Plastica monouso, incentivi fino a 10.000 euro per le aziende che trovano soluzioni alternative

L'obiettivo è eliminare i contenitori in plastica monouso: le aziende potranno contare su un credito d'imposta al 20%, pari a un tetto massimo di 10.000 euro

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Un ulteriore passo in avanti verso l’addio ai prodotti monouso in plastica: è in arrivo un credito d’imposta al 20% (pari a un bonus fino a 10.000 euro) per quelle aziende che scelgano di sostituire i prodotti monouso in plastica con materiali biodegradabili, compostabili o riutilizzabili. La misura interessa in particolare l’industria alimentare.

Incentivi contro la plastica monouso

Il contributo viene previsto dal nuovo decreto Sostenibilità e riguarda le spese mantenute e certificate dal 15 gennaio 2022 al 31 dicembre 2024.

L’elenco di tutti i prodotti che rientrano nell’incentivo è consultabile nelle parti A e B dell’allegato al decreto legislativo n. 196/2021. La priorità viene data alle spese sostenute per l’acquisto di prodotti “destinati ad entrare a contatto con gli alimenti“, cioè posate, piatti, bicchieri, contenitori, cannucce, tappi e molto altro.

Il perché le spese effettuate nelle prime due settimane del 2022 non siano coperte dal credito d’imposta lo spiega il Sole 24 Ore: in sintesi, il decreto interministeriale che reca le firme dei dicasteri di Economia, Ambiente e Made in Italy dà attuazione al tax credit anti-plastica, norma già prevista all’articolo 4 del decreto legislativo n. 196/2021 emanata in recepimento della direttiva europea sulla plastica. Il decreto interministeriale entrò in vigore 14 gennaio 2022 e non ha efficacia retroattiva. Dunque rientrano nel contributo esclusivamente le spese effettuate a partire dal giorno successivo all’entrata in vigore, ovvero dal 15 gennaio 2022.

Sono escluse le spese per l’acquisto di prodotti non utilizzati internamente dall’azienda, ma destinati alla rivendita.

L’estensione della misura è relativa all’impiego delle risorse: se avanzeranno fondi entreranno a far parte dell’incentivo anche altri prodotti come cotton fioc e aste per i palloncini.

La norma è al vaglio della Corte dei conti. Dopo l’ok della magistratura contabile, il testo verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale. Dopo i canonici 15 giorni (salvo diverso termine esplicitamente espresso), le aziende potranno chiedere il contributo presentando una autocertificazione sulle spese sostenute. Il documento dovrà specificare che i prodotti sono stati effettivamente utilizzati e dovrà recare la firma del presidente del collegio sindacale, di un revisore legale o di un professionista abilitato.

Le aziende dovranno inoltre allegare la certificazione che i prodotti acquistati siano “riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile” come definito “dalla normativa Uni En 13432:2002”. Il tutto andrà poi inviato a Invitalia tramite un’istanza telematica.

L’Unione europea contro la plastica monouso

Intanto a livello europeo Parlamento e Consiglio hanno trovato un accordo per il nuovo regolamento comunitario sulla plastica: dal 2030 stop alla plastica monouso. Una prima stretta contro la plastica monouso era arrivata con la direttiva Sup (Single Use Plastic), recepita in Italia sotto il governo Draghi il 14 gennaio 2022.

Microplastiche e danni alla salute

Un nuovo studio sull’inquinamento da plastica mette in relazione la diffusione delle microplastiche con una maggiore fattore di rischio in merito ai danni cardiovascolari: secondo uno studio dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e pubblicato sul New England Journal of Medicine il 7 marzo 2024, le microplastiche danneggiano cuore e arterie e aumentano il rischio di infarti e ictus.