Quanto guadagna un magistrato in Italia?

I magistrati sono i dipendenti pubblici più pagati, viste le grandissime responsabilità e il percorso per iniziare la carriera di giudice o PM

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Quella del magistrato è una professione particolarmente autorevole e ambita, oltre che ben remunerata. Il compenso corrisponde all’alto grado di responsabilità di cui si fa carico questa figura, che è molto discussa ed esposta non solo a critiche e minacce verbali, ma anche a pericoli concreti. Sono molti i giudici e i pubblici ministeri che hanno perso la vita a causa del proprio lavoro, perché coinvolti in casi importanti e scandali che hanno coinvolto la criminalità organizzata e il mondo della politica.

Prima di percorrere questa strada, è necessario valutare anche la possibilità di dover lavorare molto lontano da casa, magari in in zone remote e disagiate o particolarmente “difficili”. E soprattutto di dover dedicare la propria vita allo Stato, facendo delle importanti rinunce nella sfera privata.

Anche per queste ragioni lo stipendio di un magistrato è molto alto, e lo è anche se raffrontato con quello di altri dipendenti della Pubblica Amministrazione e addirittura dei manager della PA. Si tratta infatti dei dipendenti pubblici più pagati, e la retribuzione è ben più alta di quella dei lavoratori di altri settori, anche di quelli che non sono certo meno prestigiosi o meno difficili.

Che cosa fa il magistrato: i possibili ruoli

Il magistrato è un funzionario pubblico con poteri giudiziari. Fa rispettare e applica la legge dello Stato, conducendo un processo in ogni sua fase. Può scegliere durante la carriera di dedicarsi a una delle due funzioni: quella giudicante o quella requirente. In base a tale scelta, assume uno dei seguenti ruoli.

  • GIP (Giudice per le indagini preliminari), con funzioni di garanzia per l’indagato durante la fase delle indagini preliminari.
  • Giudice amministrativo, che si occupa di controversie con la Pubblica Amministrazione.
  • Giudice civile, che decide su controversie tra privati.
  • Giudice di pace, che interviene in cause civili o penali con sanzioni lievi.
  • Giudice penale, che decide sull’accusa.
  • GUP (giudice dell’udienza preliminare), che decide sull’eventuale rinvio a giudizio o l’applicazione della pena.
  • PM (pubblico ministero), procuratore aggiunto e sostituto, che esercitano l’azione penale.

Che differenza c’è tra giudice e PM?

Il giudice è l’organo che decide delle controversie, mentre il pubblico ministero è un magistrato che deve sostenere l’interesse pubblico nel processo e nelle sue fasi preliminari. Dunque il giudice decide su una causa, in solitaria o all’interno di un organo collegiale.

Il pubblico ministero invece indaga su un reato o un crimine, esaminando le prove e la documentazione, e conducendo le indagini con il supporto della Polizia giudiziaria.

Separazione delle carriere: perché se ne discute

Non esiste una vera differenza di carriera, ma varie riforme hanno introdotto de facto una separazione tra la funzione requirente e quella giudicante. Dal 2006 era possibile fare il passaggio solo 4 volte durante la carriera. La riforma Cartabia del 2022 ha limitato questa possibilità a una nei primi 10 anni.

In Parlamento sono state proposte negli anni diverse leggi costituzionali per dividere nettamente le due funzioni. Chi vuole la separazione delle carriere sostiene che la funzione giudicante e quella requirente non possano essere compatibili. Chi accusa, insomma, non dovrebbe essere la stessa figura che poi decide del futuro dell’indagato.

Chi è contrario ai cambiamenti sostiene che, come sancito dalla Costituzione, la magistratura è già autonoma e indipendente, e deve rispondere solo alla legge. Pertanto ci sarebbero già tutte le garanzie del caso, dato che nessun magistrato dovrebbe perseguire fini personali, ma agire solo e soltanto nell’interesse dello Stato e della giustizia.

Come si diventa magistrato in Italia

Per diventare magistrato in Italia, dopo la laurea magistrale in Giurisprudenza è necessario seguire uno dei seguenti percorsi.

  • Pratica forense della durata di almeno 18 mese e superare l’esame di avvocatura.
  • Scuola di specializzazione della durata di 2 anni per le professioni legali, a cui si accede con un concorso pubblico e durante la quale si svolge un tirocinio negli uffici giudiziari.
  • Tirocinio di almeno 18 mesi negli uffici giudiziari oppure nell’Avvocatura dello Stato.
  • Svolgere un dottorato di ricerca in materie giuridiche, della durata di 3 anni.

In seguito è necessario partecipare a un concorso pubblico in magistratura, tra i più difficili. Si può provare a passarlo per un massimo di tre volte in totale ed è composto da tre prove scritte, di diritto civile, di diritto penale e di diritto amministrativo, e da una prova orale.

In caso di esito positivo, è necessario svolgere un ulteriore tirocinio di 18 mesi presso una sede della Corte d’Appello, alla fine del quale è prevista una valutazione di idoneità. In caso di ulteriore esito positivo, il candidato sarà a tutti gli effetti un magistrato.
stipendio di un pubblico ministero

Quanto guadagna un magistrato: lo stipendio

In base a quanto emerge dai dati dell’Aran, i magistrati sono i dipendenti pubblici più pagati del nostro Paese. In Italia lo stipendio medio di queste figure si aggira intorno ai 137.696 euro lordi all’anno. Si tratta cioè di 9.845,50 euro per 14 mensilità.

La base è rappresentata da 74.417 euro, a cui bisogna aggiungere tredicesima e quattordicesima, la perequazione, l’indennità integrativa speciale, la retribuzione individuale di anzianità e il resto delle voci stipendiali e delle voci accessorie. Solo queste ultime possono arrivare a quasi 17mila euro, e riguardano, ad esempio, gli straordinari.

Bisogna tuttavia sottolineare che, a differenza di altri dipendenti statali, ai magistrati non viene pagato l’alloggio di servizio. Tuttavia è percepita un’indennità di trasferimento, che aumenta in caso di presa di servizio nelle cosiddette zone disagiate a partire dal terzo anno.

Come cambia la retribuzione durante la carriera

Lo stipendio del magistrato dipende anche dagli anni di anzianità, visto che un durante il tirocinio un magistrato guadagna poco meno di 23mila euro lordi all’anno, che salgono a quasi 32mila una volta ottenuto il ruolo. Ogni 4 anni, e per un massimo di 7 volte, ci sono valutazioni di professionalità che possono far aumentare notevolmente la retribuzione.

A partire dal 28esimo anno di carriera, quindi, il magistrato arriva a prendere uno stipendio fisso di 66.470,70 euro all’anno. La media si alza però perché alcuni giudici e PM hanno incarichi direttivi. La carica massima a cui può ambire un magistrato è quella di Primo Presidente della Corte di Cassazione, che percepisce 78.474,39 euro all’anno.