Rivoluzione nucleare in Italia: “Svolta tecnologica epocale”

Eni punta tutto sulla fusione nucleare, nuova frontiera della scienza per la produzione di energia pulita e sicura, per superare le diseguaglianze mondiali

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Eni e Commonwealth Fusion Systems, spin-off del Massachusetts Institute of Technology, hanno siglato un accordo di cooperazione che potrebbe rappresentare una piccola grande rivoluzione dal punto di vista dell’economia e del clima, e che avrà importanti ripercussioni sull’assetto geopolitico attuale. Ad annunciarlo è stato Claudio Descalzi, amministratore delegato del colosso energetico, che ha sottolineato come nessun Paese “potrà ricattare altri Paesi”. Il piano prevede una forte accelerazione all’industrializzazione dell’energia da fusione nucleare, che faciliterà l’accesso all’energia per molte regioni del mondo.

Via alla fusione nucleare industriale grazie a Eni e Cfs

La partnership tra le due società, iniziata già nel 2018, permetterà lo sviluppo e la distribuzione dell’energia su larga scala grazie alla fusione nucleare. Eni è stata la prima società energetica a investire ingenti somme di denaro in questa tecnologia che, una volta raggiunti livelli industriali, potrebbe rappresentare un punto di svolta per la transizione energetica.

Attualmente le centrali producono energia tramite la fissione nucleare, più conosciuta e controllabile. La fusione nucleare, su cui la ricerca punta da oltre 60 anni, è invece più difficile da utilizzare per scopi civili, e a oggi sono stati condotti solo due esperimenti con bilancio energetico positivo, ovvero con un guadagno di energia superiore a quella utilizzata per generare la reazione. Qua vi abbiamo parlato dello storico annuncio arrivato dagli Usa.

Il primo impianto pilota a confinamento magnetico al mondo a produzione netta di energia da fusione sarà costruito da Cfs ed Eni entro il 2025. Sparc, come viene chiamato, servirà come prototipo per lo sviluppo di Arc, la prima centrale elettrica industriale da fusione a immettere elettricità in rete. Questa dovrebbe diventare operativa intorno al 2030, rivoluzionando il mercato.

La fusione nucleare anche in Italia: così cambierà tutto

Claudio Descalzi ha spiegato che la produzione di grandi quantità di energia a zero emissioni, con un processo “sicuro e virtualmente illimitato“, cambierà per sempre il settore e non ci saranno più Paesi senza energia primaria. Ha sottolineato il fatto che nessun Paese potrà ricattarne altri, e “tutti potranno avere accesso all’energia”. Quella che ha definito come una “rivoluzione incredibile“, permetterà di superare le diseguaglianze globali. “La moneta di scambio sarà la pace che otterremo”, ha dichiarato, facendo riferimento alle zone del mondo in via di sviluppo.

Non sarà solo l’assetto geopolitico a cambiare. Ci saranno vantaggi “infiniti” per i consumatori, grazie a scorte illimitate di energie, con costi in bolletta sempre più bassi. La stessa costruzione delle centrali, che avverrà in maniera più veloce rispetto al passato, sarà meno onerosa. Per il 2050 i giganti energetici saranno in grado di produrre elettricità in modo “sicuro, pulito e inesauribile”, e completare la transizione energetica.

“Per questo siamo di fronte a una potenziale svolta tecnologica epocale“, ha detto ancora l’amministratore delegato di Eni presentando il progetto. La società diventerà leader della nuova tecnologia della fusione nucleare grazie alla stretta collaborazione con Cfs, e possiamo immaginare che anche e soprattutto il nostro Paese beneficerà di questo importante avanzamento industriale. Qua vi abbiamo spiegato perché le nuove centrali nucleari sono pulite e sicure. E potrebbero presto essere costruite in Italia, come annunciato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin.