Colosso dei microchip apre fabbrica in Italia: migliaia di assunzioni

Il colosso Intel avrebbe stretto un accordo riservato da 4,5 miliardi con il governo uscente Draghi per la costruzione di un impianto in Veneto

A poche settimane dalla fine del mandato il governo uscente di Mario Draghi avrebbe dato vita a un accordo con il colosso dei microchip Intel da 4,5 miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, con la costruzione di una fabbrica in Italia. La multinazionale americana ha scelto la cittadina veneta di Vigasio, in provincia di Verona, per collocare il proprio stabilimento che dovrebbe impiegare 1.500 dipendenti e creare altri 3.500 occupati dell’indotto. Secondo l’agenzia Reuters, che ha riportato la notizia da fonte di natura confidenziale, non ci sono per adesso conferme ufficiali né da parte di Intel né dall’Esecutivo dimissionario in quanto le trattative sono ancora in corso.

Colosso dei microchip apre fabbrica in Italia: l’investimento di Intel

L’apertura di una fabbrica da parte di Intel in Italia fa parte di un più ampio piano di investimento in Europa da 80 miliardi di euro in dieci anni, annunciato a marzo dal colosso.

La scelta ha fatto seguito al programma delineato dalla Commissione Europea proprio per incoraggiare l’industria dei microchip a investire nei Paesi Ue.

La scarsità del reperimento su scala globale di queste componenti indispensabili per ogni tecnologia, hanno spinto Bruxelles a varare l’European Chips Act, un piano di 43 miliardi di euro, tra investimenti pubblici e privati, per attrarre i produttori, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 20% del valore della fabbricazione mondiale di semiconduttori (qui avevamo spiegato perché mancano i microchip per le tessere sanitarie che hanno determinato un rischio per le visite mediche come abbiamo spiegato qui).

La località di Vigasio, che dovrebbe essere pronta tra il 2025 e il 2027, è stata scelta per la sua posizione strategica tra l’autostrada e la ferrovia del Brennero, di collegamento con la Germania e in particolare con la città di Magdeburgo, dove Intel ha in programma di realizzare altri due stabilimenti.

Per la costruzione dell’impianto, che si occuperà di confezionamento e assemblaggio di semiconduttori, erano entrati in corsa anche alcuni siti in Lombardia, Puglia, Sicilia e Piemonte.

In ballottaggio con la cittadina in provincia di Verona sarebbe rimasta fino all’ultimo un’area dismessa tra i comuni di Leinì e Volpiano, nell’area a Nord della città metropolitana di Torino.

“Con un investimento potenziale fino a 4,5 miliardi di euro – aveva spiegato a marzo l’ad di Intel Pat Gelsinger – questa fabbrica creerebbe circa 1.500 posti di lavoro per Intel più altri 3.500 posti di lavoro tra fornitori e partner, con operazioni da iniziare tra il 2025 e il 2027”.

L’investimento si somma alle opportunità di crescita che la multinazionale ha intezione di realizzare con l’acquisizione di Tower Semiconductor, società israeliana che produce circuiti integrati la quale ha stretto una partnership significativa con la STMicroelectronics di Agrate Brianza.

Colosso dei microchip apre fabbrica in Italia: l’accordo tra Intel e il Governo Draghi

Secondo quanto riportato da Reuters, l’accordo sarebbe stato stretto già a inizio settembre ma sarebbe stato mantenuto riservato in attesa dell’esito delle elezioni di domenica.

Stando sempre alle notizie diffuse dall’agenzia di stampa internazionale, Roma sarebbe pronta a finanziare fino al 40% degli oltre 4 miliardi di euro di investimento totale di Intel in Italia.

Prima della diffusione di qualsiasi accordo ufficiale con Intel, che potrebbe essere eventualmente annunciato dal prossimo governo Meloni, ogni finanziamento proveniente dalle casse dello Stato per il programma di investimenti della multinazionale americana dovrà essere inevitabilmente condiviso con il nuovo esecutivo di centrodestra (qui il nostro speciale sulla vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre).