Film e serie tv prodotte all’estero entrano quotidianamente nelle nostre case grazie al lavoro di adattatori e doppiatori. È grazie a loro che la fabbrica dei sogni hollywoodiana ha avuto un impatto così importante sulla nostra società. Basti pensare alle frasi celebri di “Frankenstein Junior” o alla localizzazione regionale dei personaggi dei “Simpson”, passando per “La Tata” in salsa ciociara: tutti stravolgimenti dell’opera originale diventati parte integrante della nostra cultura. Anche tante espressioni del “doppiaggese” sono entrate nel parlato comune: basti pensare all’uso di “Ehi!” o “Maledizione!”. Ma quanto guadagna un doppiatore? I compensi sono davvero proporzionati all’influenza che le voci di cinema e tv hanno sul pubblico?
Non solo cinema e tv: gli altri settori del doppiaggio
I doppiatori sono professionisti che prestano le corde vocali agli attori del cinema e della TV, recitano i claim delle pubblicità, fanno parlare i personaggi di animazione. Inoltre hanno un ruolo importantissimo nel mondo dei documentari e dei videogiochi.
Non solo intrattenimento. Questi professionisti sono presenti anche nella formazione, ad esempio nei corsi e nelle lezioni online o negli audiolibri, e nei servizi digitali – basta pensare ai navigatori satellitari e agli assistenti vocali.
Quali qualità deve avere un buon doppiatore
Quali sono i requisiti per diventare doppiatore? Tanta predisposizione allo studio, innanzitutto. Trattandosi di un settore artistico con una forte componente tecnica, bisogna essere molto preparati per emergere.
Bisogna essere in grado di controllare:
- la voce, che può essere gradevole, versatile o caratteristica in base ai ruoli scelti;
- il respiro e le corde vocali, per evitare sforzi che danneggerebbero il principale strumento di lavoro;
- la dizione;
- l’intonazione e le intenzioni.
Cosa bisogna studiare per fare doppiaggio
Per essere pienamente in possesso delle abilità che permettono al doppiatore di lavorare con successo e senza fatica è necessario studiare recitazione e tecniche vocali. Può essere utile iniziare un percorso di studi in una delle tante accademie teatrali sparse per l’Italia.
Esistono anche corsi specifici e mirati esclusivamente alla dizione, al controllo della voce, allo speakeraggio radiofonico e allo stesso doppiaggio, ma una formazione completa è consigliata per avere più possibilità di lavorare.
Meglio poi abituarsi a prendere dimestichezza con la tecnologia e le attrezzature: parlare dentro un microfono è diverso da recitare su un palco o cantare. Imparare a farlo e conoscere anche i software di registrazione può dare una marcia in più al professionista.
Come si diventa doppiatore: casting e internet
L’ambiente è piccolo: non è un caso che gli stessi nomi (e cognomi) tornino spesso nei titoli di coda. Per farsi strada nel mondo del doppiaggio bisogna avere tanta determinazione e predisposizione a migliorarsi continuamente.
Internet fortunatamente permette di esercitarsi e sondare gli umori del pubblico e degli addetti ai lavori: tante carriere sono iniziate o hanno preso il volo grazie a YouTube e Instagram, con doppiatori diventati veri e propri influencer e content creator che, grazie alla loro bravura con la voce, sono stati notati dalle case di produzione.
La via classica è invece quella dei casting, sia con provini fatti dal vivo sia con l’invio di registrazioni e showreel alle case di produzione e agli addetti ai lavori. I risultati arrivano spesso dopo una lunga gavetta e non tutti riescono a trasformare la passione in lavoro. Con pazienza e costanza, tanto studio e una buona dose di fortuna, forse, si riuscirà a essere notati.
Quante ore lavora un doppiatore e su quali opere
I doppiatori lavorano su tre turni di lavoro da tre ore ciascuno. Questa suddivisione è fatta per evitare di mettere sotto sforzo le corde vocali. Nelle pause, inoltre, il direttore e l’assistente di doppiaggio possono riascoltare le varie take e chiedere al doppiatore di modificare il tiro, con diverse intenzioni o una differente caratterizzazione della voce.
Esiste anche un limite di righe che il doppiatore può interpretare durante un turno, in base al tipo di lavoro. A livello contrattuale esistono quattro diverse fasce di opere, a cui corrisponde una remunerazione differente:
- fascia A – opere uniche: film stranieri, italiani e d’animazione di qualunque metraggio e relativi trailer;
- fascia B – miniserie, telefilm e serie live action e d’animazione e relativi trailer;
- fascia C – soap opera, telenovele, documentari in sinc, talent show in sinc, docudrama in sinc, reality in sinc, docureality in sinc;
- fascia D – documentari e reality in sincronismo lineare, documentari e reality non in sinc.
Si possono interpretare al massimo 130 righe per turno per la fascia A, 160 righe in fascia B, 200 in fascia C, 300 e 400 in fascia D rispettivamente per il sincronismo lineare e per le battute non in sincronia.
Cosa si intende con il termine riga
Si definisce riga la porzione di copione composta da un massimo di 50 battute dattiloscritte, con esclusione del nome dei personaggi, e comprensiva di spazi, punteggiatura e indicazioni tecniche e didascaliche. Il copione deve essere numerato per ciascuna pagina e ogni pagina deve contenere dalle 18 alle 20 righe.
Cosa si intende per sinc e sincronismo lineare
Con la definizione in sinc ci si riferisce nel contratto collettivo nazionale di lavoro al sincronismo ritmico labiale, che prevede che ogni singola battuta sia adattata ai movimenti della labbra di chi parla in video, parola dopo parola.
Il sincronismo lineare non prevede un’interpretazione attoriale e la colonna sonora e il dialogo originali devono essere perfettamente udibili in sottofondo. Le battute sono adattate alla lunghezza della frase originale. È il caso di docuserie e reality show americani, spesso trasmessi su canali tematici.
Le opere non in sinc invece non comprendono alcuna parte da doppiare o adattare, come nel caso dei documentari sullo Spazio o sugli animali.
Come si calcola il guadagnao di un doppiatore
Il doppiatore è un professionista autonomo e il suo compenso dipende dalla sua popolarità, dall’esperienza, dal tipo di produzione a cui prendere parte. Per calcolare il compenso bisogna prendere in considerazione le varie componenti:
- gettone fisso;
- compenso a riga.
Il gettone fisso ha un valore di 79 euro – 84 euro dal 2025 – per le fasce A, B e C a partire dal 2025 – e di 100 euro per la fascia D. Si ha diritto al doppio gettone dalla 71esima riga compresa per le opere di fascia A, dalla 97esima riga compresa per la fascia B e dalla 121esima per la fascia C.
Per ogni riga è previsto invece un compenso diverso in base alla fascia:
- fascia A: 2,42 euro (2,50 euro dal 2025);
- fascia B: 2,18 euro (2,30 euro dal 2025);
- fascia C: 1,67 euro (1,75 euro dal 2025);
- fascia D: 0,70 euro dalla 31esima riga (0,75 euro dal 2025).
Per ogni turno dunque un doppiatore di un lungometraggio può guadagnare fino a 472,6 euro. Per un lavoro non in sinc invece si possono guadagnare fino a 280 euro. In base alla fama e al prestigio della produzione, i doppiatori possono chiedere compensi più alti. È però difficile stimare i guadagni medi: tanto dipende dalla mole di lavoro e dal tipo di ruolo per cui si viene assunti.