Un Fisco equo ed efficiente grazie a una riforma fiscale che snellisca la giungla di norme sulla materia. È quanto auspica il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Né amico, né nemico. Il Fisco deve essere equo ed efficiente. I tempi – spiega Ruffini – sono sicuramente maturi per una riforma che tenga conto anche del costo di impianto che ogni riforma strutturale comporta per l’amministrazione e per il contribuente, tanto più se potenzialmente complessa. Ma soprattutto per una riforma che sia ampiamente condivisa per garantire che le nuove regole abbiano una certa stabilità nel tempo ed evitare che dai cittadini alle imprese agli operatori del settore, amministrazione compresa, debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative”.
Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate “nessuno può affermare di conoscere il sistema tributario nella sua interezza, proprio per la sua complessità. Tutti – prosegue – dobbiamo districarci in una giungla di leggi confusa e a volte incomprensibile. Occorre sicuramente mettere mano alla giungla di norme che caratterizzano l’intero sistema tributario.
Ma le leggi, da sole, non sono sufficienti a cambiare la vita dei cittadini. Anche la migliore delle norme senza un’amministrazione in grado di attuarla diventa inefficace. Alla pubblica amministrazione servono risorse infrastrutturali, capacità organizzativa e, dunque, risorse umane sempre più specializzate“.
Commentando le proposte sul tavolo Ruffini si dice ottimista in merito alla riforma. “Ho letto con attenzione tutte le proposte avanzate dalle varie forze politiche – sottolinea – e mi pare che tutte, nessuna esclusa, rappresentino una fortissima esigenza di cambiamento e di semplificazione. Aspetti questi sui quali sono convinto si possa trovare una sintesi, come quella emersa in questi giorni per i titolari di partita Iva, di superare acconti e saldi e finalmente rateizzare i versamenti mese per mese”.
Tuttavia sul fronte dell’evasione fiscale per il direttore dell’Agenzia delle Entrate la strada è ancora lunga. “Abbiamo una grande risorsa che potrebbe essere utile a tutti noi. Mi riferisco – afferma Ruffini – alla montagna di evasione fiscale che se recuperata potrebbe essere messa a disposizione di un progetto comune e per far ripartire il motore del Paese, perché con poca benzina non si può andare lontano.
La tutela dei dati personali è “doverosa” ma occorre trovare il giusto equilibrio, “altrimenti il diritto del singolo prevarica quello della collettività a disporre delle risorse derivanti dal pagamento delle tasse. Negli ultimi anni la digitalizzazione ha permesso significativi passi avanti e il patrimonio di dati e informazioni di cui disponiamo consentirebbe risultati ancora maggiori. Ma se non siamo autorizzati a utilizzarli, la lotta all’evasione fiscale avrà sempre le armi spuntate: è come avere un bolide ma tenerlo parcheggiato in garage”.