Le famiglie italiane saranno costrette a fare i conti con rincari e rinunce questo autunno. L’Istat ha rilevato un aumento del tasso di inflazione che si attesta ad agosto al +8,4% su base annua. Rimini si attesta su alcuni decimali in meno, ma in ogni caso si tratta del dato più elevato dal 1985.
Questi rincari colpiscono in maniera disuguale le persone e le famiglie, aumentando le disparità e le disuguaglianze a svantaggio delle fasce meno abbienti e più fragili. Uno dei fronti “più caldi” sarà il riscaldamento: i costi per le famiglie aumenteranno di 49% per il gasolio riscaldamento, 62% per il gas in regime di maggior tutela e 99% per il pellet.
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Quanto peseranno i rincari
Con l’arrivo dell’inverno, è tempo di pensare alle spese per il riscaldamento. Se il vostro impianto è alimentato a gas metano, Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha annunciato un aumento del 46% del costo del gas.
Questo significa che, per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, la bolletta del riscaldamento sarà aumentata del 62%, con una spesa di 1.479 euro nel 2022-2023. Se il vostro impianto è alimentato a gasolio, la spesa sarà di 2.309 euro, il 49% in più rispetto all’anno scorso. Quindi, fate i vostri conti in base alla tipologia di impianto di cui disponete e preparatevi a un inverno più costoso del solito.
Nel caso invece di un impianto alimentato a pellet, il rincaro è ancora più rilevante. Il costo del sacco da 15 kg di pellet è raddoppiato rispetto allo scorso anno, passando da 5 euro a 10 euro. Per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, una famiglia spenderà 1.333 euro nel 2022-2023, il 99% in più rispetto ai 670 euro del 2021-2022.
Costi alle stelle per il pellet
C’è una situazione complicate nel mondo del pellet. Già a giugno i prezzi erano praticamente raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021. Inoltre, i rivenditori segnalano che per la prossima stagione ci sarà una disponibilità inferiore del 25-30%.
Nel mese di aprile, Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali aveva già fotografato la situazione, nel dettaglio:
- Al Nord-Ovest, per i sacchetti da 15 chili i prezzi oscillavano da un minimo di 4,94 euro fino a un massimo di 8,05 euro
- Al Nord-Est la situazione era pressoché simile, da 4,62 euro fino a un massimo di 8,88 euro
- Nel Centro e al Sud il pellet era più economico, mentre nelle isole arrivava a costare fino a 9,52 euro
Nuovi rincari in vista
Con le stagioni fredde alle porte e la crescente domanda, causata anche dalla paura dell’incremento folle del prezzo del gas, la situazione non è affatto migliorata. Rispetto ad aprile la situazione è peggiorata e ormai il prezzo medio del pellet oscilla tra i 10 e gli 11 euro a sacchetto. Esistono però siti specializzati dove è possibile trovare il pellet a 16 euro a sacco.
Perché è aumentato così tanto il pellet
Sono diversi i fattori che hanno contributo al grande aumento del costo del pellet e sono, gioco forza, legati all’attuale crisi energetica provocata dal conflitto russo in Ucraina. Ma vediamo più nel dettaglio cosa ha provocato l’impennata del prezzo del pellet:
- In Italia, il riscaldamento con stufa a pellet è una scelta popolare, ma questo significa che il paese è dipendente dagli altri per l’approvvigionamento di questo prodotto. La Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Austria e la Croazia sono i principali fornitori di pellet per l’Italia, ma questi pellet sono derivati da scarti di lavorazione del legno provenienti dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia.
- I prezzi del gas naturale stanno aumentando in tutto il mondo, e questo sta avendo un impatto anche sul mercato del pellet in Italia. Molti italiani, infatti, hanno recentemente deciso di investire in stufe a pellet per risparmiare sui costi del gas. La domanda di pellet è quindi aumentata esponenzialmente, e molti produttori stanno privilegiando il mercato interno per soddisfare la domanda.
- I prodotti di consumo sono in aumento e questo è dovuto principalmente ai costi del trasporto. I carburanti sono alle stelle e questo ha un impatto sul prezzo finale dei prodotti.
La sostenibilità ambientale del pellet
Una stufa o una termostufa a pellet può sembrare una scelta costosa inizialmente, ma è un investimento che pagherà nel tempo. Le stufe a pellet sono più efficienti dei gas naturali e del GPL, e producono meno emissioni di CO2. L’impatto ambientale dell’estrazione dei combustibili fossili è notevole, mentre l’uso di pellet certificati garantisce una gestione forestale sostenibile.
Il riscaldamento a pellet è un’ottima alternativa sostenibile alle fonti fossili ed è fondamentale ricorrere alle nuove tecnologie per un forte abbattimento delle emissioni. I nuovi modelli di riscaldamento a pellet hanno emissioni fino all’80 percento inferiori rispetto ai vecchi modelli.