Casteldaccia, morti 5 operai per intossicazione: continuano la stragi sul lavoro in Italia

Morti cinque operai mentre lavoravano nelle fogne di Casteldaccia per aver respirato idrogeno solforato: potevano salvarsi indossando una maschera protettiva. Aperta l'indagine.

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

A Casteldaccia, comune del palermitano, cinque operai sono morti mentre lavorano alla rete fognaria. Le vittime sono rimaste intrappolate nella vasca interrata dell’impianto di sollevamento mentre svolgevano dei lavori di manutenzione della struttura e, così come confermato dal comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandra, sarebbero decedute per soffocamento da idrogeno solforato. Si tratta di quattro tecnici che lavoravano per la Quadrifoglio Group, azienda che opera per conto di Amap, Azienda municipale acquedotti, che gestisce le condotte idriche e fognarie nella provincia di Palermo, e di un interinale della Amap. Il computo delle persone coinvolte nell’incidente si aggrava anche con il ferimento di altri lavoratori: un uomo di 62 anni è ricoverato in condizioni gravissime in ospedale, mentre altri tre hanno riportato ferite più lievi.

Casteldaccia, morti 5 operai

Stando alle prime ricostruzioni dell’incidente sul lavoro di Casteldaccia, le vittime stavano lavorando nei cunicoli dell’impianto di sollevamento delle acque reflue, ma sarebbero stati soffocati dall’idrogeno solforato. Si tratterebbe, inoltre, di un incidente a catena innescato dal malore di un primo operaio, per soccorrere il quale un secondo addetto si sarebbe calato nella vasca, salvo poi sentirsi male anch’egli. Il meccanismo avrebbe coinvolto, via via, sei persone, con l’ipotesi descritta che al momento è al vaglio degli inquirenti.

Operai morti per mancanza di precauzioni

A rendere più sconcertante l’incidente di Casteldaccia sono anche le parole rilasciate dal comandante Fiandra in merito alla mancata sicurezza dell’intervento che veniva svolto dagli operai: “Se fossero state prese tutte le precauzioni del caso tutto questo non sarebbe successo”. In base alle ricostruzioni fornite dai soccorritori, infatti, è emerso che nessuna delle persone coinvolte nell’incidente indossasse la mascherina di protezione, motivo questo che accende ancora di più i riflettori sulle aziende per cui operavano le vittime e i feriti. “È una cosa assurda – ha detto il presidente di Amap Alessandro Di Martino – L’odore era tale che non è comprensibile come non si siano protetti”.

I nomi delle vittime di Casteldaccia

I cinque operai morti a Casteldaccia sono Epifanio Assazia di 71 anni, GiuseppeMiraglia, Roberto Raneri di 50 anni, Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera. Ci sono poi i feriti, il più grave dei quali è Domenico Viola di 62 anni, le cui condizioni vengono descritte dal Policlinico di Palermo come gravissime. È attualmente in coma. Non destano invece preoccupazioni le condizioni di altri tre lavoratori coinvolti, Giovanni D’Aleo, Giuseppe Scavuzzo di 39 anni e Paolo Sciortino di 35 anni. Gli ultimi due sono stati trasportati al pronto soccorso di Termini Imerese, mentre il primo all’ospedale Policlinico.

Le morti sul lavoro in Italia

L’incidente di Casteldaccia riapre la ferita mai chiusa delle morti sul lavoro in Italia. I numeri, purtroppo, sono sempre in aggiornamento: secondo l’Osservatorio nazionale morti sul lavoro di Bologna, nel 2023 le vittime sul sono state quasi 1500, mentre l’Inail registra più di 350 morti dall’inizio 2024, con una media di tre decessi al giorno. I settori più colpiti sono l’edilizia e l’agricoltura, con le stragi quasi sempre accomunate dall’abuso di subappalti e da inadeguate norme di sicurezza. Nel caso di Casteldaccia, su cui andranno fatti tutti i dovuti accertamenti da parte degli inquirenti, è possibile dire Amap gestisce la rete idrica e fognaria di Palermo e di altri 53 Comuni della Provincia e, da diversi anni, ha esternalizzato alcuni servizi utilizzando operai, ditte private e interinali in attesa di terminare le procedure di concorso per nuove assunzioni pendenti dal 2022.