Affitti brevi, nuove regole da settembre: accordo sul codice identificativo nazionale

Dopo l'estate entrerà probabilmente in vigore il programma del governo Meloni in merito agli affitti brevi: ecco cosa sapere in merito

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Da tempo si discute di una trasformazione imminente del sistema degli affitti brevi. Un nuovo passo in avanti è stato compiuto in tal senso, in connessione con il meccanismo unico di identificazione delle strutture. In parole povere il codice identificativo nazionale. C’è stato lo step cruciale, ovvero il parere favorevole delle Regioni. Ciò si è verificato durante la commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e province autonome. Strada spianata, dunque, per l’interoperabilità delle banche dati regionali.

Codice identificativo nazionale

Non sono ancora state segnalate delle tempistiche certe, ma tutto lascia pensare come il nuovo sistema degli affitti brevi sarà attivo dopo l’estate. Da cerchiare in rosso sul calendario, probabilmente, il primo settembre 2024.

Il codice identificativo nazionale farà parte di un sistema antifrode, connesso a un settore economicamente esploso negli ultimi anni, al punto tale da generare profonde polemiche. Si pensi infatti al caro affitti generato come diretta conseguenza.

Ci si avvicina, dunque, al definitivo via libera, che ormai è dato per scontato. Il vero ostacolo, come detto, è stato appena superato. Il governo di Giorgia Meloni prevede che tutte le strutture ricettive, siano esse case o appartamenti, espongano un codice numerico che possa garantirne l’identificazione e la verifica del rispetto delle norme.

Chi è intenzionato a cimentarsi nel mondo degli affitti brevi, o ne fa già parte, dovrà dunque accettare di registrarsi presso la banca dati nazionale. Non è di certo la prima volta che si affronta questa tematica, anzi. Si tratta di una norma che ha trovato spazio nel decreto Anticipo di fine 2023. Per quanto sembrasse imminente la messa in atto, così da rendere il tutto ufficiale in anticipo rispetto all’estate 2024, il tutto non si è tradotto in un decreto attuativo. Come detto, ormai lo step più importante è stato completato e non si attende altro che l’intesa Stato-Regioni, per la quale occorre attendere la riunione di maggio.

Nuove regole e tempistiche

Settembre sembra il mese più probabile per la pubblicazione, che sarà anticipata da una fase di sperimentazione. Ciò non vuol dire, però, che dal nono mese di quest’anno tutte le strutture che operano nel settore degli affitti brevi debbano essere in regola.

È previsto ovviamente un cuscinetto temporale per garantire a tutti i soggetti di adattarsi. Un totale di sessanta giorni a partire dalla pubblicazione. Si consiglia però di operare per tempo, considerando la burocrazia italiana, tra invio delle istanze, rilascio del codice e affissione fisica.

Tutto ciò però non riguarda tutti coloro che affittano un immobile. È bene comprendere cosa si intenda per “affitti brevi” con esattezza. Si considera tale un periodo al di sotto della soglia dei 30 giorni.

In caso di affitti di medio e lungo periodo, le vecchie regole non cambieranno di una virgola. Se invece si rientra in circuiti come Booking, Airbnb e simili, affittando magari il proprio secondo appartamento ai turisti, si dovrà inviare un’istanza. Si procederà dunque a dichiarare tutti i dati richiesti, come quelli catastali e relativi agli impianti di sicurezza installati. Tutto ciò andrà ad arricchire una banca dati nazionale.

Ottenuto il Cin, ovvero il codice identificativo nazionale, lo si dovrà esporre tanto nella struttura quanto in ogni singolo annuncio fisico e online. Il governo è pronto al pugno duro e chi non rispetterà le norme andrà incontro a multe fino a 5mila euro, in caso di codice ottenuto ma non esposto, fino a 8mila euro in assenza totale del Cid.