Lo stato di paura e di apprensione diffusosi a causa dell’emergenza Coronavirus si è tradotto – purtroppo – in terreno fertile per gli sciacalli.
E così, tra sedicenti imprenditori pronti a vendere mascherine anti-contagio miracolose, igienizzanti in grado di distruggere il virus e prodotti “curativi”, in questi giorni stanno aumentando sempre di più le truffe che sfruttano l’allarme Coronavirus per trarre in inganno le persone. Ecco quelle più diffuse.
“Guida utile per difendersi dal Coronavirus”: il file pdf che ti ruba i dati
Una delle truffe che sta raggiungendo con grande velocità un numero impressionante di persone è sicuramente quella relativa alla “Guida utile per difendersi dal Coronavirus“, con tanto di consigli e misure di sicurezza contenute in un file pdf che molti utenti – inconsapevoli – stanno continuando ad inviare. Il documento che circola in rete, e che è arrivato anche su molte chat di whatsapp, non è però stato rilasciato dalle autorità, poiché si tratta di una comunicato fasullo fatto circolare solo per truffare la gente.
Il file in questione è infatti un virus che, una volta scaricato, è in grado di infettare il dispositivo dove è stato salvato e/o avviato il download rubando tutti i dati dell’utente. Attenzione però, non si tratta di un unico tentativo di phishing: il documento è stato spesso inoltrato con nomi diversi (denominato di volta in volta) e viene inviato non solo tramite servizi di messaggistica istantanea (come WhatsApp o Messenger appunto) ma anche tramite email.
La truffa del vaccino contro il Coronavirus
Tra le truffe denunciate dalle autorità vi è anche quella del vaccino contro il Coronavirus . Diverse persone avrebbero ricevuto in queste giorni delle telefonate dove, nello specifico, veniva chiesto loro un contributo (di circa 50 euro) per poter ricevere poi il vaccino per il COVID-19 direttamente a casa.
Le ASL regionali si sono subito attivate per smentire categoricamente l’iniziativa. Sul vaccino, infatti, ricercatori e scienziati stanno ancora lavorando, ed ogni comunicazione riguardante una possibile cura per il Coronavirus non sarà rilasciata in futuro se non da parte degli organi competenti.
Il tampone a domicilio
Quella del tampone a domicilio è stata una delle prime truffe che ha aperto diverse porte ai malfattori del Coronavirus. Mascherati da finti operatori sanitari, questi si sono presentati nelle case delle persone (sopratutto anziani) affermando di essere stati mandati lì dall’ASL territoriale per effettuare tamponi a domicilio e tracciare la diffusione del virus.
Niente di tutto questo, ovviamente, era vero, tant’è che una volta entrati negli appartamenti – mentre un complice distraeva i malcapitati – il passo successivo era quello di fare razzia di soldi, beni e averi a portata di mano.