Calamità naturali, scatta obbligo di polizza: multe salate per chi non la fa

Le imprese aventi sede legale in Italia o all'estero con una stabile organizzazione in Italia avranno l’obbligo di assicurarsi contro i rischi catastrofali

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Le imprese a rischio calamità naturali saranno supportate con incentivi fino al 2024, a condizione che stipulino una polizza contro i danni da catastrofi. Questo è quanto previsto dalla bozza della legge di bilancio in tema di aiuti alle imprese legati alle calamità naturali. Nel contempo, sono partiti i ristori per le imprese turistiche danneggiate dalle alluvioni di maggio 2023.

Chi non si conformasse a questa normativa sarebbe soggetto a multe che potrebbero arrivare fino a un milione di euro.

Assicurazione contro calamità naturali: cosa prevede la Legge di Bilancio

La proposta di legge di bilancio richiede che tutte le imprese operanti sul territorio nazionale stipulino contratti assicurativi entro il 31 dicembre 2024 per coprire i danni alle loro immobilizzazioni materiali causati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi in Italia. Questa obbligazione si applica sia alle imprese con sede legale in Italia che a quelle con una stabile organizzazione nel paese, e sono tenute all’iscrizione nel Registro delle imprese.

Le calamità naturali e gli eventi catastrofali inclusi in questa copertura comprendono terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, fenomeni di bradisismo, frane, inondazioni ed esondazioni.

Le imprese che rifiutano o eludono l’obbligo di stipulare queste polizze assicurative saranno soggette a una sanzione amministrativa pecuniaria che varierà da 200 mila a un milione di euro. Inoltre, l’inadempimento a questa normativa influirà negativamente sull’accesso a contributi, sovvenzioni o agevolazioni di natura finanziaria offerti dal bilancio dello Stato, inclusi quelli previsti in caso di eventi catastrofali.

Contributi post-alluvione

I ristori destinati alle imprese colpite dagli eventi alluvionali a partire dal 1° maggio 2023 saranno concessi principalmente sotto forma di crediti d’imposta, con un massimo di 40.000 euro. Se l’importo supera questa cifra, potranno essere erogati tramite finanziamenti bancari agevolati. Le attività turistiche, in particolare, potranno richiedere fino a 10 milioni di ristori, a condizione che presentino domanda entro il 6 novembre.

Questi contributi per la ricostruzione nelle aree colpite dagli eventi alluvionali dal 1° maggio 2023 saranno regolati dal Decreto Legge 61 del 1° giugno 2023. Saranno offerti alle imprese sia come crediti d’imposta che come finanziamenti bancari agevolati. Gli aiuti saranno erogati direttamente dal Commissario straordinario, fino a un massimo di 20.000 euro per soggetti privati che non svolgono attività commerciali e sociali, e fino a 40.000 euro per soggetti che invece operano in tali settori, nel rispetto delle risorse disponibili.

Qualora l’importo totale superi questi limiti, l’intero ammontare potrà essere erogato sotto forma di finanziamento agevolato, basato sul progresso dei lavori, dei servizi prestati e sull’acquisizione di beni necessari per i progetti sostenuti dai contributi.

I finanziamenti bancari agevolati daranno diritto a un credito d’imposta, che potrà essere utilizzato solo in compensazione. Questo credito di imposta sarà calcolato in base all’importo totale, sommando il capitale, gli interessi dovuti e le spese necessarie per la gestione dei finanziamenti. Le modalità per beneficiare di questo credito di imposta saranno stabilite attraverso un provvedimento emanato dal direttore dell’Agenzia delle entrate.

L’ammontare totale stanziato per questi aiuti ammonta a 50 milioni di euro all’anno, per un periodo di 25 anni a partire dal 2024.

Aiuti alle attività turistiche

Le richieste di contributi per le imprese che svolgono attività turistiche e ricettive, e che hanno subito danni causati da eventi alluvionali a partire dal 1° maggio 2023, potranno essere presentate fino alle 18 del 6 novembre. Le modalità di accesso a questi aiuti sono state stabilite attraverso un decreto emanato dal ministro del Turismo, in collaborazione con il ministro dell’Economia e delle finanze, datato 15 settembre 2023 e identificato con il protocollo 19403/23.

Questi contributi sono rivolti alle seguenti categorie di attività: attività turistiche e ricettive, porti turistici, stabilimenti termali e balneari, parchi tematici e parchi di divertimento, agriturismi, ristorazione, trasporto di viaggiatori mediante noleggio autobus con conducente e settore fieristico.

Ciascun beneficiario ha diritto a ricevere un contributo che copre l’intero danno materiale subito e/o il ristoro richiesto a causa della riduzione dell’utile avvenuta nel periodo compreso tra il 1° maggio e il 31 luglio 2023, fino al 100% del totale.

Quanto ci costano i disastri del clima

In Italia, negli ultimi anni, la crescente frequenza e intensità di eventi climatici straordinari, al di fuori dell’ordinario, sta diventando sempre più evidente. Non ci sono solo i rischi sismici da affrontare, ma anche episodi come le raffiche di vento e pioggia che hanno causato danni alle case a Milano, le inondazioni nelle Marche e in Emilia Romagna, e gli incendi che hanno devastato la Sicilia per giorni. Questa emergenza sta gradualmente diventando una problematica sistematica, e richiede risposte strutturali per la gestione e il contenimento di tali eventi.

I dati confermano questa crescente tendenza. Dal 2022 all’inizio del 2023, si è registrato un aumento del 135% degli eventi estremi. Solo nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati segnalati 122 eventi estremi, rispetto ai 52 nello stesso periodo del 2022, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Questo implica un aumento significativo del costo associato a tali eventi.

Tra il 2010 e il 2020, l’Italia ha già affrontato costi per un totale di 36,5 miliardi di euro, secondo Eurostat. Inoltre, Eurostat ha notato una “chiara tendenza” di un aumento annuale del 2% nelle spese associate a questi eventi nel corso dell’ultimo decennio.

Tutto ciò rende ancora più urgente la discussione sulle polizze assicurative contro le calamità naturali, che potrebbero fornire una maggiore sicurezza economica in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti.

Alto rischio, ma poca copertura per le abitazioni private

L’Italia, nonostante la crescente esposizione agli eventi climatici estremi e al cambiamento climatico, non ha ancora adottato un’assicurazione obbligatoria contro tali eventi. Questo è particolarmente rilevante per regioni come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, che si collocano tra le dieci aree europee con la maggiore esposizione a eventi meteorologici estremi e ai rischi climatici previsti per il 2050, come indicato nella classifica del Global Domestic Climate Risk.

Poco più dell’80% delle abitazioni civili in Italia, che ammontano a oltre 35 milioni, si trova in aree ad alto o medio rischio. Sorprendentemente, l’Italia è, dopo la Grecia, il paese europeo con il divario più ampio tra le perdite subite a causa di calamità naturali e gli importi effettivamente coperti dalle polizze assicurative. Nel 2021, questo divario è stato stimato dall’Istat a 4,3 miliardi di euro.

In Italia, solo poco più del 5% delle abitazioni private è assicurato contro calamità naturali come terremoti o alluvioni, mentre il 44% è coperto contro gli incendi. Questo nonostante dal 1° gennaio 2018, i contribuenti che stipulano o rinnovano polizze di questo tipo possono beneficiare di una detrazione fiscale del 19% sul premio pagato. La situazione evidenzia la necessità di promuovere ulteriormente la consapevolezza sull’importanza dell’assicurazione contro i rischi climatici e di valutare misure per favorirne una più ampia adozione in un paese sempre più soggetto a eventi meteorologici estremi.