Campi Flegrei, la simulazione dell’eruzione è spaventosa

La crescita dell’attività vulcanica, soprattutto dal punto di vista del numero di scosse registrate, sta mettendo sempre più alla prova la tranquillità della gente normale

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Cosa accadrebbe in caso di un’eruzione nei Campi Flegrei? Un modello esistente si basa sull’eruzione di Agnano Monte Spina, che risale a circa 4100 anni fa. Si tratta di un video creato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel 2001, e ultimamente sta guadagnando notorietà.

L’animazione che simula l’eruzione

Questa animazione illustra come la temperatura dei gas si sviluppa in due isosuperfici: una che segna i punti in cui la temperatura raggiunge i 100°C (isosuperficie esterna, semitrasparente), e l’altra per i punti a 350°C (isosuperficie interna, in rosso e giallo). Il risultato è catastrofico, con interi quartieri a ovest di Napoli distrutti in pochi minuti.

Tuttavia, è importante chiarire alcune questioni riguardo a questo video diffuso recentemente da alcune testate, tra cui Il Mattino. Attualmente, non esiste un modello preciso che possa prevedere con certezza cosa accadrà nei Campi Flegrei nei prossimi mesi in caso di eruzione. Inoltre, non possiamo determinare con esattezza l’entità di un evento eruttivo, poiché questi eventi sono preceduti da sciami sismici specifici e da anomalie che finora non sono state rilevate.

Niente anomalie significative negli ultimi mesi

Attualmente, secondo quanto dichiarato da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non ci sono segni evidenti di cambiamenti significativi nella dinamica vulcanica nei Campi Flegrei. Questa affermazione è stata fatta durante una relazione sulla “fase bradisismica attuale ai Campi Flegrei” tenuta in occasione della Notte europea dei ricercatori Streets 2023 presso l’Università di Napoli Federico II. Bianco ha sottolineato che, al momento, non ci sono parametri di monitoraggio tra quelli costantemente sorvegliati che mostrino anomalie significative.

Inoltre, sembra che ci sia una variazione incrementale nella crisi bradisismica attuale, ma non si può prevedere quale sarà la sua evoluzione poiché questi fenomeni sono principalmente legati ai terremoti, che sono notoriamente imprevedibili. Tuttavia, è importante notare che l’intensificazione della crisi bradisismica attuale non ha ancora raggiunto lo stesso livello di quella avvenuta negli anni ’80.

Perché si possa verificare un’eruzione vulcanica, è necessario che il magma si sposti verso la superficie. Questo processo dovrebbe causare una migrazione degli ipocentri sismici, eventi sismici a bassa frequenza dovuti all’oscillazione del magma nei crepacci crostali, modifiche significative nella geometria della deformazione del suolo, e notevoli aumenti nella temperatura dei volumi rocciosi, tra altri fenomeni. Al momento, nessuno di questi segni è stato osservato nella crisi attuale nei Campi Flegrei.

Cosa può succedere in caso di eruzione

La storia vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da eruzioni di tipo esplosivo. Le proiezioni future indicano che tali eventi potrebbero continuare a verificarsi. Il sito della protezione civile ha identificato diverse possibili manifestazioni legate a un’eruzione nei Campi Flegrei:

  • Formazione di una colonna eruttiva: Questa colonna è composta da gas, frammenti incandescenti di lava e ceneri. Può raggiungere un’altitudine di decine di chilometri sopra il vulcano, creando un impatto significativo sulla regione circostante.
  • Caduta di materiale vulcanico: Questo comprende detriti di grandi dimensioni che si depositano nelle vicinanze della bocca eruttiva. Inoltre, ceneri e lapilli possono essere trasportati dal vento a distanze considerevoli, fino a decine di chilometri dalla caldera.
  • Generazione di flussi piroclastici: Si tratta di valanghe composte da gas, cenere e frammenti vulcanici altamente caldi e veloci. Questi flussi piroclastici possono avanzare per diversi chilometri e superare i limiti della caldera, rappresentando una minaccia significativa per le aree circostanti.
  • Esplosioni freatiche: Queste esplosioni possono verificarsi in zone con intensa attività idrotermale, come la regione di Solfatara/Pisciarelli. Possono manifestarsi anche prima dell’inizio effettivo di un’eruzione vulcanica.
  • Colate di fango: Queste colate si formano dalla combinazione di ceneri vulcaniche e acqua. Possono verificarsi sia durante l’eruzione, a causa delle piogge, sia in un secondo momento dopo l’evento vulcanico.