Morte del coniuge in separazione dei beni senza figli: cosa sapere

Anche quando i coniugi sono in regime di separazione dei beni, quello supersite entra a pieno diritto nell'asse ereditario. Anche se non ci sono dei figli

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Nel momento in cui una persona dovesse morire si apre la successione dei suoi beni, che vengono divisi tra i suoi eredi. Anche quando due coniugi hanno optato per la separazione dei beni e non hanno dei figli, le sostanze del de cuis vengono divise tra chi ne ha diritto.

È bene sottolineare che alla morte di coniuge – anche quando si è optato per la separazione dei beni e non ci siano dei figli – ci sono dei soggetti che vengono considerati come eredi necessari. E come tali rientrano a pieno diritto nella categoria dei soggetti legittimati. A queste persone, per legge, è riservata una quota dell’eredità del defunto. Proprio tra i soggetti legittimari vi rientra anche la moglie.

Un quesito che si pongono molte persone è se sia rilevante sapere quale regime patrimoniale sia stato scelto dai coniugi durante il matrimonio. Cosa comporta aver optato per la comunione legale dei beni o per la separazione legale dei beni. Scopriamolo insieme.

Morte del coniuge in separazione dei beni

La morte del coniuge non costituisce solamente una circostanza tragica da fronteggiare ma anche una situazione che deve essere dipanata dal punto di vista tecnico-pratico. Quando la morte del coniuge avviene in separazione dei beni e senza figli, i diritti successori vengono trasferiti automaticamente alla parte superstite e, proporzionalmente, agli altri parenti di sangue, come fratelli o eventuali genitori in vita. Gli eredi legittimi vengono denominati legittimari e hanno diritto di ricevere una quota ereditaria costituita da beni mobili, immobili, denaro, titoli ed ogni altro bene o prodotto finanziario.

Il coniuge superstite, in quanto erede privilegiato, ha come obbligo quello di presentare, nel termine tassativo di dieci anni dalla morte del de cuius, la dichiarazione di successione, presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate del luogo di residenza. La dichiarazione di successione è un documento attraverso il quale vengono esplicitate tutte le proprietà appartenenti alla persona scomparsa e si indicano anche gli eredi. Ai fini del perfezionamento di tale dichiarazione, è obbligatorio il versamento delle tasse di successione che vengono calcolate in base all’ammontare dell’asse ereditario.

Il regime di separazione dei beni

Il regime di separazione dei beni opera la sua efficacia solamente quando marito e moglie sono in vita ma nella denegata ipotesi di morte del coniuge, il superstite, in caso di mancanza di figli, ha diritto al ricevimento della quota più alta del patrimonio lasciato. In presenza di conto corrente cointestato è necessario recarsi personalmente presso l’istituto di credito di riferimento, presentando un certificato di morte con il quale si attesta l’avvenuto decesso del correntista, in maniera da ottenere, da parte della banca, l’autorizzazione ad operare sul conto in autonomia. Nel caso in cui la persona scomparsa redige un testamento, occorrerà rispettare le ultime volontà, destinando parte del patrimonio agli eredi legittimi e la parte più consistente alle persone o alle opere di carità indicate.

L’accettazione dell’eredità da parte dei familiari della persona scomparsa implica il trasferimento non solamente dei crediti ma anche dei debiti in quanto l’asse successorio è costituito da attività e passività. Qualora, per eccessivi debiti o motivazioni personali, un erede non volesse accettare l’eredità, dovrà effettuare una dichiarazione formale presso l’ufficio di Volontaria Giurisdizione situato presso il Tribunale del luogo di residenza.