Nuovi obiettivi climatici Ue per il 2040, riduzione del 90% di tutte le emissioni di gas serra

Rappresenta un target intermedio tra il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La Commissione europea ha presentato il suo nuovo obiettivo climatico per il 2040, eliminando qualsiasi riferimento numerico specifico per l’agricoltura. Nella comunicazione divulgata il 6 febbraio, Bruxelles ha proposto di ridurre le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. La precedente proposta di una riduzione del 30% rispetto al 2015 per il settore agricolo, inclusa nella bozza del documento diffusa nelle settimane precedenti, è stata eliminata. Il testo sottolinea che l’agricoltura ha un ruolo fondamentale nella transizione verso un’economia più sostenibile, contribuendo al tempo stesso alla sovranità alimentare europea.

Obiettivo Ue 2040: -90% emissioni per la neutralità climatica

L’Unione europea ha delineato l’obiettivo intermedio per il 2040, fondamentale per mantenere la promessa di diventare il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La comunicazione, che seguirà le elezioni europee, sarà seguita da proposte legislative elaborate dalla nuova Commissione europea. L’obiettivo del 90%, sottolineato dall’esecutivo Ue, riflette il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e gli impegni presi nell’ambito dell’accordo di Parigi. Questo obiettivo si inserisce nella traiettoria di riduzione delle emissioni già tracciata nel decennio 2020-2030.

Riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030: il punto di partenza

Per garantire una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040, l’Unione europea parte da un obiettivo cruciale: la diminuzione del 55% entro il 2030, già fissato nella storica legge Ue sul clima del 2021. Il nuovo target del 2040 mira a potenziare la resilienza contro le future crisi e a rafforzare l’indipendenza energetica riducendo le importazioni di combustibili fossili, che rappresentavano oltre il 4% del Pil nel 2022. Attraverso una valutazione d’impatto, la Commissione europea prevede la totale decarbonizzazione del settore energetico poco dopo il 2040, concentrandosi su energie rinnovabili, nucleare, efficienza energetica, stoccaggio e cattura del carbonio, geotermico e idroelettrico. Un notevole beneficio di tali sforzi è sottolineato: una significativa riduzione dell’80% del consumo di combustibili fossili per energia dal 2021 al 2040.

Decarbonizzazione al 2040: sfide e opportunità per l’Europa

Le tempistiche della decarbonizzazione sono urgenti. Da un lato, i crescenti danni climatici causano già un impatto significativo sull’economia (circa l’1% del PIL nell’eurozona nel 2019 secondo la BCE). Dall’altro, la competizione internazionale per i nuovi mercati di tecnologie verdi è in forte crescita (secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, IEA, il valore dovrebbe arrivare intorno ai 650 miliardi di dollari l’anno entro il 2030).

In questo contesto, fissare l’obiettivo di decarbonizzazione al 2040 non è un’impresa impossibile, ma un’occasione preziosa per:

  • Dare chiarezza sul percorso necessario verso la neutralità climatica al 2050
  • Cogliere le nuove opportunità di sviluppo legate alla transizione verde
  • Sostenere e accompagnare chi è più colpito dai cambiamenti climatici, riducendo le diseguaglianze sociali

La sfida principale è gestire la transizione in maniera ordinata, coniugando la trasformazione con:

  • Nuove opportunità di sviluppo in settori come le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e l’economia circolare
  • Misure di sostegno per le persone e le comunità più vulnerabili, garantendo l’accesso a un’energia pulita e accessibile e a nuove opportunità di lavoro

La decarbonizzazione al 2040 può essere un’occasione per l’Europa di costruire un futuro più sostenibile, inclusivo e prospero. La politica ha un ruolo fondamentale nel guidare la transizione verso la neutralità climatica. Il compito principale è quello di fornire gli strumenti necessari per accompagnare la trasformazione di settori complessi come l’agricoltura o l’industria manifatturiera.

Agricoltura e obiettivo Ue 2040: verso una transizione sostenibile

Sottolineando il ruolo chiave dell’agricoltura, l’esecutivo Ue evidenzia la possibilità per il settore di contribuire alla transizione climatica e assicurare una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e altri servizi vitali come il miglioramento della capacità di immagazzinare carbonio nei suoli e nelle foreste.

