha quindi auspicato la raccolta di maggiori informazioni in questo ambito.

La ricercatrice ha inoltre evidenziato come la maggior parte degli studi esistenti abbiano indagato i cambiamenti nel cervello degli animali esposti all’inquinamento atmosferico, i quali, sebbene rilevanti, non possono essere completamente confrontati con quelli che avvengono negli esseri umani.