Gli scienziati chiedono all’UE di eliminare gradualmente i combustibili fossili

L'European Scientific Advisory Board on Climate Change esorta l'UE a rivedere rapidamente le politiche climatiche, cruciali per una graduale uscita dai combustibili fossili

Foto di Alessandro Mariani

Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

In una dichiarazione senza mezzi termini, alcuni scienziati (membri dell’European Scientific Advisory Board on Climate Change) hanno sollecitato l’Unione Europea a ridefinire le sue strategie per una transizione graduale verso l’eliminazione dei combustibili fossili, essenziale per realizzare gli obiettivi climatici ambiziosi. Pur essendo stata una tra le voci più decise per un accordo mondiale volto a eliminare i combustibili fossili durante l’ultimo vertice climatico COP28, l’UE, secondo i consulenti, deve rivedere le proprie politiche, per adeguarsi all’uscita graduale da carbone, petrolio e gas nei prossimi decenni.

Le politiche attuali dell’UE non sono adeguate rispetto all’abbandono dei combustibili fossili

Nonostante l’atteggiamento deciso assunto durante la COP28, il rapporto del Consiglio Scientifico Europeo sul Cambiamento Climatico evidenzia che le politiche attuali dell’UE non sono allineate rispetto all’abbandono progressivo dei combustibili fossili entro il 2050. I consulenti sottolineano la necessità di una revisione per raggiungere le emissioni nette zero entro quella data, affermando che gran parte di questo sforzo dovrebbe intensificarsi dopo il 2030, ma è essenziale iniziare prima per agevolare la transizione.
Gli advisor sottolineano la necessità che l’Unione riduca drasticamente l’uso dei combustibili fossili, con un quasi completo abbandono di carbone e gas fossile nella produzione di elettricità e calore entro il 2040. Tra le criticità individuate, che necessitano una revisione, ci sono:

  • politiche a sostegno dei combustibili fossili, tra cui regole sugli aiuti di Stato
  • classificazione degli investimenti verdi

Gli obiettivi climatici dell’UE richiederanno tagli di CO2 molto più importanti

Il documento sollecita inoltre i Paesi a smettere di sovvenzionare i combustibili fossili, indicando la necessità di riorientare questi finanziamenti verso azioni mirate a favore delle famiglie vulnerabili. Nel 2022, i sussidi dell’UE ai combustibili fossili hanno raggiunto la cifra impressionante di 120 miliardi di euro a seguito degli sforzi per proteggere i cittadini dai crescenti prezzi dell’energia dopo l’invasione russa in Ucraina e i tagli alle forniture di gas in Europa.

Anche se le nuove politiche climatiche dell’UE sembrano avvicinarsi all’obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030, gli obiettivi climatici a lungo termine richiederanno tagli di CO2 molto più profondi. Bruxelles sta attualmente elaborando un obiettivo climatico per il 2040, che sarà presentato il prossimo mese, che secondo gli advisor dovrebbe comportare una riduzione delle emissioni del 90-95%. Le proposte degli advisor suggeriscono una serie di azioni, alcune delle quali si concentrano su settori politicamente sensibili, come l’agricoltura, dove misure ambientali recenti hanno incontrato resistenze. Tra queste proposte, l’imposizione di un prezzo sulle emissioni agricole dopo il 2030 e il miglioramento delle condizioni di investimento per le energie rinnovabili, mirate a affrontare più efficacemente l’impatto sociale delle politiche climatiche.

L’avvertimento dell’UE: rischio mancato obiettivo climatico 2030

L’Unione Europea sta comunque richiamando gli stati membri a fare di più per il clima. La Commissione ha evidenziato il fatto che i Paesi stanno rimanendo indietro rispetto al loro obiettivo climatico fondamentale e, senza politiche di riduzione delle emissioni più robuste, rischiano di mancare l’obiettivo. Nell’ambito di una valutazione dei piani climatici nazionali dei Paesi dell’UE, la Commissione ha affermato che queste misure porteranno a una riduzione netta delle emissioni di gas serra dell’UE del 51% entro il 2030, mancando l’obiettivo legalmente vincolante del 55% di riduzione delle emissioni.

Complessivamente, i Paesi stanno procedendo nella giusta direzione. Le emissioni dell’UE sono in calo dal 1990, e le installazioni di energie rinnovabili sono in aumento. Tuttavia, nessuno di questi sviluppi avviene abbastanza rapidamente per soddisfare le ambizioni climatiche europee. L’uso di combustibili fossili rappresenta la principale fonte di emissioni di gas serra in Europa, così come a livello globale.

Alcuni Paesi in ritardo rispetto alla riduzione dei combustibili fossili

La Commissione ha dichiarato che tutti i Paesi dell’UE hanno iniziato a ridurre l’uso di combustibili fossili, ma alcuni procedono troppo lentamente, e molti compromettono questa transizione continuando a sovvenzionare i combustibili fossili. “Le sovvenzioni ai combustibili fossili rimangono un ostacolo significativo alla transizione verso un’energia pulita e un freno agli obiettivi climatici dell’UE,” ha dichiarato la Commissione. Paesi come Germania e Romania pianificano di continuare a bruciare carbone oltre il 2030, compromettendo sulle loro capacità di riduzione delle emissioni di CO2, anche se Berlino sta considerando l’anticipazione del suo abbandono dal 2038 al 2030. La Commissione ha affermato che i Paesi hanno bisogno anche di piani più robusti per aiutare i lavoratori colpiti dalla transizione verde.

I piani attuali potrebbero portare l’UE a ottenere il 39,3% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030, un notevole aumento rispetto alla quota del 22,5% dell’UE dell’anno scorso. Tuttavia, ciò rimarrebbe al di sotto dell’obiettivo del 42,5% dell’Unione entro il 2030, un traguardo progettato per svincolare l’Europa dai combustibili fossili russi. La valutazione ha riguardato i piani nazionali di 21 Paesi. Austria, Bulgaria e Polonia non ne hanno presentato uno, mentre Belgio, Irlanda e Lettonia hanno presentato i loro in ritardo. I piani finali sono attesi entro giugno. Settori come il trasporto, l’agricoltura e la protezione delle foreste per l’accumulo di più CO2 stanno rimanendo indietro nei loro sforzi di riduzione delle emissioni di CO2, ha dichiarato la Commissione.

Chiamata urgente per una UE senza combustibili fossili

Nella dichiarazione dell’European Scientific Advisory Board on Climate Change gli scienziati esortano l’Unione Europea a rivedere rapidamente le sue strategie per abbracciare una transizione graduale lontana dai combustibili fossili. Nonostante il ruolo di primo piano nel chiedere l’eliminazione globale dei fossili al COP28, l’UE deve adattare le proprie politiche a un’uscita progressiva da carbone, petrolio e gas nei prossimi decenni. Attualmente, le politiche dell’UE non sono allineate a un abbandono graduale dei fossili entro il 2050, richiedendo una revisione immediata per raggiungere emissioni nette zero entro quella data.

La pressione per ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili entro il 2040 è chiara, evidenziando la necessità di riforme nelle politiche a favore dei fossili, comprese le regole sugli aiuti di Stato e la tassonomia degli investimenti in fonti energetiche verdi. Inoltre, gli esperti sottolineano l’urgenza di porre fine alle sovvenzioni ai fossili, destinando questi fondi a iniziative a sostegno delle famiglie vulnerabili. L’avvertimento della Commissione Europea sull’attuale ritardo rispetto agli obiettivi climatici del 2030 evidenzia la necessità di azioni immediate, per evitare il mancato raggiungimento dei traguardi ambiziosi che il Vecchio Continente si è dato.