Schedatura sanitaria automatica? Di cosa si tratta: facciamo chiarezza

Se anche voi siete incappati in un titolo simil minaccioso stile “Attenzione alla schedatura sanitaria”, fate molta attenzione

Se anche voi siete tra i tanti italiani incappati in un titolo simil minaccioso stile “Attenzione alla schedatura sanitaria”, fate molta attenzione. In questi giorni circola la notizia, finita anche nei trend di Google, riguardo a una presunta Schedatura Sanitaria, che implicherebbe una violazione della privacy dei cittadini italiani da parte del Governo.

Perché se ne parla? Il riferimento è relativo al cosiddetto Fascicolo Sanitario Elettronico-FSE (qui trovate l’approfondimento di QuiFinanza a riguardo) e alle modifiche apportate dal Decreto Rilancio del 19 maggio 2020, convertito in legge a luglio. Il consenso automatico riguarda l’inserimento dei dati nel Fascicolo Sanitario Elettronico da parte dei prestatori dei servizi sanitari, pubblici e privati.

“Schedatura sanitaria automatica”? Ecco perché se ne parla

La bufala è quantomai insidiosa stavolta, perché a rilanciarla sono, tra gli altri, presunte associazioni di categoria e “esperti”, secondo cui i nostri dati sanitari verrebbero automaticamente resi accessibili e consultabili a tutti gli esercenti le professioni sanitarie. Dietro a questo “piano” ci sarebbe la volontà del Governo di “classificare la popolazione anche in base alla propria storia vaccinale”.

In particolare, in Rete si trova il riferimento spesso all’avvocato Polacco, con tanto di pagina web chiamata “Io sto con l’avvocato Polacco”, relativa all’omonima associazione, nata – si legge sul sito – al fine di “tutelare i diritti di ogni singolo Cittadino e il massimo rispetto per la Costituzione Italiana e i suoi valori, attraverso tutte le iniziative democratiche, culturali, sociali ed anche giuridiche e giudiziarie”.

Qui si trova scritto che l’articolo 11 del decreto legge Rilancio n.34/2020 dispone misure urgenti in materia sanitaria e anche il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), fascicolo consultabile da “tutti gli esercenti delle professioni sanitarie”. Un contenuto molto simile si trova sulla pagina della non meglio nota associazione European Consumers.

L’abrogazione del comma 3-bis del DL 179/12 comporta – si legge – la possibilità di alimentazione del fascicolo personale anche in assenza del consenso. Nel Fse sono contenuti dati su ricoveri di pronto soccorso, referti, profili sanitari, informazioni su diagnosi, terapie, cartelle cliniche, vaccinazioni, certificati, ecc.

“Non è un caso che questa schedatura di massa venga emanata proprio in questo contesto di limitazione delle libertà individuali e costituzionali. Viste le attuali procedure di Stato attuate per limitare al massimo dette libertà individuali in base alla normativa emergenziale con imposizioni, spesso illegittime, è possibile ed importante negare il proprio consenso a tale schedatura di massa. Il mancato consenso non pregiudica, ovviamente, il diritto all’erogazione della prestazione sanitaria”.

E ancora, l’invito ai cittadini italiani a negare il proprio consenso a questa presunta schedatura elettronica indirizzata inoltre
“a classificare la popolazione anche in base alla propria storia vaccinale e non solo”.

Il consenso – sostengono queste associazioni – si può negare anche inviando una apposita e-mail utilizzando il modulo scaricabile a questo indirizzo da inviare ai DPO (Data Protection Officer – Ufficio Protezione Dati Personali ) delle varie regioni
di competenza, quali per esempio :
dpo@regione.lazio.it
dpo@regione.lazio.legalmail.it
dpo@regione.sicilia.it
etc……….
ed anche al “Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 00187 Roma –
protocollo@pec.gpdp.it
http://www.iostoconlavvocatopolacco.it
al “Responsabile DPO ( Ufficio Protezione Dati Personali) – Regione ………………..
Via ……………..
e p.c. “Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 00187 Roma –
protocollo@pec.gpdp.it

Segue scheda per negare il consenso, scaricabile e compilabile. Tutto inutile. Non serve.

