Grande banca chiude filiali in tutta Italia: i tagli al personale

Insieme al nuovo piano industriale Bper Banca annuncia la chiusura di 600 sportelli entro il 2024

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Bper Banca presenta il nuovo piano industriale e annuncia la chiusura su tutto il territorio nazionale di 600 filiali entro il 2024, con 3.300 esuberi a fronte di 1.450 assunzioni. Si tratta del 29% degli sportelli del totale del gruppo, che cesseranno le loro attività o saranno ceduti perché ritenuti non performanti, troppo vicini ad altri o non localizzati in territori ad elevato potenziale di sviluppo. Di questi sono stati già chiusi 140.

Grande banca chiude filiali in tutta Italia: il piano industriale

Il piano industriale 2022-2025 presentato da Bper prevede la razionalizzazione della rete distributiva che “sarà abilitata dalla progressiva digitalizzazione dell’offerta e dal parallelo sviluppo e rafforzamento di canali distributivi specializzati (centri imprese, centri private)”.

Accanto al ridimensionamento del numero di sportelli c’è in progetto l’estensione di modelli “lean” di filiale, cioè attraverso sistemi di management “snelli” che abbattano gli sprechi attraverso processi standardizzati a basso costo, grazie all’introduzione di tecnologia self come, ad esempio ATM evoluti, Casse Self assistite o Remote Teller.

Da quanto emerge dal piano industriale, Bper prevede di realizzare nel 2025 un utile netto di 800 milioni , con un ritorno sul capitale tangibile (rote) superiore al 10% e un payout ratio (percentuale di utile destinata a cedola) del 50%.

Nel corso del quadriennio è attesa una distribuzione di dividendi per almeno un miliardo di euro e il mantenimento di “un’elevata solidità patrimoniale, attraverso un indice Cet1 fully phased superiore al 13%”.

Il gruppo ha comunicato inoltre che il percorso di riduzione degli Npl (Non perfoming loans) verrà accelerato con un mix di azioni industriali e cessioni, con l’obiettivo di arrivare a fine piano con crediti deteriorati lordi al 3,6%.

“Il Piano Industriale 2022-2025 approvato dal cda, delinea una nuova fase di sviluppo del Gruppo Bper Banca con obiettivi ambiziosi ma che sappiamo essere alla nostra portata – ha spiegato l’amministratore delegato di Bper, PIero Luigi Montani – facendo leva sui ragguardevoli risultati raggiunti oggi in termini di miglioramento del posizionamento competitivo, redditività e qualità del credito”.

“L’utile netto atteso al 2025 pari a circa 800 milioni di euro, sarà raggiunto grazie al potenziamento delle nostre fabbriche prodotto nei business strategici del Gruppo rafforzando il nostro modello di banca multi-specialista, con l’obiettivo di accrescere ulteriormente la componente commissionale all’interno dei ricavi”, ha aggiunto Montani

Grande banca chiude filiali in tutta Italia: l’acquisizione di Banca Carige

L’ad del gruppo ha commentato anche lo stato dell’arte del processo di integrazione di Banca Carige che dovrebbe essere completato entro il 2022 (qui abbiamo spiegato cosa cambia per i clienti l’acquisizione di Carige da parte di Bper).

“Siamo molto soddisfatti dell’operazione di acquisizione di Banca Carige, che abbiamo fortemente voluto. Siamo certi di poterla chiudere nei tempi previsti anche se dovremo correre – ha assicurato Montani – La fusione verrà eseguita entro fine novembre. L’operazione ci consentirà di crescere come scala operativa ed è interessante anche perché ha un impatto patrimoniale molto basso e contiamo in breve tempo di iniziare a generare valore grazie alle sinergie di costi e ricavi. Si tratta anche di una buona operazione per quanto riguarda i dipendenti e il territorio di Carige e anche per il sistema bancario nel suo complesso”.

Tra le novità del piano c’è inoltre la creazione, nel secondo semestre 2023 di un polo Wealth Management & Asset Management tramite la valorizzazione di Banca Cesare Ponti, acquisita nell’operazione con Banca Carige.

“Su Banca Cesare Ponti vogliamo investire, forse rilanciare non è il temine giusto – ha dichiarato ancora l’ad – Vogliamo investire e rendere importante tutta quest’area”.

“Abbiamo l’ambizione di concentrare i comparti WM&AM di gruppo in un veicolo specializzato, ovvero Banca Cesare Ponti – ha spiegato Roberto Ferrari, Chief Financial Officer – Vagliamo renderlo un presidio diretto della clientela private e centro investimenti a servizio del gruppo, vogliamo massimizzare le sinergie con le altre fabbriche prodotti e vogliamo stabilire una politica retributiva e degli incentivi focalizzata allo sviluppo del business sia distributivo che di produzione” (qui avevamo parlato dell’allerta truffe inviato da Bper ai clienti sulle polizze fantasma).