Gaza, Hamas accetta l’accordo sul cessate il fuoco: per Israele “è il solito trucco”

Il capo dell’ufficio politico di Hamas ha riferito del benestare del suo gruppo al cessate il fuoco, per Israele si tratterebbe però di "una proposta unilaterale"

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Ci sono nuovi sviluppi importanti nel conflitto in Medioriente, con Hamas che ha annunciato di avere accettato la proposta di cessate il fuoco arrivata dai mediatori di Egitto e Qatar. Più nel dettaglio, Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha riferito in una telefonata al primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e al ministro dell’intelligence egiziano Abbas Kameai, che il gruppo da lui rappresentato è disponibile a porre fine a sette mesi di guerra con Israele. Da Tel Aviv, dopo un iniziale silenzio, sono arrivati i primi commenti che dimostrano che lo Stato ebraico non creda alle parole dell’avversario.

Hamas dice sì al cessate il fuoco

L’annuncio del consenso di Hamas sul cessate il fuoco è arrivato poche ore dopo che il governo israeliano ha ordinato ai cittadini palestinesi di iniziare a evacuare la città di Rafah, nel sud di Gaza, per l’annunciata operazione di terra della forza militare israeliana. Proprio quest’area, secondo fonti dello Stato ebraico, sarebbe l’ultimo baluardo della resistenza dei fondamentalisti. Ecco dunque che il cambio di direzione annunciato da Hamas ha, di nuovo, invertito lo scenario, portando a grandi manifestazioni di conforto da parte dei cittadini di Rafah.

Israele: “Una proposta unilaterale”

Dopo essersi fatte un po’ attendere, sono arrivate anche le prime dichiarazioni da parte israeliana. Il ministro dell’Economia israeliano, Nir Barkat, ha incontrato a Roma la stampa italiana dicendo: “Hamas non ha accettato l’accordo. È il loro solito trucco“. Sulla stessa linea anche il commento rilasciato da un alto funzionario israeliano al sito Ynet: “Gli egiziani hanno unilateralmente forzato tutti i parametri in modo che Hamas fosse d’accordo“, aggiungendo poi che “questa proposta è inaccettabile per Israele“. Il passo in avanti di Hamas verso il cessate il fuoco, dunque, non troverebbe al momento terreno fertile nello Stato ebraico, con il team negoziale israeliano che ha detto: “Stiamo verificando la proposta e le sue conseguenze”.

I dettagli sul cessate il fuoco approvato da Hamas

Al momento non sono noti i dettagli dell’accordo sul cessate il fuoco accettato da Hamas. Non si sa, ad esempio, se il nuovo scenario raggiunto potrebbe portare alla fine della guerra e al ritiro completo delle truppe di Israele dalla Striscia di Gaza. Israele, tramite il portavoce del suo esercito, Daniel Hagari, ha tuttavia annunciato che “l’azione nella Striscia di Gaza” proseguirà, con lo Stato ebraico che esplorerà comunque “qualsiasi proposta”. La prospettiva di un attacco di terra a Rafah non sembrano dunque essere ancora state eliminate del tutto.

Le trattative tra Hamas e Israele

Le trattative per chiudere lo scenario di guerra tra Israele e Palestina, si legga Hamas, sono riprese alcuni giorni fa al Cairo con il principale obiettivo di sbloccare la situazione relativa al rilascio degli ostaggi. Nelle prime ore delle trattative era stata Hamas a gelare i negoziati sottolineando che mai e poi mai si sarebbe potuto raggiungere un accordo senza che Israele avesse accettato la fine, totale, dell’offensiva nella Striscia. Sempre i portavoce di Hamas avevano accusato direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu di ostacolare, “per interessi personali”, il percorso che conduceva a un accordo per il cessate il fuoco.

Dall’altra parte della barricata Israele, che aveva detto di non essere pronta ad accettare “in nessun caso la fine della guerra come parte di un accordo per il rilascio dei propri ostaggi”. Nelle stesse ore lo Stato ebraico prometteva l’offensiva su Rafah, malgrado le protesta popolari che chiedevano un cessate il fuoco e il raggiungimento di un accordo. Anche gli Stati Uniti, tramite il presidente Joe Biden, si sono dimostrati contrari alla possibilità dell’attacco di Netanyahu.