L’assenza di un obiettivo numerico specifico per il settore lascia aperta la questione del suo contributo al target complessivo del 90%. La Commissione europea ha annunciato un dialogo con le parti interessate per definire i futuri impegni del settore. Possibili implicazioni:

  • Maggiore attenzione alle pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura di precisione e l’agroecologia
  • Investimenti in tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni, come la bioeconomia e l’agricoltura urbana
  • Potenziamento delle politiche di sviluppo rurale per accompagnare la transizione del settore agricolo

Il PNIEC e la sfida della decarbonizzazione in Italia

Per l’Italia, il piano di decarbonizzazione attuale è rappresentato dal PNIEC. Tuttavia, il Piano, nella sua forma attuale, presenta una mancanza di chiarezza sia nel percorso di eliminazione dei combustibili fossili che nelle misure concrete per raggiungere gli obiettivi del 2030, soprattutto per quanto riguarda la penetrazione delle energie rinnovabili nel sistema elettrico.

Entro giugno 2024, il PNIEC dovrà essere aggiornato, offrendo un’opportunità cruciale per allinearlo con gli obiettivi del 2030, come richiesto dalla Commissione stessa. Questa occasione sarà fondamentale per tracciare una rotta chiara e concreta per la decarbonizzazione del sistema economico italiano. Tale processo dovrebbe essere accompagnato da politiche coerenti e da una strategia di attuazione che tenga conto della sostenibilità economica e sociale, con meccanismi di monitoraggio in grado di guidare le politiche nel tempo.

COP28 e obiettivo 2040: verso un futuro libero dai combustibili fossili

La COP28 di dicembre 2023 ha segnato una tappa fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico. Per la prima volta, in un contesto multilaterale con quasi 200 Paesi presenti, è stata sancita la necessità di un percorso di allontanamento dall’utilizzo delle fonti fossili.

Questa decisione è stata raggiunta al termine del primo “Global Stocktake“, un bilancio globale che ogni 5 anni valuta i progressi compiuti nella risposta alla crisi climatica. Alla luce di questi risultati, e come previsto dall’Accordo di Parigi, la legge europea sul clima richiede la definizione di un obiettivo di decarbonizzazione per il 2040 entro sei mesi dal Global Stocktake.

Il 6 febbraio 2024, la Commissione Europea ha presentato la sua raccomandazione sugli obiettivi di decarbonizzazione per il 2040. Il documento analizza tre possibili scenari:

  • Riduzione fino all’80%: in linea con una traiettoria lineare tra gli obiettivi del 2030 e del 2050
  • Riduzione tra l’85% e il 90%: coerente con l’estensione del quadro di politiche attuale fino al 2040
  • Riduzione tra il 90% e il 95%: in linea con le indicazioni dell’European Scientific Advisory Board on Climate Change (ESABCC)

Il costo dell’inazione: perché la decarbonizzazione è fondamentale

L’analisi della Commissione parte da una certezza: i danni fisici causati dal cambiamento climatico stimati intorno ai 170 miliardi di euro negli ultimi 5 anni dall’Agenzia Europea per l’Ambiente. La BCE aggiunge che il cambiamento climatico ha provocato una perdita dell’1% del PIL nell’eurozona nel 2019, con la prospettiva di una riduzione del PIL dell’Unione del 7% entro la fine del secolo in assenza di misure di decarbonizzazione entro il 2040.

Questo sottolinea l’importanza di un’azione incisiva e rapida per evitare impatti economici significativi, specialmente nel settore agricolo, vulnerabile a danni naturali e riduzione di resa. Alcuni eventi, come l’alluvione in Emilia Romagna del 2023, hanno causato danni ingenti.

Dall’altro lato, la transizione offre opportunità economiche, con un mercato legato alla decarbonizzazione, come abbiamo detto, stimato dalla IEA a 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Paesi come gli USA e la Cina stanno investendo massicciamente in queste tecnologie, spingendo l’Europa a muoversi rapidamente per non perdere terreno.

Questi fattori economici richiedono un cambio di direzione per gli investimenti del settore privato. Fissare obiettivi di decarbonizzazione offre una chiara direzione di viaggio necessaria per investire in processi produttivi a basse emissioni e nelle catene di valore legate alla transizione. In un contesto di danni climatici crescenti e corsa verso nuovi mercati verdi, fissare l’obiettivo di decarbonizzazione al 2040 non è solo un esercizio formale, ma un’opportunità chiara per delineare il percorso verso la neutralità climatica al 2050.

Neutralità climatica: perché e come l’Ue deve raggiungere l’obiettivo del 2050

L’analisi della Commissione, del 6 febbraio, sottolinea l’urgenza della decarbonizzazione per raggiungere la neutralità climatica. Indipendentemente dall’obiettivo finale, la strada verso la neutralità climatica richiede misure decisive, come quelle del pacchetto Fit for 55, che servono da base per tutti e tre gli scenari considerati. La decarbonizzazione dei sistemi energetici dell’UE entro il 2040 richiede un’intensificazione degli sforzi nella sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili e l’aumento dell’efficienza energetica.

Portare il livello di decarbonizzazione al range dell’80%-95% entro il 2040 è una sfida complessa con impatti significativi sul sistema economico e sociale. L’analisi della Commissione indica che gli impatti dello scenario più ambizioso non sono drasticamente superiori in termini di investimenti necessari e costi per le famiglie, grazie all’efficienza energetica.

Dati gli enormi impatti economici e umani dell’inazione sul cambiamento climatico, il settore agricolo, responsabile di oltre il 10% delle emissioni europee, è particolarmente vulnerabile. La politica deve fornire strumenti e risposte concrete per affrontare questa trasformazione, riducendo le diseguaglianze sociali.

Un dibattito pubblico sulla transizione è cruciale, mentre respingere gli obiettivi climatici è controproducente. Tutti i settori economici e gli attori sociali devono partecipare attivamente nel definire politiche e sostegni necessari, accettando e assumendo la responsabilità dell’obiettivo di decarbonizzazione.

L’Ue punta al 90% di riduzione delle emissioni entro il 2040, ma il Wwf chiede di più

La Commissione Ue ha fissato il target di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, un passo importante secondo il Wwf, ma non sufficiente per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. La ong sostiene che l’Ue, in virtù della sua responsabilità storica, dovrebbe puntare a zero emissioni nette entro il 2040 e agire in modo significativo su tutti i settori, compreso quello agricolo.

Il Wwf critica in particolare la mancanza di azioni sul fronte dell’uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura, che potrebbero contribuire al ripristino e alla protezione degli ecosistemi naturali. Inoltre, l’ong invita a promuovere diete più sane con minor consumo di carne e latticini, che hanno un impatto elevato sul clima.

Per l’agricoltura, il Wwf evidenzia il paradosso che più si accelera la decarbonizzazione, maggiori sono le possibilità di evitare i fenomeni estremi che mettono a rischio le attività agricole in molte zone. L’ong chiede quindi di eliminare tutti i sussidi ai combustibili fossili e di rafforzare il quadro politico e sociale per sostenere la transizione ecologica.

Critiche dell’EEB sugli obiettivi climatici 2040

L’Ufficio Ambientale Europeo (EEB) critica la proposta della Commissione Europea per il taglio delle emissioni al 90% entro il 2040. L’ufficio ha riconosciuto lo sforzo mirato verso l’azione climatica, ma ha sollevato dubbi significativi riguardo all’eccessivo affidamento su tecnologie costose e poco comprovate.

L’Ufficio ambientale ha sottolineato che il piano ICM introduce un quadro essenziale per affrontare le emissioni di carbonio, elemento fondamentale per la neutralità climatica entro il 2050. Tuttavia, ha criticato l’accento eccessivo sulla cattura e rimozione del carbonio, senza valutare adeguatamente l’efficacia di tali tecnologie. Ha evidenziato la mancanza di priorità sulla riduzione delle emissioni attraverso mezzi più convenienti come l’efficienza energetica, dei materiali e le pratiche di circolarità.

In conclusione, sebbene riconosca gli sforzi dell’UE nel perseguire gli obiettivi climatici, l’Ufficio ambientale europeo sollecita una revisione più approfondita delle strategie per garantire un percorso realistico e efficace verso la neutralità climatica entro il 2050.

Legambiente: obiettivo di riduzione delle emissioni al 90% nel 2040 è ambizioso ma possibile

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha accolto con favore la Comunicazione della Commissione Europea sul nuovo target di riduzione delle emissioni climatiche entro il 2040. Ha sottolineato l’importanza di un’azione climatica ambiziosa che includa un phase-out dei combustibili fossili entro date specifiche per carbone, gas e petrolio, e ha invocato il supporto dell’Italia per questo obiettivo.

La proposta sarà discussa nel Consiglio Ambiente del prossimo 25 marzo, preparando il terreno per l’Agenda Strategica Europea 2024-2029, che stabilirà le priorità del nuovo ciclo istituzionale. Legambiente ha richiamato l’attenzione sulle sfide climatiche che richiedono un’immediata azione, evidenziando l’importanza di contenere il surriscaldamento entro la soglia critica di 1.5°C entro il 2030.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, Legambiente ha sottolineato la necessità di investire in rinnovabili ed efficienza energetica, nonché di promuovere l’assorbimento di CO2 attraverso il settore agroforestale. L’organizzazione ha sottolineato la fattibilità tecnologica ed economica di un obiettivo ambizioso di zero emissioni nette entro il 2040, ma ha sottolineato la necessità di un cambiamento di passo nell’azione climatica attuale.

Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente, ha delineato la necessità di un Nuovo Green Deal Europeo che acceleri la transizione verso un’economia libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni. Ha sottolineato l’importanza di riforme ed investimenti mirati, insieme a una profonda riforma dell’attuale governance economica, per garantire un’economia europea decarbonizzata, inclusiva, resiliente e competitiva.

Legambiente ha richiamato l’attenzione sulle sfide nel settore dei trasporti, evidenziando la necessità di un’accelerazione verso l’elettrificazione per raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi. Ha sottolineato l’impatto significativo della crisi climatica sull’Europa, evidenziando l’importanza di triplicare gli sforzi per ridurre le emissioni climalteranti e contenere gli impatti economici e sociali derivanti dal cambiamento climatico.

Industria cartaria e neutralità climatica: Assocarta chiede fattibilità e priorità agli investimenti in Europa

Il Direttore Generale di Assocarta, Massimo Medugno, ha risposto alla nuova comunicazione della Commissione Europea sugli obiettivi climatici al 2040, sottolineando la necessità di una valutazione approfondita degli scenari proposti. Inoltre, ha enfatizzato il contributo positivo dell’industria cartaria alla gestione sostenibile delle foreste e alla decarbonizzazione energetica.

Assocarta ha accolto l’obiettivo ambizioso proposto dalla Commissione, ma ha richiamato l’attenzione sulla complessità delle realtà economiche che gli scenari unici non valutano adeguatamente. Medugno ha invitato la Commissione a incentivare le aziende ad investire in sforzi di decarbonizzazione in Europa.

La Confederazione Europea delle Industrie Cartarie (CEPI) ha chiesto un approccio cauto nella stima della quota di CO2 assorbita dalle foreste e ha sottolineato l’importanza di non basarsi su un approccio basato su emissioni bilanciate attraverso ‘compensazioni’ dalla natura. Inoltre, hanno sottolineato la necessità di misure che permettano gli investimenti per ridurre le emissioni.

Assocarta ha ribadito che la transizione sarà costosa, e la Commissione dovrebbe mirare a mantenere le industrie “made in Europe” attraverso politiche industriali favorevoli agli investimenti. Infine, hanno sottolineato l’importanza di liberarsi dai combustibili fossili sia nell’energia che nei materiali, evidenziando il ruolo chiave dell’industria cartaria nella bioeconomia circolare.