La controproposta della Meloni al salario minimo

Incontro governo-opposizione sul salario minimo: Giorgia Meloni farà cinque controproposte alle controparti. Il governo punta ad alzare gli stipendi a gennaio 2024.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista Professionista

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La chiusura di Giorgia Meloni al salario minimo è totale: la premier giudica rischiosa la proposta sostenuta con forza da M5S e PD, poiché imporrebbe gravi oneri alle aziende, rischiando di mandare fuori mercato le più fragili. Sono cinque le controproposte che il governo metterà sul tavolo per spostare dal salario minimo l’asse della trattativa con le opposizione. La prima proposta riguarda i contratti collettivi.

Giorgia Meloni e il salario minimo

Si prevede di “estendere la contrattazione collettiva applicando, laddove non c’è, il contratto di categoria che può essere considerato di riferimento”, come ha spiegato al Corriere della Sera il senatore leghista Claudio Durigon. Non si tratta del terreno di confronto più ostico dal momento che nella loro proposta le opposizioni chiedono di inserire un meccanismo per il quale “al lavoratore di ogni settore” debba essere “riconosciuto il trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi”.

La seconda proposta riguarda gli appalti pubblici. Il governo intende scorporare gli stipendi degli operai dai fattori che determinano quel massimo ribasso che permette alle aziende di vincere le gare. La logica del massimo ribasso rischia di spingere all’ingiù gli stipendi dei lavoratori e di tagliare su tutto ciò che può essere tagliato, comprese le spese sulla sicurezza.

La terza proposta riguarda il ruolo Cnel (quel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, oggi presieduto da Renato Brunetta, che Matteo Renzi con il suo referendum puntava a sopprimere) e il ruolo dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), cioè l’ente che rappresenta lo Stato nelle trattative per i contratti nazionali. Cnel e Aran dovrebbero lavorare insieme per “controbilanciare gli effetti dei cosiddetti contratti pirata“.

La quarta proposta punta a varare misure volte a far crescere gli stipendi da gennaio 2024. L’indiscrezione arriva dal quotidiano La Stampa.

La quinta proposta ha ad oggetto le tempistiche dei rinnovi dei contratti collettivi nazionali. I contratti spesso rimangono senza rinnovo per anni così i lavoratori prestano la loro opera con contratti scaduti. Il governo intende inserire un meccanismo di premialità basato su sconti fiscali per le realtà tempestive nei rinnovi.

L’incontro fatidico fra governo e opposizione è fissato per le 17:00 di venerdì 11 agosto. Le prove di dialogo sono forse dovute al fatto che i sondaggi vedono gli italiani favorevoli al salario minimo.

Incontro governo-opposizione

Le formazioni in campo:

  • da una parte Giorgia Meloni (premier), Matteo Salvini (vicepremier), Antonio Tajani (idem), Alfredo Mantovano (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio) e Giovanbattista Fazzolari (idem).
  • All’altro angolo: Elly Schlein e Maria Cecilia Guerra per il PD, Giuseppe Conte e Nunzia Catalfo per il M5S, Carlo Calenda e Matteo Richetti per Azione, Nicola Fratoianni e Franco Mari per Sinistra italiana, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi per i Verdi, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova per +Europa. Assente Matteo Renzi.

Schlein e Conte vs Meloni

La più battagliera è Elly Schlein che richiede un ruolo da protagonista e rifiuta il ruolo di mero ascolto nell’incontro sulle controproposte del governo sul salario minimo.

Gli esponenti del M5S partecipano all’incontro contrariati dal fatto che il governo Meloni abbia abolito il reddito di cittadinanza per trasformarlo in misure differenti.