Negli ultimi anni, in vari comuni italiani, principalmente quelli a rischio di spopolamento o situati in aree remote, è stata introdotta la possibilità di acquistare immobili al prezzo simbolico di 1 euro.
Questa iniziativa ha coinvolto numerosi borghi italiani da nord a sud, attirando anche l’interesse di acquirenti stranieri. Se da un lato rappresenta un’opportunità interessante e vantaggiosa sia per i proprietari degli immobili che per i comuni stessi, la “svendita” di queste case ha sollevato alcune preoccupazioni. Vediamo di seguito alcuni dettagli aggiuntivi.
I fattori positivi
In alcuni comuni italiani, questa iniziativa ha rappresentato un’opportunità reale per tutti i soggetti coinvolti. Alcuni borghi, che in passato erano quasi a rischio di spopolamento, hanno attirato numerosi turisti che utilizzano gli immobili come case per le vacanze o come sedi per le proprie attività.
Questa nuova situazione ha avuto un impatto positivo anche sui residenti, che hanno potuto beneficiare di un’economia in crescita. Ad esempio, le imprese edili locali hanno potuto lavorare nella ristrutturazione degli immobili, contribuendo così alla prosperità economica della zona.
Comprare una casa al prezzo simbolico di 1 euro potrebbe rappresentare un’opportunità interessante per coloro che desiderano ottenere una soluzione abitativa economica e diventare più indipendenti, lasciando la casa dei genitori. Inoltre, i piccoli borghi offrono un costo della vita inferiore rispetto alle grandi città metropolitane. Vivere in un ambiente tranquillo e confortevole può offrire momenti di pace e relax dopo una giornata caotica.
È vero che gli stranieri, inclusi i cittadini non residenti in Italia e i cittadini extra comunitari, possono avere il diritto e la possibilità di usufruire del bonus Case a 1 euro. Tuttavia, è importante sottolineare che è necessario stabilire un accordo tra il governo italiano e il governo del paese di origine del potenziale acquirente. Questo accordo è fondamentale per regolare le modalità di partecipazione e le condizioni specifiche per gli stranieri interessati.
Un elemento chiave per poter beneficiare di questa opportunità è possedere il codice fiscale italiano e la documentazione necessaria. Il codice fiscale consente il pagamento delle tasse e funge da strumento di identificazione nei rapporti con gli enti e l’amministrazione pubblica.
Questa iniziativa può rappresentare un’interessante opportunità per i cittadini stranieri che amano l’Italia e desiderano acquistare una casa nel Bel Paese senza dover necessariamente investire una cifra elevata. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei requisiti, delle procedure e delle eventuali restrizioni specifiche che possono variare a seconda del paese di origine e dell’accordo stipulato tra i governi coinvolti.
I fattori negativi
Il progetto delle “Case a 1 euro” prevede la vendita di un immobile da parte del Comune al prezzo simbolico di un euro. Tuttavia, è importante comprendere che gli acquirenti devono essere consapevoli dei costi aggiuntivi associati all’acquisto e alla ristrutturazione dell’immobile.
Gli acquirenti delle case a 1 euro hanno degli obblighi specifici, con il più rilevante che riguarda la ristrutturazione dell’abitazione. È fondamentale rispettare i termini stabiliti per la ristrutturazione e la rivalutazione dell’immobile, di solito entro un anno dall’acquisto. Inoltre, è comune che i lavori di ristrutturazione debbano essere avviati entro due mesi dall’ottenimento dei permessi.
È importante sottolineare che i requisiti specifici possono variare da comune a comune. Alcuni comuni possono richiedere l’inizio dei lavori entro tempi ancora più brevi. L’obiettivo principale di questa condizione è recuperare abitazioni che rischiano di diventare abbandonate e senza valore economico, rendendole difficili da reinserirle sul mercato.
La ristrutturazione delle case a 1 euro non solo mira a migliorare le condizioni delle abitazioni, ma anche a valorizzare e rivitalizzare i borghi coinvolti nel progetto. Il rispetto dei termini per la ristrutturazione è essenziale per garantire che le abitazioni vengano trasformate in residenze di qualità e che il progetto abbia successo nel suo obiettivo di riportare nuova vita a queste comunità.
Oltre ai costi di ristrutturazione, l’acquirente è responsabile anche delle spese notarili, delle volture e dell’accatastamento. Questi costi riguardano la registrazione del passaggio di proprietà, le modifiche amministrative relative all’immobile e la sua registrazione catasto.
È importante valutare attentamente tutti questi costi aggiuntivi e considerare il budget necessario per l’acquisto, la ristrutturazione e le spese amministrative correlate all’immobile, al fine di prendere una decisione informata.
Inoltre, le case vendute attraverso il progetto “Case a 1 euro” sono generalmente situate in piccoli borghi isolati che affrontano il problema dello spopolamento. Questi borghi spesso si trovano in aree rurali o remote, dove la popolazione è diminuita nel tempo a causa della migrazione verso le grandi città. Quando si compra casa in questo modo, quindi, si deve mettere in conto che sarà sempre isolato.
Come avviene la vendita
Ogni Comune definisce le modalità di acquisto degli immobili offerti al prezzo simbolico di un euro e le rende note attraverso un bando specifico. In generale, è l’amministrazione comunale stessa a promuovere il progetto e ad agire come garante della compravendita.
Chi acquista un’abitazione a 1 euro è tenuto a presentare un progetto completo di ristrutturazione e rivalutazione dell’immobile, comprensivo di tempistiche previste per i lavori. Inoltre, l’acquirente è responsabile del pagamento di tutte le spese connesse all’acquisto, come quelle notarili, di voltura e di accatastamento.
Per garantire l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione, l’acquirente deve anche stipulare una polizza fideiussoria di importo variabile. Questa polizza funge da garanzia per l’amministrazione comunale e scade al termine dei lavori, dimostrando che l’immobile è stato adeguatamente ristrutturato.
È importante tenere conto che i dettagli specifici e le condizioni possono variare da Comune a Comune. È fondamentale leggere attentamente il bando di vendita e comprendere tutte le disposizioni e gli obblighi prima di procedere con l’acquisto di una casa a 1 euro.
La mappa delle case a un euro
Il primo comune italiano a lanciare il progetto “case a 1 euro” era stato nel 2021 Salemi, un borgo di circa 10mila abitanti, in provincia di Trapani. Anno dopo anno, l’iniziativa si è poi allargata a macchia d’olio in tutta Italia.
Attualmente ci sono case a 1 euro in vendita in decine di comuni Italiani. Seguendo la mappa presente sul sito web di Casea1euro questo è l’elenco ufficiale dei comuni che oggi vendono case a prezzo simbolico:
- Lecce nei Marsi (L’Aquila), Abruzzo
- Zungoli (Avellino), Campania
- Patrica (Frosinone), Lazio
- Cantiano (Pesaro Urbino), Marche
- Borgomezzavalle (Verbano Cusio Ossola), Piemonte
- Carrega Ligure (Alessandria), Piemonte
- Fabbriche di Vergemoli (Lucca), Toscana
- Montieri, (Grosseto), Toscana
- Ollolai (Nuoro), Sardegna
- Nulvi (Sassari), Sardegna
- Mussomeli (Caltanisetta), Sicilia
- Gangi (Palermo), Sicilia
- Regalbuto (Enna), Sicilia
- Salemi (Trapani), Sicilia
- Sambuca (Agrigento), Sicilia