Passaporto italiano sul podio mondiale: i vantaggi

Cosa vuol dire il passo in avanti fatto nella classifica mondiale da parte del passaporto italiano: cosa sapere prima di partire

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Chiunque sia abituato a viaggiare con una certa frequenza sa bene che i passaporti non sono tutti uguali, anzi. A diffondere questa verità è la società di consulenza Henley & Partners, che dal 2006 genera una vera e propria classifica.

Stupisce nettamente quanto accaduto quest’anno, considerando come sia stato spodestato il Giappone. Era dal 2018 che non accadeva e ora l’Italia ha fatto un interessante scatto in avanti. Ma come funziona questa classifica? Nel dettaglio, la top di Henley & Partners si basa sul numero di Paesi che è possibile visitare grazie al solo passaporto, senza necessità di un visto. Sotto quest’aspetto il Giappone ha subito un chiaro crollo. Quattro i passi all’indietro, tutto a vantaggio del nuovo primo e secondo posto.

I passaporti più potenti al mondo

Scendendo nel dettaglio della nuova situazione dei passaporti più importanti al mondo, ribadiamo come il Giappone non sia più al primo posto. Nessun reale contendente al primato dal 2018 a oggi, per poi assistere al suo calo.

Il passaporto nipponico è passato da 193 Paesi accessibili senza visto a 189. Tutto a vantaggio di Singapore, che ha conquistato il primato grazie ai suoi 192 Paesi. A beneficiare della situazione c’è anche l’Italia, seconda nella classifica mondiale. Tutto merito di un minimo scatto in avanti, da 189 a 190 nazioni visitabili con il solo visto.

Ma vediamo nel dettaglio come sia stato possibile tutto ciò. Occorre sottolineare come Etiopia, Uganda e Papua Nuova Guinea abbiano alzato un muro burocratico nei confronti dei nostri concittadini.

Al tempo stesso, però, porte aperte da parte di Gibuti, Mongolia, Suriname e Giappone. Ecco quindi concretizzarsi non soltanto una nuova situazione di stallo, bensì un sorpasso.

La classifica dei passaporti

Di seguito riportiamo la classifica dei passaporti più potenti al mondo. Come detto, in cima c’è Singapore, per quest’anno insuperato a quota 192. L’Italia festeggia il secondo posto, grande novità per la nostra bandiera, ma deve condividere la medaglia d’argento con Germania e Spagna a quota 190.

Medaglia di bronzo, invece, per Austria, Finlandia, Francia, Giappone, Lussemburgo, Corea del Sud e Svezia, tutti a 189. Passiamo quindi al quarto posto, con Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito a quota 188. Concludiamo la top 5 con un gruppo alquanto ricco, con ben 7 Paesi a quota 187, precisamente: Belgio, Repubblica Ceca, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo e Svizzera.

Nella “lotteria dei passaporti”, infine, i meno potenti sono i seguenti:

  • Bangladesh: 40;
  • Corea del Nord: 39;
  • Nepal: 38;
  • Territorio palestinese: 38;
  • Somalia: 35;
  • Yemen: 35
  • Pakistan: 33;
  • Siria: 30;
  • Iraq: 29;
  • Afghanista: 27.

Passaporto italiano: quali Paesi ci chiedono il visto

Il fatto di poter vantare il secondo posto in classifica, non vuol dire che il passaporto italiano apra davvero tutte le porte. Esistono delle limitazioni, per quanto enormemente distanti da quelle di chi è nato o vive nelle aree di bassa classifica.

Al fine di organizzarsi al meglio, però, ecco chi pretende una documentazione ulteriore ai cittadini italiani per poter viaggiare nei propri confini. Abbiamo già citato Etiopia, Uganda e Papua Nuova Guinea, ma l’elenco è alquanto ampio:

  • Afghanistan;
  • Algeria;
  • Angola;
  • Azerbaijan;
  • Benin;
  • Bhutan;
  • Camerun;
  • Repubblica Centraficana;
  • Ciad;
  • Cina;
  • Repubblica Democratica del Congo;
  • Repubblica del Congo;
  • Costa d’Avorio;
  • Cuba;
  • Guinea Equatoriale;
  • Eritrea;
  • Ghana;
  • Guinea;
  • India;
  • Kenya;
  • Liberia;
  • Libia;
  • Mali;
  • Nauru;
  • Niger;
  • Nigeria;
  • Corea del Nord;
  • Sud Sudan;
  • Sudan;
  • Siria;
  • Turkmenistan;
  • Yemen.