Quali novità nel Decreto Rilancio riguardo all’FSE

La novità contenuta nel Decreto Rilancio (qui lo speciale di QuiFinanza) è che vengono estese le tipologie di dati sanitari e socio-sanitari che confluiscono nel FSE: sono così inclusi anche quelli che riguardano le prestazioni erogate al di fuori del Sistema sanitario nazionale, non solo quelle interne al SSN. Seguono peraltro quanto previsto dal parere del Garante della Privacy del 7 marzo 2019, un anno prima dell’inizio della pandemia.

Inoltre, l’attivazione e l’alimentazione del FSE diviene automatica e più agevole. Il cittadino non dovrà più richiedere l’apertura del proprio fascicolo e dare il proprio consenso alla sua alimentazione, ma potrà sempre decidere chi può accedere ai suoi dati sanitari, attraverso il meccanismo del consenso esplicito. Resta garantito, inoltre, il diritto di conoscere quali accessi siano stati effettuati al proprio FSE.

Come funziona il consenso ai propri dati sanitari

Una volta che l’assistito abbia espresso il proprio consenso alla consultazione del fascicolo, che deve essere reso una tantum e può essere sempre revocato, il personale sanitario che lo ha in cura può accedere al suo FSE. La prestazione sanitaria è comunque garantita anche in caso di mancato consenso.

Con i recenti interventi di semplificazione, il FSE viene automaticamente alimentato in modo che lo stesso assistito possa facilmente consultare i propri documenti socio-sanitari, anche se generati da strutture sanitarie situate al di fuori della Regione di appartenenza, grazie all’interoperabilità assicurata dal Sistema Tessera Sanitaria.

A prescindere dal consenso dell’assistito, gli organi di governo sanitario possono accedere a dati pseudonimizzati presenti nel FSE per svolgere le relative funzioni istituzionali, come programmazione delle cure e gestione delle emergenze sanitarie.

L’assistito potrà così consultare i propri documenti sanitari sia clinici che amministrativi, come le ricette o i certificati di malattia. Attivare il FSE è utile e veloce, qui vi spieghiamo tutti i buoni motivi per averlo.

Chi può accedere all’FSE, previo consenso del paziente

Ecco chi può accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico:

  • tutti gli esercenti le professioni sanitarie pubblici e privati che intervengono nel processo di cura dell’assistito, compreso il medico di base, cui compete anche il compito di redigere il cosiddetto Patient Summary (profilo sanitario sintetico).
  • le Regioni e il Ministero della salute per finalità di governo e di ricerca, senza i dati identificativi diretti dell’assistito e nel rispetto dei principi di indispensabilità, necessità, pertinenza e non eccedenza.

Chi non può accedere all’FSE

Ecco chi non può accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico:

  • periti
  • compagnie di assicurazione
  • datori di lavoro
  • associazioni scientifiche
  • organismi amministrativi, pur se operanti in ambito sanitario
  • terzi non autorizzati.

Come negare l’accesso ai dati

Il paziente ha il diritto di richiedere l’oscuramento dei dati e dei documenti sanitari e sociosanitari sia prima dell’alimentazione del FSE sia successivamente. E può decidere di revocare in ogni momento l’oscuramento.

In questi casi, i dati e i documenti oscurati potranno essere consultati esclusivamente dall’interessato e dai titolari che hanno generato i relativi documenti.

L’oscuramento deve avvenire con modalità tali da garantire che gli altri soggetti abilitati all’accesso al FSE per le finalità di cura non possano venire automaticamente a conoscenza del fatto che l’assistito ha effettuato questa scelta e che esistano dati “oscurati”.