Approvati nuovi aiuti per le PMI: come fare domanda

È stata rifinanziata con ulteriori 300 milioni di euro la cosiddetta “Nuova Sabatini”, la misura del Mise che favorisce l'acquisto di beni strumentali

Buone notizie per le PMI. È stata rifinanziata con ulteriori 300 milioni di euro la cosiddetta “Nuova Sabatini”, la misura del Ministero dello sviluppo economico che ha l’obiettivo di sostenere gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese per l’acquisto di beni strumentali, per facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese.

Già il decreto Sostegni bis aveva rinforzato la misura attraverso lo stanziamento di 425 milioni di euro, che ha permesso lo scorso mese di luglio di riaprire lo sportello per la presentazione delle domande da parte delle imprese.

Ora, grazie al nuovo stanziamento, le PMI potranno continuare a beneficiare delle agevolazioni per l’acquisto di beni materiali o immateriali.

A chi si rivolge

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:

  • sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca
  • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali
  • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea
  • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà
  • sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Settori ammessi

Sono ammessi tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione di:

  • attività finanziarie e assicurative
  • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

Cosa si può comprare

La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, ma anche software e tecnologie digitali.

I beni devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni” o spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del Codice civile, come declamati nel principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità), nonché a software e tecnologie digitali.

Non sono invece ammissibili le spese relative a terreni e fabbricati, relative a beni usati o rigenerati, o riferibili a “immobilizzazioni in corso e acconti”.

Gli investimenti devono soddisfare alcuni requisiti:

  • autonomia funzionale dei beni, non essendo ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non soddisfano tale requisito
  • correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa.

Come funzionano gli aiuti

Le agevolazioni consistono nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari, aderenti all’Addendum alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti, di finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese per sostenere gli investimenti previsti dalla misura, e di un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico rapportato agli interessi sui finanziamenti.

L’investimento può essere interamente coperto dal finanziamento bancario, o leasing. Il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, deve essere:

  • di durata non superiore a 5 anni
  • di importo compreso tra 20mila euro e 4 milioni di euro
  • interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili.

Il contributo del Ministero dello sviluppo economico è un contributo il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:

  • 2,75% per gli investimenti ordinari
  • 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti nella cosiddetta Industria 4.0).

Come fare domanda

Come fare domanda? La PMI presenta alla banca o all’intermediario finanziario la richiesta di finanziamento e la domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’aderenza degli investimenti alle previsioni di legge.

La banca/intermediario finanziario, previa verifica dei requisiti, che decida di concedere il finanziamento alla PMI, adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, insieme alla documentazione inviata dalla stessa PMI in fase di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni.

Il Ministero adotta il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni e del relativo piano di erogazione, degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria, e lo trasmette sia all’impresa che alla relativa banca.

La banca/intermediario finanziario si impegna a stipulare il contratto di finanziamento con la PMI e ad erogare il finanziamento in un’unica soluzione o, nel caso di leasing finanziario, al fornitore entro 30 giorni dalla data di consegna del bene o alla data di collaudo se successiva. La stipula del contratto di finanziamento può avvenire anche prima della ricezione del decreto di concessione del contributo.

La PMI, ad investimento ultimato, compila, in formato digitale ed esclusivamente attraverso l’accesso alla piattaforma, la dichiarazione attestante l’avvenuta ultimazione, nonché, previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento, la Richiesta Unica (modulo RU) – o in alternativa la Richiesta Quote Rimanenti (modulo RQR) nel caso in cui abbia già richiesto una o più quote del contributo – e la trasmette al Ministero, con l’ulteriore documentazione richiesta.

Come avviene il contributo

Il contributo è erogato dal Ministero alle PMI beneficiarie in un’unica soluzione indipendentemente dall’importo del finanziamento deliberato. L’erogazione in un’unica soluzione si applica a tutte le domande presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari a decorrere dal 1° gennaio 2021.

L’impresa deve scaricare e compilare la domanda in formato elettronico (la potete scaricare qui) e sottoscriverla con firma digitale. Poi deve inviarla, esclusivamente da un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), all’indirizzo PEC della banca/intermediario finanziario a cui si chiede il finanziamento, scelta tra quelle aderenti all’iniziativa.

Qui la guida alla corretta compilazione della domanda. Qui è disponibile l’elenco delle banche e degli intermediari finanziari che ad oggi hanno aderito all’Addendum alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti.