L’ira degli agricoltori infiamma il continente e genera decine di blocchi stradali. L’Europa intera è sotto assedio, non solo Parigi. Le manifestazioni si estendono dalla Francia al Belgio, dalla Germania all’Italia, dalla Grecia alla Spagna. Le principali sigle del settore agricolo di questi Paesi hanno annunciato la loro discesa in campo, convocando mobilitazioni nazionali per chiedere un cambio nelle politiche europee.
Le accuse degli agricoltori all’Unione Europea sono molteplici: il Green Deal, che punta a ridurre le emissioni di gas serra, i nuovi requisiti della Politica agricola comune (Pac), che riducono i sussidi, e l‘accordo di libero scambio con il Mercosur, che apre le porte all’importazione di prodotti agricoli a basso costo, sono tutti considerati fattori che danneggiano il settore agricolo europeo.
L’Ue, che si è resa conto del potenziale impatto negativo delle sue politiche sull’agricoltura, ha annunciato che presenterà nuove misure per rispondere alle richieste degli agricoltori. Queste misure saranno discusse nel vertice straordinario dei leader Ue di giovedì 2 febbraio.
A precedere il confronto a Ventisette ci sarà un faccia a faccia tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente francese, Emmanuel Macron. Questo incontro sarà cruciale per le sorti della protesta degli agricoltori.
Agricoltori europei in rivolta: i motivi della protesta
Da settimane, le proteste degli agricoltori europei stanno scuotendo il continente. I trattori hanno invaso le strade di Francia, Belgio, Germania, Italia, Grecia e Spagna, bloccando il traffico e chiedendo un cambio nelle politiche europee.
I motivi della protesta sono molteplici e riguardano sia le condizioni economiche degli agricoltori, sia le politiche ambientali dell’Unione Europea.
Trattori in piazza a Bruxelles
I primi trattori belgi hanno raggiunto Bruxelles, simbolicamente parcheggiati a Square de Meus, a pochi metri dal quartier generale del Parlamento europeo. Le proteste degli agricoltori europei, si stanno espandendo a macchia d’olio in tutto il continente.
Redditi migliori e standard ambientali flessibili
I motivi del malcontento tra gli agricoltori sono molteplici e vari. Essi includono la richiesta di redditi migliori, maggiore flessibilità sugli standard ambientali, aiuti per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e delle epidemie come l’aviaria, l’aumento dei prezzi del carburante e dell’energia, nonché dazi zero sulle derrate dall’Ucraina.
Accordo Ue-Mercosur sotto attacco: critiche e rischio di fallimento
L’accordo di libero scambio Ue-Mercosur è finito sotto i riflettori e ora rischia di saltare a causa delle critiche, in particolare da parte della Francia. Il presidente Macron sostiene che le norme dell’accordo non sono omogenee rispetto agli standard europei e che l’apertura del mercato ai prodotti dall’oltreoceano danneggi le produzioni locali, contribuendo al disboscamento in Amazzonia.
Critiche alle Politiche Ue: malcontento nel settore agricolo
Il malcontento degli agricoltori è spesso attribuito alle politiche dell’Unione Europea. In particolare, il settore agricolo esprime preoccupazione riguardo alle misure da 55 miliardi di euro introdotte per rinnovare la Politica Agricola Comune (PAC) al fine di renderla più sostenibile.
Riforma della PAC: sospetti nel settore agricolo
Le misure della PAC prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive. Inoltre, impongono la necessità di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Tuttavia, molti agricoltori ritengono che tali disposizioni rendano il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni.
Sostenibilità a un prezzo: dubbi sulla competitività agricola europea
La tensione nel settore agricolo sorge dalla percezione che le misure di sostenibilità imposte possano compromettere la competitività. Gli agricoltori temono che l’obbligo di destinare terre a funzioni non produttive e le restrizioni sull’uso di fertilizzanti possano incidere negativamente sulla redditività e sulla capacità del settore di competere sul mercato.
Equilibrio tra sostenibilità e competitività: un dilemma per l’Ue
La questione solleva il dilemma dell’equilibrio tra sostenibilità ambientale e competitività economica nel settore agricolo europeo. L’Ue si trova a fronteggiare la sfida di promuovere pratiche agricole più sostenibili senza compromettere la capacità degli agricoltori di competere efficacemente a livello globale.
La concorrenza ucraina preoccupa gli agricoltori europei
Gli agricoltori europei sono in allarme per l’importazione di prodotti agricoli, in particolare cereali, a prezzi più bassi dall’Ucraina, che minaccia il mercato interno. Gli agricoltori lamentano infatti che in Ucraina si producono alcuni prodotti, come il pollo, a metà costo rispetto a alcuni Paesi europei, come la Francia. Gli agricoltori ritengono che sia una concorrenza sleale: le aziende agricole ucraine hanno in media circa mille ettari; quelle europee solo 41.
