Non si ferma la corsa dei prezzi di luce e gas. Aumenti monstre che rischiano di mettere in ginocchio – ancor di più – le famiglie italiane, già duramente fiaccate dalla crisi innescata dalla pandemia. Non è bastato l’intervento del Governo (atteso tra l’altro in settimana il nuovo Decreto Salva Bollette).
Luce e gas, aumenti shock: i numeri
Nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse)”.
Questi i numeri shock messi neri su bianco dall’ARERA in audizione ieri al Senato, spiegando che “l’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia nel 2021”, gennaio-dicembre 2021 +500% per il gas e +400% per l’energia elettrica si è riflessa sui prezzi a partire dal secondo semestre 2021. “La forte volatilità dei prezzi che contraddistingue questo periodo rende, ad avviso di questa Autorità, particolarmente difficile fornire elementi previsivi affidabili“.
“Permane tuttavia una situazione di significativa volatilità delle quotazioni future per l’anno in corso, che, dopo una discesa nei primi giorni dell’anno intorno ai 65 €/MWhper il gas naturale e a 170 €/MWh per l’energia elettrica (valori medi anno 2022), si sono rapidamente riposizionati negli ultimi giorni intorno agli 80 €/MWh per il gas naturale e i 200 €/MWh per l’energia elettrica. Spingendosi ancora oltre (con il caveat della crescente imprecisione) – continua Arera – le quotazioni attuali del gas naturale per il 2023 e 2024 vedono rispettivamente una discesa a valori intorno a 55 €/MWh nel 2023 e 39 €/MWh nel 2024. Analogamente, per l’energia elettrica è previsto un rientro verso i 150 €/MWh nel 2023 e i 113 €/MWh nel 2024″.
Anche queste quotazioni, aggiunge, “che permangono superiori alle medie storiche dei prezzi, presentano, tuttavia, una relativamente elevata volatilità, con variazioni che tendono a riflettere le variazioni delle quotazioni dei prodotti di più breve periodo”.
Aumenti che, stima Assoutenti, “hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio”. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, il risultato potrebbe essere una maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie italiane.
La protesta dei benzinai
Sul piede di guerra anche i benzinai. Bollette in aumento, incassi fermi, clientela in calo: è la tempesta perfetta che stanno vivendo i benzinai da quando il prezzo dell’energia è salito alle stelle”. A lanciare l’allarme è la Faib-Confesercenti, la federazione dei gestori. L’aumento medio delle bollette è del 135%: in un anno sarebbero 10.000 euro in più per ciascun un impianto. I benzinai minacciano la chiusura notturna dei self service.
“Il rialzo generalizzato dei costi energetici ha influito anche sui prezzo dei carburanti, ma per noi c’è un puro e semplice aumento dei costi. Il nostro margine, infatti, è fisso: sono circa 3 centesimi e mezzo al litro, qualunque sia il costo di benzina e gasolio. Siamo l’unica categoria di commercianti che non può traslare, neppure in parte, sui consumatori i maggiori costi delle merci. Ma i consumatori non sono tenuti a saperlo e quindi danno la colpa a noi”.
Imprese in pressing
Cresce pure il pressing delle attività economiche che chiedono di modificare la fiscalità delle bollette luce portando l’Iva al 10% dall’attuale 22%. Per Confcommercio sono necessarie misure strutturali che attutiscano l’impatto del caro energia sui conti economici di pubblici esercizi e negozi.