Crisi del gas, è caccia al pellet: ma è sostenibile?

Le stufe a pellet implicano consumi minori ma, oltre al gas, anche il prezzo di questo materiale è salito alle stelle nell'ultimo anno con aumenti pari al 100%

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Le famiglie italiane saranno costrette a fare i conti con rincari e rinunce questo autunno. L’Istat ha rilevato un aumento del tasso di inflazione che si attesta ad agosto al +8,4% su base annua. Rimini si attesta su alcuni decimali in meno, ma in ogni caso si tratta del dato più elevato dal 1985.

Questi rincari colpiscono in maniera disuguale le persone e le famiglie, aumentando le disparità e le disuguaglianze a svantaggio delle fasce meno abbienti e più fragili. Uno dei fronti “più caldi” sarà il riscaldamento: i costi per le famiglie aumenteranno di 49% per il gasolio riscaldamento, 62% per il gas in regime di maggior tutela e 99% per il pellet.

Quanto peseranno i rincari

Con l’arrivo dell’inverno, è tempo di pensare alle spese per il riscaldamento. Se il vostro impianto è alimentato a gas metano, Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha annunciato un aumento del 46% del costo del gas.

Questo significa che, per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, la bolletta del riscaldamento sarà aumentata del 62%, con una spesa di 1.479 euro nel 2022-2023. Se il vostro impianto è alimentato a gasolio, la spesa sarà di 2.309 euro, il 49% in più rispetto all’anno scorso. Quindi, fate i vostri conti in base alla tipologia di impianto di cui disponete e preparatevi a un inverno più costoso del solito.

Nel caso invece di un impianto alimentato a pellet, il rincaro è ancora più rilevante. Il costo del sacco da 15 kg di pellet è raddoppiato rispetto allo scorso anno, passando da 5 euro a 10 euro. Per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, una famiglia spenderà 1.333 euro nel 2022-2023, il 99% in più rispetto ai 670 euro del 2021-2022.

Costi alle stelle per il pellet

C’è una situazione complicate nel mondo del pellet. Già a giugno i prezzi erano praticamente raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021. Inoltre, i rivenditori segnalano che per la prossima stagione ci sarà una disponibilità inferiore del 25-30%.

Nel mese di aprile, Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali aveva già fotografato la situazione, nel dettaglio:

  • Al Nord-Ovest, per i sacchetti da 15 chili i prezzi oscillavano da un minimo di 4,94 euro fino a un massimo di 8,05 euro
  • Al Nord-Est la situazione era pressoché simile, da 4,62 euro fino a un massimo di 8,88 euro
  • Nel Centro e al Sud il pellet era più economico, mentre nelle isole arrivava a costare fino a 9,52 euro

Nuovi rincari in vista

Con le stagioni fredde alle porte e la crescente domanda, causata anche dalla paura dell’incremento folle del prezzo del gas, la situazione non è affatto migliorata. Rispetto ad aprile la situazione è peggiorata e ormai il prezzo medio del pellet oscilla tra i 10 e gli 11 euro a sacchetto. Esistono però siti specializzati dove è possibile trovare il pellet a 16 euro a sacco.

Perché è aumentato così tanto il pellet

Sono diversi i fattori che hanno contributo al grande aumento del costo del pellet e sono, gioco forza, legati all’attuale crisi energetica provocata dal conflitto russo in Ucraina. Ma vediamo più nel dettaglio cosa ha provocato l’impennata del prezzo del pellet:

  1. In Italia, il riscaldamento con stufa a pellet è una scelta popolare, ma questo significa che il paese è dipendente dagli altri per l’approvvigionamento di questo prodotto. La Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Austria e la Croazia sono i principali fornitori di pellet per l’Italia, ma questi pellet sono derivati da scarti di lavorazione del legno provenienti dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia.
  2. I prezzi del gas naturale stanno aumentando in tutto il mondo, e questo sta avendo un impatto anche sul mercato del pellet in Italia. Molti italiani, infatti, hanno recentemente deciso di investire in stufe a pellet per risparmiare sui costi del gas. La domanda di pellet è quindi aumentata esponenzialmente, e molti produttori stanno privilegiando il mercato interno per soddisfare la domanda.
  3. I prodotti di consumo sono in aumento e questo è dovuto principalmente ai costi del trasporto. I carburanti sono alle stelle e questo ha un impatto sul prezzo finale dei prodotti.

La sostenibilità ambientale del pellet

Una stufa o una termostufa a pellet può sembrare una scelta costosa inizialmente, ma è un investimento che pagherà nel tempo. Le stufe a pellet sono più efficienti dei gas naturali e del GPL, e producono meno emissioni di CO2. L’impatto ambientale dell’estrazione dei combustibili fossili è notevole, mentre l’uso di pellet certificati garantisce una gestione forestale sostenibile.

Il riscaldamento a pellet è un’ottima alternativa sostenibile alle fonti fossili ed è fondamentale ricorrere alle nuove tecnologie per un forte abbattimento delle emissioni. I nuovi modelli di riscaldamento a pellet hanno emissioni fino all’80 percento inferiori rispetto ai vecchi modelli.