Oggi fino alle ore 15 gli italiani sono chiamati a votare su cinque quesiti referendari abrogativi proposti da sindacati e associazioni: quattro riguardano norme sul lavoro (contratti a termine, tutele crescenti e indennità di licenziamento, sicurezza sul lavoro) e uno sulla cittadinanza (riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza).
Perché il referendum sia valido è richiesto il quorum del 50% +1 degli aventi diritto. Le prime rilevazioni mostrano un’affluenza in netto calo rispetto al passato: alle ore 12 di domenica aveva votato solo il 7,4% degli elettori, cifra salita al 16,16% alle 19 e al 22,73% alle 23, quando sono stati chiusi i seggi della prima giornata.
Referendum 2025: i dati finali dell’affluenza regione per regione
Con la chiusura dei seggi alle 15 di lunedì 9 giugno, l’affluenza media nazionale si ferma, alle ore 15, al 28,81%. Una soglia lontana dal quorum e coerente con la scarsa spinta mobilitativa registrata nei giorni precedenti. La distribuzione territoriale conferma una dinamica disomogenea: Emilia-Romagna e Toscana guidano con oltre il 35% di media sui cinque quesiti, mentre Calabria, Sicilia e Trentino-Alto Adige restano inchiodate sotto il 23%.
La fotografia che emerge è quella di un’Italia che ha risposto in ordine sparso, con regioni centrali più attive e un Sud che si conferma distaccato dalla consultazione. L’affluenza, si è rivelata comunque insufficiente a riaprire il dossier referendario con un mandato popolare valido.
Regione | Affluenza ore 15 | ||
Abruzzo | 29,27% | ||
Basilicata | 29,71% | ||
Calabria | 22,46% | ||
Campania | 28,45% | ||
Emilia-Romagna | 35,48% | ||
Friuli Venezia Giulia | 27% | ||
Lazio | 29,86% | ||
Liguria | 32,7% | ||
Lombardia | 28,02% | ||
Marche | 31,86% | ||
Molise | 26,5% | ||
Piemonte | 31,31% | ||
Puglia | 28,14% | ||
Sardegna | 24,51% | ||
Sicilia | 23,45% | ||
Toscana | 38,96% | ||
Trentino-Alto Adige | 19,18% | ||
Umbria | 30,49% | ||
Valle d’Aosta | 27,6% | ||
Veneto | 24,78% | ||
Italia (nazionale) | 28, 81% |
Referendum 8 e 9 giugno, quali sono i 5 quesiti
Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 propone cinque quesiti abrogativi. Quattro intervengono su norme che regolano il lavoro, uno sulla cittadinanza. Vediamo nel dettaglio cosa chiedono:
- licenziamenti illeggittimi – si chiede di eliminare la norma che impedisce al giudice di disporre il reintegro del lavoratore anche in caso di licenziamento dichiarato illegittimo per motivi economici (oggi, in questi casi, è previsto solo un indennizzo);
- tutele crescenti – si propone di abrogare la disciplina delle tutele crescenti per i licenziamenti individuali, introdotta con il Jobs Act;
- contratti a termine – questo quesito punta ad abrogare le disposizioni introdotte con il cosiddetto decreto Poletti (2014), che hanno reso più flessibile l’utilizzo dei contratti a tempo determinato. In particolare, la normativa attuale consente di stipulare contratti a termine senza obbligo di specificare una motivazione (la cosiddetta “causale”) per i primi 36 mesi;
- sicurezza sul lavoro – si vuole abrogare la regola che permette al datore di lavoro di designare direttamente il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) in mancanza di un accordo sindacale;
- cittadinanza – nell’ultimo quesito si chiede di eliminare la norma che impone dieci anni di residenza continuativa per ottenere la cittadinanza italiana, riducendola a cinque.
Dati dell’affluenza dell’8 giugno 2025
L’affluenza registrata nella prima giornata di voto è rimasta contenuta, confermando il trend di disaffezione già visto nei referendum precedenti. Se il passo dovesse restare questo anche nella giornata di lunedì, è probabile che il quorum resti fuori portata.
Nella tabella sottostante vediamo l’affluenza rilevata domenica 8 giugno 2025 alle ore 12:00, 19:00 e 23:00 per ciascuna regione e per il totale nazionale, secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, che si possono consultare tramte il portale Eligendo.
A livello nazionale si passa dal 7,40% (ore 12) al 16,16% (ore 19) fino al 22,73% (ore 23). Tra le regioni, la più alta partecipazione alle 23 è stata registrata in Toscana (29,99%), seguita da Emilia-Romagna (28,85%) e Piemonte (27,13%), mentre le percentuali più basse si riscontrano in Trentino-Alto Adige (16,10%), Sicilia (16,50%) e Calabria (16,23%).
Regione | Ore 12:00 | Ore 19:00 | Ore 23:00 (chiusura) |
Abruzzo | 20,3% | 25,7% | 28,2% |
Basilicata | 19,8% | 24,1% | 26,5% |
Calabria | 10,9% | 15,7% | 16,23% |
Campania | 18,5% | 23,9% | 25,1% |
Emilia-Romagna | 10,9% | 18,6% | 28,85% |
Friuli Venezia Giulia | 11,2% | 17,5% | 23,0% |
Lazio | 12,8% | 19,3% | 22,6% |
Liguria | 13,5% | 21,0% | 24,7% |
Lombardia | 11,7% | 20,5% | 24,3% |
Marche | 12,0% | 18,9% | 23,8% |
Molise | 15,3% | 18,0% | 18,90% |
Piemonte | 12,6% | 20,8% | 27,13% |
Puglia | 12,3% | 19,7% | 24,0% |
Sardegna | 11,9% | 17,1% | 20,2% |
Sicilia | 8,5% | 12,4% | 16,50% |
Toscana | 13,9% | 22,4% | 29,99% |
Trentino-Alto Adige | 7,2% | 11,8% | 16,10% |
Umbria | 10,4% | 15,3% | 21,4% |
Valle d’Aosta | 9,8% | 14,6% | 20,5% |
Veneto | 11,6% | 17,7% | 19,90% |
Italia (nazionale) | 7,40% | 16,16% | 22,73% |