Rivoluzione patente, a 65 anni scatta un nuovo obbligo

Rivoluzione in atto per una categoria di patente il cui rinnovo si fa sempre più complicato, poi scatta il ritiro: cosa succede col nuovo Codice della strada

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Una nuova rivoluzione è in atto per il conseguimento e successivo mantenimento della patente in Italia, con una stretta non di poco conto volta a cercare di prevenire i sempre più numerosi eventi tragici in strada nel nostro Paese. È infatti notizia di ogni giorno il numero delle vittime della strada, specialmente nei weekend in cui, tra movida e alta velocità, si registrano sempre più numerosi sinistri mortali sulle strade d’Italia, da Nord a Sud.

E per cercare di venire a capo di questo problema il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha messo a punto un nuovo Codice della strada che si fa più stringente. Ma non solo, perché è ufficiale anche un nuovo obbligo che scatterà per i 65enni, e gli over 65, per i quali il mantenimento della patente comincia a essere un problema.

L’obbligo per i 65enni con la patente

C’è chi ha ottenuto la patente a 18 anni e che, ogni 10 anni, la rinnova senza alcun problema dopo aver superato la visita medica di routine senza alcun problema. C’è chi, invece, per poterla mantenere deve sottoporsi a visita medica ogni cinque, tre o due anni rischiando, di volta in volta, di vedersi negare il rinnovo. È il caso degli over 65enni, che per poter continuare a guidare devono essere visitati da una Commissione medica locale che, se valuta positivamente, dà l’ok al rinnovo. Se no addio patente.

A dir la verità, col nuovo Codice, gli scaglioni di rinnovo partono dai 50 anni, con il controllo ogni 5 anni fino al compimento dei 70 anni, poi ogni tre fino agli 80 e successivamente ogni due per le patenti AM, A1, A2, A, B1, B, BE, ovvero quelle per auto, ciclomotori, tricicli e mezzi con rimorchio.

Ma la vera e propria rivoluzione scatta ora per i 65enni che hanno ottenuto anche la patente C ed E, ovvero quella che permette di far guidare autotreni e autoarticolati con massa oltre 20 tonnellate. Conseguibile a partire da 21 anni dopo aver conseguito la C, oppure da 18 se si consegue la CQC Merci, questo tipo di patente dovrà per l’appunto essere rinnovata ogni due anni dopo i 65 anni, subordinato al parere della commissione medica, e a 68 anni scatta il ritiro.

Dai 68 anni in poi, infatti, non potrà più essere prorogata e perderà di validità.

Come funziona il rinnovo della patente

La patente di guida, ricorda il ministero, deve essere rinnovata a scadenze diverse a seconda della categoria posseduta e dell’età del conducente. Il rinnovo consiste in una visita per l’accertamento dei requisiti fisici e psichici di idoneità alla guida da parte di medici abilitati.

Nello specifico, come detto, per le patenti di categoria A o B il rinnovo è a scaglioni di 10 (fino ai 50 anni), 5 (fino ai 70), 3 (fino agli 80) e 2 anni (dopo il compimento degli 80 anni), mentre per la C ed E scatta un diverso obbligo.

Per la patente di D, che abilita alla guida di autoveicoli per trasporto di persone con numero di posti superiori a 9 compreso quello del conducente (autobus), ma solo in uso proprio, il rinnovo è invece ogni 5 anni fino al compimento dei 70 anni, poi ogni 3 anni fino al compimento degli 80 anni e ogni 2 anni dopo gli 80 anni.