Assegno scoperto, quali sanzioni e quanti interessi si devono pagare per la sua emissione

L'emissione di un assegno scoperto comporta elevazione di alcune sanzioni e l'obbligo di pagare degli interessi. Oltre ad essere protestati ufficialmente

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Si emette un assegno scoperto nel momento in cui sul conto corrente di appoggio non ci sono fondi sufficienti a coprire l’importo indicato. Viene rilasciato un assegno per importi superiori a quelli realmente disponibili: al momento dell’incasso, quindi, non è possibile ritirare le somme necessarie per effettuare il pagamento.

È bene sottolineare che non è possibile sapere in anticipo se un determinato assegno sia scoperto. Il discorso cambia per l’assegno circolare, che viene emesso direttamente dalla sede fisica della banca e che, in un certo senso, è come se fosse garantito dallo stesso istituto di credito, che certifica che sul conto corrente sono disponibili le somme necessarie per coprirlo. Quando viene emesso un normale assegno bancario la banca non ha alcun obbligo di pagamento nel caso in cui non siano a disposizione i soldi sufficienti per onorarlo.

A seguito dell’emissione di un assegno, il creditore che lo riceve ha tempo otto giorni per incassarlo se la banca dalla quale è stato emesso è nello stesso Comune (assegno su piazza). Quindi se è emesso da un istituto di credito di un’altra città (assegno fuori piazza). Una volta superato questo periodo l’assegno scade e il soggetto che lo ha emesso può ordinare alla propria banca di non procedere con il pagamento senza conseguenze legali.

Assegno scoperto: quali sono le conseguenze

Si emette un assegno scoperto nel momento in cui sul conto corrente non sono presenti i fondi necessari per coprirlo. Chi lo riceve se ne accorge unicamente quando si reca in banca per incassare o decide di versarlo sul proprio conto corrente.
Non è mai possibile sapere se un determinato assegno risulti essere coperto o meno, sempre che non si tratti di un circolare, il quale viene emesso direttamente dalla sede fisica della banca: questo, in un certo senso, lo rende garantito dallo stesso istituto, che certifica l’esistenza delle somme direttamente sul conto corrente.

Il soggetto che emette un assegno scoperto riceve una comunicazione da parte della banca, attraverso la quale si invita a trasferire sul conto corrente i fondi necessari per coprire l’assegno. L’importo sarà soggetto ad una doppia maggiorazione: viene applicata una penale a cui si aggiungono i relativi interessi. Nel caso in cui alla fine del termine il titolare dovesse risultare ancora inadempiente la banca effettua un secondo tentativo. Nel caso in cui anche questo dovesse risultare fallimentare si procede con il protesto. A questo punto un ufficiale giudiziario o un notaio dichiarano il mancato pagamento o la mancata accettazione dell’assegno.

Cosa succede quando viene emesso un assegno scoperto

Le conseguenze in capo al debitore che non riesce a effettuare il pagamento possono essere rilevanti ed è necessario tenerle nella giusta considerazione. Le più importanti sono le seguenti:

  • iscrizione alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI). È un registro che viene gestito e aggiornato dalla Banca d’Italia. L’istituto di credito informa direttamente il CAI dell’assegno a vuoto, che procederà con la revoca di sistema. Il debitore dovrà restituire il libretto degli assegni e per un determinato periodo – generalmente di sei mesi, che corrisponde al tempo di iscrizione al CAI – nessuna banca gliene concederà uno nuovo;
  • protesto. È bene ricordare che un assegno scoperto costituisce un titolo esecutivo a tutti gli effetti. Quanti ne dovessero avere uno hanno la possibilità di far partire la procedura per il recupero del credito e richiedere il pignoramento e la vendita all’asta dei beni del debitore.

Assegno scoperto: le conseguenze della sua emissione

L’emissione di un assegno scoperto determina una serie di conseguenze ben precise, tra le quali ricordiamo:

  • protesto: l’assegno viene ufficialmente protestato e questo comporta l’iscrizione del nome del soggetto che lo ha emesso nel registro dei protesti. L’iscrizione determina delle ripercussioni negative sulla reputazione del traente e gli rende più difficile riuscire ad ottenere dei prestiti o qualsiasi altro tipo di credito;
  • recupero crediti: il soggetto a favore del quale è stato emesso l’assegno scoperto ha la possibilità di avviare una procedura di recupero crediti, in modo da ottenere la cifra che gli spetta;
  • interessi e spese: in capo al soggetto che ha emesso l’assegno scoperto peseranno gli interessi moratori e le eventuali spese sostenute dal beneficiario per riuscire ad incassare la cifra che gli spettava;
  • denuncia: il beneficiario ha la possibilità di denunciare il traente perché ha emesso un assegno privo della necessaria copertura;
  • inabilitazione: il traente può essere dichiarato inabile all’emissione di assegni per un determinato periodo a seguito della sua iscrizione nei registri CAI.

Le conseguenze del pagamento tardivo

Il traente ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il cosiddetto pagamento tardivo. Entro 60 giorni può pagare la somma indicata sull’assegno a cui dovrà aggiungere una penale del 10% oltre gli interessi e le spese di eventuale protesto.

I sessanta giorni iniziano a decorrere dalla data entro la quale deve essere presentato l’assegno per l’incasso. Questo significa che i termini sono 68 giorni per quelli emessi su piazza (60 + 8 per quelli dello stesso Comune della Banca) e 75 (60 + 15) per quelli fuori piazza.

Per effettuare il pagamento tardivo è necessario versare la somma sul proprio conto corrente o provvedere a pagare direttamente il beneficiario dell’assegno utilizzando uno strumento diverso. In quest’ultimo caso è necessario redigere un’apposita scrittura liberatoria per il debitore. Una volta che tutta l’operazione è stata conclusa – quando il creditore ha ricevuto il pagamento maggiorato di penale ed interessi – deve rilasciare un’apposita quietanza. È un documento ufficiale, il cui scopo è quello di dimostrare il pagamento e liberare da ogni onere il debitore. La quietanza deve essere presentata all’istituto bancario del debitore.

Chi deve protestare un assegno

Il protesto di un assegno costituisce a tutti gli effetti un atto formale. L’operazione deve essere effettuata da un pubblico ufficiale, che generalmente è un notaio o un ufficiale giudiziario.

La procedura è importante, perché permette di formalizzare ufficialmente il mancato pagamento e determina una serie di conseguenze legali e finanziarie per chi ha emesso l’assegno scoperto.