Riforma incentivi alle imprese, meno burocrazia e un test che valuta i risultati raggiunti

Il MIMIT lavora alla riforma e snellisce le procedure per gli incentivi alle imprese: come saranno i nuovi aiuti

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Al fine di snellire le procedure previste e permettere l’ottimizzazione che gli interventi possano avere per le imprese, il MIMIT, ministero delle Imprese e del Made in Italy ha predisposto una riforma degli incentivi alle imprese nazionali, articolata in due fasi, che permetterà di rendere più facile e veloce l’ottenimento delle risorse, evitando gli sprechi e testando l’efficacia delle misure. Meno burocrazia, dunque, e un test sull’impatto che gli incentivi avranno sul lavoro delle imprese.

La riforma degli incentivi alle imprese

L’intervento del MIMIT ha, come già detto, il principale scopo di agevolare le procedure cui devono sottoporsi le imprese per richiedere gli incentivi cui hanno diritto. L’elevata burocrazia rappresenta ancora un ostacolo a volte insormontabile per i destinatari che, di fatto, rinunciano alle richieste per non trovarsi nella situazione di dover gestire pratiche e domande cui non riescono a stare dietro fino in fondo.

Le fasi della riforma degli incentivi

La riforma sugli incentivi alle imprese prevede due fasi, la prima delle quali è concentrata sul Codice unico. Nello specifico viene sbrogliata la matassa burocratica, semplificando i vari passaggi che le imprese devono fare per accedere ai sostegni statali. Vi è, poi, un secondo step che prevede un test sull’impatto che gli incentivi hanno saputo procurare per l’impresa ricevente. A commissionare questi esami è il ministero stesso che, attraverso i dati, avrà il compito di valutare il valore aggiunto apportato dall’incentivo all’azienda ricevente. La valutazione, come evidente, ha il principale scopo di evitare la dispersione e lo spreco di risorse economiche, con i risultati che saranno una vera e propria mappa per comprendere dove è più conveniente investire le risorse statali. In questo, nelle speranze governative, si riuscirà a ottimizzare l’utilizzo dei fondi pubblici ed eliminare le eventuali sovrapposizioni.

Le urgenze da sbloccare

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha cercato dunque di accelerare i tempi per cercare di risolvere delle questioni imminenti che stanno interessando non poco l’attività delle imprese. In particolar modo si fa riferimento allo sblocco del decreto attuativo per i nuovi crediti d’imposta del Piano transizione 5.0, previsti nel Pnrr. Il provvedimento in questo caso è previsto per entro la fine del mese corrente, con le imprese che potranno dunque accedere ai nuovi incentivi previsti.

Per il governo Meloni è necessario semplificare il meccanismo degli incentivi

Felice del risultato raggiunto con la riforma degli incentivi alle imprese è, naturalmente, il governo guidato da Giorgia Meloni. In una nota del principale partito dell’esecutivo, il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio, dice: “Ottimo il lavoro del governo che si concretizzerà per le imprese con due decreti sugli aiuti.

L’obiettivo è quello di semplificare le numerosissime misure per le aziende, ma anche verificarne l’efficacia per evitare sprechi, come stiamo cercando di fare in ogni settore. Con il primo provvedimento si stilerà un Codice unico per accelerare le procedure di accesso.

In un secondo momento sempre il ministero delle Imprese e del Made in Italy manterrà le misure più efficaci, eliminandone invece altre perché poco utili. Gli aiuti saranno mirati a incentivare, tra le altre cose, investimenti, ricerca e sviluppo, lavoro e sostenibilità ambientale. Il governo sta lavorando bene e ha messo da subito le imprese, insieme alle famiglie, al centro della sua politica, e adesso anche la manifattura italiana torna a crescere. Un nuovo obiettivo raggiunto – conclude la nota – Ora le riforme faranno il resto”.