Prospettive future: necessità di dialogo e compromesso
Il futuro del settore agricolo europeo potrebbe dipendere dalla capacità di stabilire un dialogo costruttivo tra le istituzioni dell’Ue e gli agricoltori. Trovare un compromesso che soddisfi le esigenze di sostenibilità e, al contempo, preservi la competitività dell’agricoltura europea sarà cruciale per affrontare le sfide future.
Parigi assediata dagli agricoltori in rivolta
Gli agricoltori francesi hanno iniziato lunedì 29 gennaio una protesta che ha paralizzato Parigi. Secondo il direttore generale della Sanef, la società che gestisce le autostrade di Francia, tutti gli accessi alla capitale sono stati bloccati dai trattori. Gli agricoltori hanno dormito nei loro mezzi e hanno portato con sé tutto il necessario per resistere. Hanno organizzato dei turni per mantenere i blocchi fino a sera.
Macron e critiche all’Ue: “Facile dare la colpa all’Europa”
Durante la sua visita di Stato in Svezia, il presidente Emmanuel Macron ha sottolineato che attribuire ogni problema all’Europa è un’analisi troppo semplicistica. Ha ribadito la sua opposizione all’accordo commerciale in fase di negoziazione tra l’Ue e il Mercosur. Macron ha anche evidenziato l’importanza della politica agricola comune europea, sottolineando che molti agricoltori francesi dipendono da essa per il proprio reddito.
Il premier Attal chiede un’eccezione agricola francese
Il primo ministro francese Gabriel Attal, nel suo primo discorso di politica generale all’Assemblea Nazionale, ha affrontato la crisi del settore agricolo e ha promesso che il governo sarà al fianco degli agricoltori. Ha affermato che l’agricoltura è la forza e la fierezza della Francia e ha chiesto di riconoscere un’eccezione agricola francese, che tenga conto delle specificità del Paese.
La protesta si estende alla Germania
Le manifestazioni degli agricoltori si sono diffuse anche in Germania, dove hanno avuto un carattere principalmente nazionale. Gli agricoltori protestano per la graduale eliminazione delle agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo, una mossa che ritengono li porterebbe alla bancarotta. A inizio anno, Berlino si è quasi fermata quando uno dei suoi viali centrali è stato bloccato da camion e trattori.
La mobilitazione nazionale degli agricoltori spagnoli
Anche gli agricoltori spagnoli hanno aderito al movimento di protesta europeo e hanno annunciato una mobilitazione nazionale. Le organizzazioni agricole Asaja, Coag e Upa hanno presentato un calendario di azioni per richiedere un cambiamento delle politiche europee e un piano di sostegno del governo ai territori colpiti dalla crisi. L’agenzia Efe ha sottolineato che le proteste spagnole sono in linea con quelle degli altri Paesi europei.
I blocchi belgi al porto di Zeebrugge e a Bruxelles
Gli agricoltori belgi hanno annunciato di voler bloccare per 36 ore le vie di accesso al porto di Zeebrugge, uno dei principali scali container del Nord Europa. I blocchi dei trattori sono in corso da giorni e hanno creato difficoltà sulle strade di tutto il Paese. Alcuni trattori hanno raggiunto Bruxelles, dove si trova il Parlamento europeo, e Namur, la capitale della Vallonia. La Federazione dei giovani agricoltori belgi ha minacciato di paralizzare la capitale in coincidenza con il vertice Ue.
Manifestazioni in Italia: tensione e proteste su diverse fronti
In Italia, le manifestazioni degli agricoltori continuano in diverse regioni. In Liguria, un gruppo di agricoltori ha raggiunto il casello autostradale di Busalla, sulla A7 Genova-Milano. In precedenza, ci erano stati momenti di tensione al casello di Orte, sull’A1, dove i trattori avevano cercato di entrare in autostrada, ma erano stati fermati dalle forze dell’ordine. A Cagliari, i pastori si sono uniti alla protesta e hanno occupato il porto. Un altro presidio è previsto domani al porto di Oristano. In Toscana, centinaia di trattori si sono radunati davanti al casello di Valdichiana, sull’A1, tra Siena e Arezzo. A Grosseto, i trattori hanno bloccato una parte della vecchia Aurelia, mentre cercavano di arrivare in città. Nel Milanese, oltre 250 trattori e 400 agricoltori si sono concentrati vicino al casello di Melegnano.
