Ccnl industria alimentare, stipendio aumentato: le novità dell’accordo

Cosa cambia nel nuovo contratto di lavoro dell'industria alimentare: dall'aumento di stipendio alle modifiche degli orari

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il Ccnl dei lavoratori impegnati nell’industria alimentare è stato firmato e sono presenti svariate novità di cui tener ovviamente conto. Ancora un rinnovo contrattuale, dunque, che in questo caso coinvolge circa 400.000 lavoratori. Un aggiornamento che riporta tranquillità nel settore, considerando la scadenza del precedente accordo, scattata a novembre 2023.

Nuovo Ccnl alimentare

I sindacati impegnati nelle lunghe trattative hanno svelato l’accordo raggiunto, finalmente. Si parla delle seguenti sigle: Fai Cisl, Flai Cgil e Uila. Si garantisce un aumento di stipendio decisamente al di fuori di quelli che sono stati gli schemi fino a oggi. Qualcuno potrebbe parlare di record, anche se l’espressione appartiene più agli sport che a situazioni del genere. Qui si parla della vita di lavoratori comuni, per i quali è stato garantito un importante diritto.

Confronto della durata di quattro giorni con le associazioni datoriali del settore. Ecco quali sono:

  • Unionfood;
  • Ancit;
  • Anicav;
  • Assalzoo;
  • Assica;
  • Assitol;
  • Assobibe;
  • Assobirra;
  • Assocarni;
  • Assolatte;
  • Federvini;
  • Italmopa;
  • Mineracqua;
  • Unaitalia

“Il nuovo accordo rappresenta un traguardo importante per l’incremento economico e per le conquiste ottenute sul piano normativo, per valorizzare il lavoro stabile e ben qualificato”. Queste le parole di Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza, i segretari generali delle tre sigle che hanno firmato il contratto. Di seguito analizziamo nel dettaglio quanto pattuito.

Cosa cambia

Un accordo in notturna, quello per il Ccnl dell’industria alimentare, siglato tra il 29 febbraio e l’1° marzo. Si può parlare di risveglio dolce per i lavoratori del settore, tenendo conto degli obiettivi raggiunti in materia di salario, contrasto alla precarietà e welfare.

I sindacati sono riusciti a ridurre la percentuale dei contratti a tempo determinato che è possibile siglare in azienda. Un taglio notevole, passando dal 50% al 25% (contratti a termine, in staff leasing e in somministrazione).

Cambiamenti concordati anche per quanto concerne gli orari di lavoro, che verranno ridotti. Lo sguardo in questo caso è rivolto al 2026, con una riduzione di quattro ore per chi svolge turni di 18-21 ore. A ciò se ne aggiungeranno altre 4 nel 2027. Quest’ultima, in vigore dunque tra tre anni (poco meno), varrà per tutti i lavoratori, al di là dei propri turni.

La porta in questo caso però resta aperta. Si è consci del fatto che lo sviluppo tecnologico potrebbe comportare notevoli modifiche sulla produttività e l’occupazione. Le parti si sono impegnate, dunque, a definire potenziali intese future con le Rsu, autorizzando eventualmente ulteriori riduzioni di orario.

Restando in ambito ore garantite, si parla di congedi parentali. I genitori che hanno bisogno di assentarsi dal luogo di lavoro, così da favorire l’inserimento al nido e alla scuola dell’infanzia, avranno un aumento delle ore retribuite. Lo stesso dicasi per i soggetti chiamati ad accudire genitori anziani e per le donne vittime di violenza.

Aumento degli stipendi

Sappiamo che l’8 marzo ci sarà uno sciopero nazionale in Italia. Una data scelta non a caso, essendo la Giornata internazionale della donna, al fine di far sentire la propria voce su tematiche come gender gap e pari opportunità.

Sotto quest’aspetto si è lavorato per inserire un paragrafo nuovo, che rimanda alla contrattazione nazionale e a quella di secondo livello il compito di individuare soluzioni per eliminare le differenze di genere esistenti.

In ambito strettamente economico, attuato un aumento di 4 euro per il fondo integrativo sanitario Fasa. Aumentato a 6 euro, invece, il contributo a carico aziendale per il fondo di previdenza complementare Alifond.

In ultima analisi parliamo di aumento degli stipendi: incremento di 280 euro per 400.000 lavoratori (a regime), per un ammontare pari a 10.236 euro al termine dei 4 anni. La prima tranche decorre dall’1° dicembre, con aumento di 75 euro. Nei 14 mesi successivi di applicazione contrattuale, invece, si recupererà un importo di 170 euro, pari al 60% dell’aumento accordato.