G7 di Venaria, centrali a carbone chiuse entro il 2035: l’accordo c’è, l’Italia farà da apripista

Centrali a carbone chiuse nei Paesi del G7 entro il 2030 o al massimo entro il 2035. E l'Italia potrebbe dire addio al combustibile fossile anche prima

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il G7 Clima, Energia e Ambiente in scena alla Reggia di Venaria ha raggiunto un primo risultato: i Paesi partecipanti hanno stabilito di spegnere le centrali a carbone entro il 2030, o al massimo entro il 2035. Per l’ufficialità dell’accordo occorrerà attendere il comunicato stampa del 30 aprile diffuso a chiusura del summit mondiale. Ma l’anticipazione sul carbone è intanto stata resa nota dal ministro dell’Energia del Regno Unito, Andrew Bowie, ai microfoni di Class Cnbc.

Paesi del G7 fuori dall’energia a carbone

Al G7 della Reggia di Venaria vicino Torino partecipano Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada e Giappone. In totale sono 32 i capi delegazione: oltre ai rappresentanti dei 7 Paesi citati, ci sono poi quelli della Commissione Europea e i delegati di diversi Paesi esterni, fra i quali Algeria e Brasile (Paese ospite del prossimo G20).

“Abbiamo un accordo per uscire dal carbone nella prima metà degli Anni 2030”, ha dichiarato Bowie. “Si tratta di un accordo storico tenendo conto che non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo alla Cop28 di Dubai l’anno scorso. Quindi riuscire ad avere i Paesi del G7 intorno un tavolo che mandano un segnale al mondo sul fatto che le economie avanzate sono pronte ad abbandonare il carbone è incredibile”.

Italia verso l’addio al carbone

L’annunciato stop al Carbone è “una ipotesi che è stata prevista, c’è un accordo tecnico in merito. Lavoriamo per l’accordo politico” da chiudere domani, ha detto il ministro Pichetto Fratin. “Manca il timbro politico, per qualche Paese può essere un semplice timbro, per altri un elemento ancora di valutazione”, ha aggiunto. In vista della dichiarazione finale “c’è stato un percorso tecnico portato avanti dai negoziatori dei Paesi, c’è di massima un percorso tecnico definito: a questo punto serve il timbro dell’accordo politico dei Paesi”. Sullo stop al carbone “l’Italia può fare da apripista chiudendo prima del 2030, e nel brevissimo periodo per l’Italia continentale, si può parlare di un anno o anche prima”.

L’Italia aveva già intenzione di dare una stretta all’utilizzo del carbone, come aveva spiegato il ministro Pichetto Fratin nei giorni scorsi: “L’Italia è pronta a dire addio al carbone, la fonte fossile che genera più gas serra. Abbiamo valutato i tempi: potremmo arrivarci nei prossimi mesi, anche se con l’attuale scenario geopolitico è più probabile parlare di un anno per l’Italia continentale e il 2027 per la Sardegna“.

Il ruolo dell’energia nucleare in Europa

Quello raggiunto al G7 italiano è, nei fatti, un compromesso fra il fronte di chi seguitava a sostenere l’utilizzo del carbone come fonte di transizione e gli altri Paesi (dei quali la Francia è capofila) che chiedono una stringente road map per abbandonare definitivamente questo combustibile fossile, ma anche il petrolio e il gas. L’intesa sarà ufficializzata anche dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

La Francia guida la fazione dei Paesi che spingono per l’abbandono dei combustibili fossili in cambio di maggiori investimenti nel nucleare. Mentre su questo fronte la Germania frena, l’Unione europea abbraccia la posizione francese.