Concorsi pubblici, rinunce di massa: dove candidarsi

Rinunce da record e posti scoperti dopo i concorsi pubblici: il Nord schiva le selezioni, il Sud resta invece il punto di riferimento per le assunzioni

Pubblicato: 19 Febbraio 2023 17:00

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il concorso pubblico, quello che in tanti aspettano da una vita per raggiungere la tanto agognata stabilizzazione lavorativa, a volte è utopia, altre invece è quel che succede dopo le selezioni a lasciare tutti a bocca aperta. Nonostante negli ultimi anni siano aumentate le occasioni per partecipare a concorsi, alla fine le assunzioni si sono ridotte all’osso, con due candidati su 10 che rinunciano al posto preferendone un altro. Non è una questione di poco, soprattutto per il Governo che ha di recente messo a disposizione 2.800 posti con contratti a termine legati al Pnrr.

La fuga dei vincitori dei concorsi pubblici

Quel che sta succedendo negli ultimi mesi in Italia sembra non avere eguali nella storia. Aumentano le occasioni di concorsi pubblici che hanno nuove regole, ma aumentano anche le rinunce finali al posto dopo aver passato la selezione. Le figure ricercate, per esempio per il Pnrr, sono molto specialistiche nell’ambito economico, giuridico, informatico, statistico-matematico, ingegneristico, ingegneristico-gestionale, ma una volta superate le prove di rito il tutto si conclude con un nulla di fatto.

In materia di Pnrr la sede di lavoro è Roma, ma una volta passate le selezioni, ben 400 degli 800 esperti prescelti si sono tirati indietro, non hanno accettato il posto. Il perché? Probabilmente perché buona parte dei “rinunciatari” aveva partecipato anche ad altre selezioni. Così dovendo scegliere tra il contratto a tempo legato al Pnrr o un posto fisso un un’altra amministrazione, hanno scelto quest’ultimo.

Si tratta dell’ennesimo caso di “guerra tra amministrazioni” dello Stato per accaparrarsi i profili specialistici, un “conflitto” che sta iniziando a diventare un grosso problema, a dirla tutta serio vista la campagna massiccia che prevede quest’anno ben 156.000 assunzioni nel Pubblico impiego.

Concorsi pubblici, i numeri dei rinunciatari

Un vero e proprio campanello d’allarme risuona in tutta Italia. Guardando ai numeri, infatti, nel 2021 secondo i dati contenuti nella Relazione del Formez, la percentuale di posti messi a concorso. Se il problema non si pone se la Pubblica amministrazione cerca un assistente sociale o un ispettore del lavoro, diverso è il caso di ricerca di un ingegnere o un architetto, con quasi l’80% dei posti che rimane sguarnito.

Anche nei profili “giuridici-amministrativi”, i classici funzionari pubblici, il tasso di mancata copertura ha iniziato a crescere e ha raggiunto il 15%. Un dato che preoccupa le amministrazioni che, in un modo o in un altro, stanno cercando di correre ai ripari. Come? Nei prossimi mesi l’Agenzia delle entrate lancerà un concorso per 2.500 funzionari di vari profili, ma se prima serviva un tirocinio di un anno per essere assunti, ora questo obbligo verrà meno, per evitare che fosse un disincentivo per i vincitori del concorso ad accettare il lavoro all’Agenzia orientandosi verso altre amministrazioni.

Ma il dato che stupisce è la tendenza del Nord a schivare i concorsi. Il Sud, infatti, è stato da sempre un grande bacino che ha fornito dipendenti pubblici al Nord. Sette candidati su dieci, secondo i dati del Formez, arrivano dal Meridione e sei su dieci degli idonei vengono dal Sud. Ad oggi solo l’1,4% dei candidati arriva dal Veneto, e poco più del 2% dalla Lombardia, contro il 20% dal Lazio o il 16% dalla Campania.