In caso di reazioni avverse al vaccino anti-Covid, chi paga? Noi. Per quanto gli effetti collaterali collegati alle dosi sviluppate da Pifizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca siano molto limitati e comunque tipici di qualsiasi vaccinazione (nessuna morte invece è stata correlata direttamente al vaccino), la responsabilità non è in alcun modo dell’azienda farmaceutica.
Tutti i dubbi sui contratti sui vaccini
Pfizer e le altre Big Pharma sono state estremamente abili nel piegare, letteralmente, l’Unione europea alle proprie condizioni. O accetti o niente vaccini, pare si possa dire con tutta tranquillità. A pagare per eventuali effetti collaterali gravi sarà lo Stato italiano. Unica eccezione nel rapporto che lega Ue e società è il possibile tentativo di rivalsa se il vaccino risultasse inefficace.
Tutto questo stride con il fatto che gran parte dei fondi utilizzati per lo sviluppo dei vaccini stessi sono pubblici, cioè arrivano dai Paesi membri Ue, e dunque, in ultima istanza, dalle nostre tasche. Di fatto, come denuncia da tempo il noto medico ed ex politico Vittorio Agnoletto, i vaccini li abbiamo pagati due volte (la prima finanziandoli e la seconda riacquistandoli) e adesso ci assumiamo pure la responsabilità, anche risarcitoria, in caso di reazioni avverse.
Chi si sottopone al vaccino anti-Covid della Pfizer (ma uguale sarà per gli altri) è tenuto a firmare prima il modulo per il consenso informato (lo potete visionare e scaricare qui), che chiarisce molto bene, al punto 10, che “non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza”.
Guardando invece al contratto firmato dall’Unione europea con AstraZeneca, giunto anche in Italia, si nota, come evidenziato per primo dal giornalista Markus Becker del settimanale tedesco Spiegel, che il documento riporta tutta una serie di omissis e svela alcuni particolari del contratto. Inoltre, al punto in cui si parla degli impegni di AstraZeneca verso l’Ue, c’è scritto che l’azienda farà “il massimo possibile, ragionevolmente”, una formula volutamente vaga.
Bruxelles e i singoli Stati, ha scritto Becker, verseranno, complessivamente, 870 milioni di euro per le prime 300 milioni di dosi, ai quali potrebbe aggiungersi il denaro per altre100 milioni di dosi opzionabili, che dovrebbero essere consegnate entro il 1° luglio. Circa 200 milioni l’Unione Europea li avrebbe già pagati a settembre e dovrà pagarne altri 100, mentre i rimanenti 500 circa saranno versati dai singoli stati. Ma appena appresa la notizia, la Commissione europea si sarebbe precipitata a oscurare le informazioni.
Posto che è assolutamente necessario vaccinarsi, perché in una situazione di pandemia è inevitabile agire in urgenza, ciò non toglie che non si possa aprire un dibattito onesto su come i vaccini vengono gestiti, pagati e distribuiti.
Perché le clausole dei contratti potrebbero essere nulle
Il Codacons ha parlato di “clausole vessatorie”, e quindi “nulle in base al nostro ordinamento”, e ha presentato istanza di diffida alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al ministro della Salute, Roberto Speranza, “ritenendo importantissima la campagna vaccinale italiana, ma con la garanzia al tempo stesso dei diritti dei cittadini”.
Di fatto in questo consenso informato tutti noi solleviamo l’azienda e il personale sanitario che esegue la vaccinazione da qualunque responsabilità. Il Codacons sottolinea che l’art. 1229 del Codice civile, tuttavia, stabilisce che “è nullo qualsiasi patto preventivo di esonero o di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore e dei suoi ausiliari costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico”.
Non solo. La legge n. 210 del 1992 riconosce indennizzi in favore dei soggetti che riportano danni irreversibili cagionati da vaccinazioni obbligatorie, e la Corte costituzionale ha più volte affermato che la sua applicazione deve estendersi anche a quelle vaccinazioni riconoscibili come raccomandate.
L’imposizione della sottoscrizione di un esonero di responsabilità per eventuali danni cagionati dal vaccino anti-Covid sarebbe quindi contraria alla disciplina prevista dalla legge nonché ai diritti costituzionalmente garantiti al singolo, quali, in primo luogo, il diritto alla salute.
Tutte le sanzioni a Pfizer
Codacons ricorda anche le numerose sanzioni che Pfizer sarebbe stata costretta a pagare per pratiche scorrette e condotte illecite: nel 2013 l’azienda avrebbe patteggiato 55 milioni di dollari di risarcimento per le pratiche di marketing off-label legate al prodotto Protonix per sospette lesioni renali.
10mila le cause contro la multinazionale americana aperte per il farmaco Prempro contro il cancro al seno, 3mila per lo Chantix, contenente la vareniclina, farmaco utilizzato per trattare la dipendenza da nicotina.
Pfizer avrebbe poi pagato nel 2009 ben 2,3 miliardi di dollari in seguito alle responsabilità civili e penali derivanti dalla promozione illegale di quattro farmaci: Bextra, un farmaco antinfiammatorio; il Geodon, un farmaco antipsicotico; il Zyvox, un antibiotico; e Lyrica, un farmaco antiepilettico. Infine, ha ricevuto accuse per l’ipotesi di aver sperimentato su bambini nigeriani un nuovo antibiotico, il Trovan, che portò alla morte di alcuni bimbi e a gravi patologie per altri.
La prima assicurazione in Italia (gratuita) contro i danni da vaccino Covid
Tornando al vaccino Covid, in attesa di una risposta ufficiale da parte del Governo, in una fase peraltro bollente della politica, è interessante notare come qualcuno si stia muovendo per garantire protezione ai cittadini italiani.
È il caso ad esempio di Nobis Assicurazioni, realtà assicurativa del Gruppo Nobis che vanta uno specifico know how nel settore dell’automotive. Nobis ora ha deciso di offrire un servizio in più – e al momento unico – ai propri clienti. Di fatto si tratta della prima polizza assicurativa in Italia a sostegno di chi si vaccina contro il Covid. Una polizza completamente gratuita che si chiama “Vaccino Protetto”.
La polizza, gratuita per di tutti coloro che dispongono di una polizza attiva di Nobis Assicurazioni fino al 30 aprile 2021, si caratterizza per una copertura economica in forma di diaria giornaliera a tutela di complicazioni che potrebbero insorgere entro 30 giorni dalla somministrazione della fiala.
Nello specifico, se a seguito della vaccinazione effettuata con un vaccino approvato dall’Aifa da parte di operatori sanitari autorizzati emergesse una reazione avversa tale da compromettere le normali attività della persona, la compagnia corrisponderà all’assicurato un indennizzo per ogni giorno di malattia e di ricovero.
“In un contesto particolare come quello attuale non potevamo esimerci dal fornire il nostro contributo per sensibilizzare i nostri clienti, ma in generale tutta la popolazione italiana, sull’importanza del vaccino anti-Covid-19, che consideriamo un elemento imprescindibile per uscire dalla situazione pandemica in cui ci troviamo” ha spiegato il presidente di Nobis Assicurazioni Alberto Di Tanno.