Un anno di Meloni, il primo bilancio: chi voterebbero oggi gli italiani

Cala dopo il primo anno di governo la fiducia degli elettori nell'esecutivo Meloni. Paradossalmente tiene, secondo i sondaggi, la fiducia in Fratelli d'Italia

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il governo Meloni ha da poco compiuto un anno di vita. La luna di miele con gli elettori sembra essere finita e l’esecutivo incassa il suo peggior gradimento. Secondo le ultime rilevazioni poco meno di un elettore su due apprezza le politiche del governo (46%). Si tratta del gradimento, a un anno dall’insediamento, più basso per un governo dal 2019.

Tutte le grane sul tavolo di Giorgia Meloni

È Demos, per conto di Atalante politico, a prendere la temperatura dell’elettorato. Secondo Quorum/YouTrend per Sky TG24 solo il 36% degli intervistati dà un giudizio positivo all’operato dell’esecutivo mentre il 55% dà un giudizio negativo. Ma nonostante il calo della fiducia nel governo, Fratelli d’Italia regge nei sondaggi settimanali e anzi si impenna in quelli su base annua.

Molte e tutte pesantissime le gatte da pelare per la premier Meloni. Problemi che pesano sulla fiducia degli elettori. Solo per citarne alcune:

  • il caro energia che ha mandato alle stelle le bollette e i prezzi delle merci;
  • l’inflazione galoppante che assottiglia il potere d’acquisto;
  • la Bce che ha alzato i tassi per calmierare l’inflazione, col risultato di far impennare le rate di mutui e prestiti;
  • la crisi migratoria che Meloni in campagna elettorale giurava di risolvere a colpi di blocchi navali;
  • il taglio delle accise sui carburanti sempre annunciato e poi abbandonato in favore del meno dispendioso bonus benzina,
  • i ritardi sul Pnrr;
  • il tira e molla con l’Unione europea sul Mes;
  • gli imbarazzi per la vicenda Santanchè che potrebbero portare a un rimpasto di governo;
  • i continui bracci di ferro con Salvini;
  • i malumori suscitati in Forza Italia dalla legge sugli extraprofitti delle banche, poi annacquata;
  • la perdita di appeal delle spiagge italiane in favore dell’Albania;
  • il Sud consumato dai roghi dei piromani.

E all’orizzonte ci sono due scadenze capitali: la legge di bilancio da chiudere entro dicembre per evitare l’esercizio provvisorio e le elezioni di primavera 2024. I partiti, anche quelli di governo, sono già in campagna elettorale. Salvini, sparigliando le carte, ha lanciato la proposta di un condono edilizio causando mal di pancia agli alleati-rivali Tajani e Meloni.

Sondaggi politici a un anno dalle elezioni

Se da una parte cala la fiducia nel governo, dall’altra parte il gradimento verso Fratelli d’Italia sale rispetto all’anno scorso: 30,7%, ovvero una crescita del 4,7% secondo i già citati dati Quorum/YouTrend. Clamorosa batosta, ancora una volta, per il Pd e la coalizione di sinistra.

Queste le intenzioni di voto degli italiani rispetto al gradimento dello stesso periodo del 2022:

  • Coalizione di governo = 46,1% (+2%);
  • Fratelli d’Italia = 30,7% (+4,7%);
  • Lega = 8,4% (-0,4%);
  • Forza Italia = 6,1 (-2%);
  • Partito democratico =19,3% (+0,3%);
  • Movimento 5 Stelle = 15,4% (stabile);
  • Verdi/Sinistra Italiana = 4,4 (+0,8%);
  • Azione = 3,9% (stabile);
  • Italia Viva = 3,4% (stabile);
  • +Europa = 2% (-0,8%).

Sondaggi politici del 25 settembre 2023

Questi invece i sondaggi politici del 25 settembre rispetto a quelli di una settimana prima secondo le rilevazione Swg per La7:

  • Fratelli d’Italia = 28,7% (28,8%);
  • Partito democratico = 19,8% (19,8%);
  • Movimento 5 Stelle = 16,9% (17,2%);
  • Lega = 10,1% (9,8%);
  • Forza Italia = 6,5% (6,3%);
  • Azione = 3,8% (3,2%);
  • Verdi e Sinistra = 3,8% (3,2%);
  • Italia Viva = 2,7% (2,8%);
  • +Europa = 2,6% (2,4%);
  • Per l’Italia con Paragone = 1,6% (1,8%);
  • Unione popolare = 1,6% (1,7%);
  • Altre liste minori = 2,5% (2,3%);
  • Non sa/non si esprime = 38% (43%).