Confagricoltura a Bruxelles: iniziative urgenti per l’agricoltura
Confagricoltura rafforza il proprio impegno nel portare le questioni agricole europee alle sedi competenti. La giunta della Confederazione, riunitasi recentemente, ha avviato iniziative a Bruxelles per sollecitare risposte più tempestive da parte dell’Unione europea, affrontando le richieste degli agricoltori.
Obiettivi chiave: reddito adeguato, sostenibilità e innovazione tecnologica
L’impegno di Confagricoltura mira a garantire un reddito adeguato ai produttori agricoli e migliorare la sostenibilità ambientale senza compromettere la produttività. L’associazione promuove l’adozione di innovazioni tecnologiche per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Inoltre, si impegna a difendere i prodotti italiani ed europei dalla concorrenza non allineata alle regole dell’UE.
Confagricoltura ha inoltre annunciato un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles il 26 febbraio, durante la quale sarà presentata la visione dell’associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova Politica Agricola Comune.
Le proteste degli agricoltori in Europa: una storia lunga
In diversi Paesi europei, le proteste degli agricoltori sono una realtà da tempo: già nel 2019, i Paesi Bassi avevano visto manifestazioni contro la richiesta del governo di ridurre la produzione di bestiame per abbassare le emissioni di ossido di azoto. A Bruxelles, in Belgio, gli agricoltori hanno spesso usato il latte come arma di protesta o hanno ostacolato le strade con il bestiame. Lunedì scorso, il traffico della capitale belga è stato bloccato da agricoltori infuriati. Anche in Romania, Polonia e Ungheria gli agricoltori hanno protestato, temendo la concorrenza delle importazioni a basso costo dall’Ucraina.
Nuova deroga Ue: resilienza in tempi di guerra in Ucraina
La Commissione europea ha annunciato una proroga della deroga alla regola della Politica Agricola Comune, che richiede agli agricoltori di lasciare alcune quote di terreno a riposo per accedere agli aiuti comunitari. Il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ha comunicato questa decisione durante una conferenza stampa. Tale misura, legata al maggese, è una delle cause delle proteste agricole che stanno attualmente interessando diverse città europee.
L’esecutivo comunitario propone specificamente di concedere agli agricoltori dell’Unione europea deroghe alle norme della PAC nel 2024, che attualmente li obbligano a mantenere alcune aree non produttive. Affinché gli agricoltori possano ricevere il sostegno della PAC, devono rispettare nove standard rafforzati per l’ambiente e il clima. La condizionalità, applicata a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue, gioca un ruolo fondamentale nell’integrazione delle pratiche agricole sostenibili.
Lo standard sulle “buone condizioni agricole e ambientali” impone la destinazione di una quota minima di terreno coltivabile a aree non produttive, come terreni incolti o elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da questo obbligo. La proroga della deroga mira a mitigare le tensioni e a offrire una soluzione temporanea alle preoccupazioni degli agricoltori.
Rafforzamento delle protezioni per il settore agricolo Ue
La nuova deroga sarà accompagnata da un rafforzamento delle protezioni per i settori sensibili dell’Unione europea, con particolare attenzione al settore agricolo, gravemente colpito dallo stop ai dazi. Questa misura si inserisce nel contesto delle misure commerciali autonome adottate per Ucraina e Moldova durante la guerra in Ucraina, che hanno portato a un aumento significativo delle importazioni agricole dall’Ucraina all’Ue, causando reazioni e sfide nei Paesi di frontiera.
Sfide logistiche e mercato agricolo: risposte dei paesi di frontiera
I Paesi di frontiera, tra cui Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania, hanno affrontato sfide logistiche e accumuli eccessivi di grano e altri cereali a causa delle restrizioni alle esportazioni da parte dell’Ucraina. Queste situazioni hanno portato ad azioni unilaterali da parte di questi Paesi, violando il principio di libera circolazione delle merci e minacciando la coesione del mercato unico europeo.
von der Leyen: sostegno e dialogo continuo con gli agricoltori Ue
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sottolinea il ruolo cruciale degli agricoltori come spina dorsale della sicurezza alimentare nell’Unione europea e cuore delle zone rurali. La dichiarazione segue le recenti proroghe sulle misure agricole proposte dall’esecutivo comunitario.
La von der Leyen afferma che le nuove misure offrono ulteriore flessibilità agli agricoltori, particolarmente necessaria in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. La flessibilità è vista come un elemento chiave per adattarsi alle mutevoli esigenze del settore agricolo.
La presidente si impegna a continuare il dialogo con gli agricoltori per garantire che la Politica Agricola Comune mantenga un giusto equilibrio tra rispondere alle esigenze degli agricoltori e assicurare la fornitura continua di beni pubblici ai cittadini europei. L’approccio dialogico è considerato essenziale per garantire una PAC che sia efficace ed equa per tutte le parti interessate.