Migranti: ancora sbarchi, Lampedusa al collasso. Duro attacco di Salvini a Meloni
Migranti: ancora sbarchi, Lampedusa al collasso. Duro attacco di Salvini a Meloni
L'isola è sovraccarica, la gestione degli arrivi è divenuta insostenibile, e fa scattare le accuse incrociate dentro il governo. Lollobrigida dà la colpa ai governi precedenti, ma la Lega si smarca: "La strategia della Meloni non funziona".
15 Settembre 2023 09:35
Fonte: ANSA
Meloni Salvini
Ancora sbarchi a Lampedusa. Nella notte sono arrivati sull’isola 204 migranti, soccorsi dalle motovedette di Guardia costiera e Gdf. La notte precedente sull’isola non erano avvenuti sbarchi, ma sulla maggiore delle Pelagie erano presenti 4.200 migranti, tra cui 257 minori non accompagnati, ospiti nell’hotspot di contrada Imbriacola, arrivato a ospitarne quasi 7mila. Più degli stessi abitanti di Lampedusa, il cui sindaco Filippo Mannino ha chiesto esplicitamente aiuto: “Siamo allo stremo, aiutateci, servono personale e mezzi”. Così come allo stremo sono i migranti, tanti minori senza genitori, adolescenti che viaggiano da soli, tante donne con le mani sul pancione. E non meno volontari, medici e infermieri del piccolo Poliambulatorio, della Croce Rossa, della Protezione civile, tutti ormai senza turni, svegli ogni notte.
Una situazione insostenibile che certifica il fallimento della strategia del governo, che aveva stretto accordi con la Tunisia ora disattesi, e innesca tensioni nella maggioranza. La Lega si è scagliata apertamente contro la Meloni (“A occhio non sta funzionando”), e i tanti (troppi?) fronti aperti dall’esecutivo contro l’Unione Europea (PNRR, ratifica Mes, vicinanza a Orban) non aiutano, con Francia e Germania che hanno – si spera momentaneamente, l’accusa all’Italia è di non adempiere agli obblighi del Patto di Dublino – sospeso la collaborazione. Ma lo scontro nel governo è aperto, Salvini cerca voti a destra e l’intensità dello scontro sale, con esiti difficilmente prevedibili a meno di un anno dalle elezioni Europee in cui, vista la legge elettorale proporzionale, sarà tutti contro tutti.
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L'accusa della Lega
Come detto ad alzare i torni è stato il partito di Matteo Salvini. Se sui temi economici il segretario ed il ministro dell'Economia Giorgetti giocano in sostanza al poliziotto buono e poliziotto cattivo nei confronti di palazzo chigi, sulla questione migranti gli attacchi sono decisamente più diretti. "A occhio no". Con queste parole il vicesegretario della Lega Andrea Crippa risponde alla domanda di Affaritaliani.it se la strategia finora adottata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ovvero la via della diplomazia con i viaggi in Tunisia insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, abbia funzionato per fermare l'immigrazione clandestina.
"Bisogna tornare a fare ciò che faceva Salvini quando era ministro dell'Interno. Lui ha dimostrato che i problemi si possono risolvere con atteggiamenti più rigidi. Non parlo solo del ripristino dei decreti Salvini del 2018 ma anche di un atteggiamento che deve essere più deciso".
La premier è stata troppo morbida? "Meloni ci ha provato, giustamente, con la via diplomatica a risolvere il problema. Ma l'Europa non ci sta aiutando per niente, anzi gli altri Paesi stanno chiudendo le frontiere e noi dobbiamo ospitare tutti i clandestini. La via diplomatica non ha portato a niente. Ieri sono arrivati 121 barchini e 6.000 migranti, il governo della Tunisia, è evidente, ha dichiarato guerra all'Italia. Non è possibile che un Paese come l'Italia sia sotto ricatto degli Stati del Nord Africa, come la Tunisia. E il tutto con l'Europa che non interviene e chiude le frontiere. La via diplomatica non ha funzionato, ora bisogna essere più decisi e incisivi", conclude Crippa.
Salvini ha rincarato la dose, denunciando un “atto di guerra” da parte della criminalità che gestisce gli sbarchi e poi grida al complotto: “Sono convito che ci sia una regia dietro questo esodo – aggiunge – Ne parleremo pacatamente in seno al governo italiano, ma non possiamo assistere ad altre scene simili”, spiega il leghista aggiungendo che non esclude alcun intervento da parte del governo.
La risposta del governo
Sull’attacco di Crippa, da Palazzo Chigi arriva una nota relativa all’esito dell’incontro con Viktor Orbán a Budapest: "La migrazione è una sfida comune per l’Unione che richiede una risposta collettiva". Poco prima il ministro Lollobrigida aveva indicato i governi precedenti come principali responsabili, con l'accusa di non aver predisposto politiche efficaci e piani a lungo termine. Forza Italia cerca una posizione di equilibrio, per voce del ministro degli Esteri Tajani. Il Patto di Dublino, dice il vicepremier di FI, “deve essere superato”. Posizioni che riflettono a loro volta una competizione in vista delle elezioni europee che andrà avanti fino a giugno.
Il problema Tunisia
Come accennato, è chiaramente naufragato l'accordo di inizio estate fra Giorgia Meloni (accompagnata da Von der Leyen e dall'olandese Mark Rutte) e il presidente tunisino Kais Saied. Meloni ha parlato esplicitamente di "ricatto" con i suoi fedelissimi. Per il governo il problema è enorme, anche perché la premier aveva fatto grande affidamento su quell'accordo che ora il Parlamento Ue chiede di rimettere in discussione. La Tunisia è in una grave crisi economica, i 155 milioni di euro promessi non sono ancora arrivati, ed è partita la ritorsione. L'onda dei disperati ha travolto anni di promesse, la realtà dei flussi è molto più complicata delle risposte offerte. Meloni chiede a von der Leyen "i soldi promessi dalla Ue alla Tunisia", l'Europa risponde che prima vuole vedere i progetti in cui quei soldi finiranno. A pagarne il conto, per ora, sono i migranti e lampedusa, sempre più sola.