Allarme voli, il prezzo andrà alle stelle: cosa faranno Ryanair, easyJet e le altre

Compagnie low cost contro il decreto caro voli di Meloni, che come effetto molto probabilmente avrà il suo contrario: far lievitare i prezzi

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Compagnie low cost contro il decreto caro voli di Meloni. In attesa del nuovo tavolo collettivo convocato per il prossimo giovedì, ieri (giovedì 7 settembre, ndr), nell’ambito del confronto promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con le principali compagnie aeree operanti in Italia, i vertici italiani di easyJet, Ryanair e gli altri vettori a basso costo hanno incontrato il ministro Adolfo Urso.

Mentre la reazione di Ryanair è di strappo, radicale, contro le nuove regole decise dal governo – la compagnia irlandese ha annunciato che eliminerà ben 10 tratte in Italia – pare più cauta ma comunque decisa la riposta di easyJet, che, scrive in una nota ufficiale, “ha molto apprezzato la disponibilità all’ascolto e al dialogo costruttivo offerta dal ministro”, pur ribadendo la propria “ferma contrarietà” agli indirizzi del decreto sul caro voli.

L’allarme di easyJet: i voli torneranno ad essere un privilegio per pochi

La compagnia low cost inglese ha sottolineato che, se il contenuto del decreto venisse confermato, questo porterebbe “certamente” a una riduzione dell’attrattività del mercato italiano per le compagnie aeree. Tradotto: a una riduzione dell’offerta e della connettività da e per gli aeroporti italiani e ad un inevitabile aumento dei prezzi.

Stabilendo un tetto massimo per i prezzi dei voli, basato sulla loro tariffa media, il decreto causerebbe una riduzione dell’offerta e un aumento dei prezzi medi, rendendo i viaggi in aereo meno convenienti e meno accessibili per gli italiani, che invece oggi beneficiano di un mercato libero e altamente concorrenziale, con tariffe che sono tra le più convenienti nel panorama europeo, spiega easyJet.

“Il Governo purtroppo rimarrà deluso quando scoprirà che l’effetto di questo decreto sarà di avere trascinato mercato e consumatori indietro di decenni, quando volare era un privilegio per pochi”.

Non solo. EasyJet punta il dito contro il governo sostenendo anche che il testo del decreto negli articoli di interesse contrasta con il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa UE, principio che – dice il colosso low-cost – negli ultimi decenni ha portato “enormi benefici” ai consumatori di tutta Europa, rendendo i voli accessibili a sempre maggiori fasce di popolazione. “Ogni limitazione di questa libertà avrebbe come conseguenza una riduzione dell’offerta di trasporto aereo e della concorrenza tra compagnie nel mercato italiano, con grave danno per i consumatori, ma anche per il turismo e l’economia del Paese”.

Un momento per nulla facile quello di easyJet, che questa estate è stata costretta a cancellare circa 1.700 voli a causa delle restrizioni del controllo del traffico aereo in Europa, principalmente da e per l’aeroporto londinese di Gatwick. Nulla a che vedere con le cancellazioni dello scorso anno, dicono i manager, dovute invece alla carenza di piloti o di equipaggi, e che avevano provocato caos negli scali, file interminabili e numerosi voli annullati.

“L’intero settore sta vivendo condizioni difficili quest’estate, con spazi aerei più limitati a causa della guerra in Ucraina e potenziali nuovi scioperi” dei controllori del traffico aereo, aveva dichiarato la compagnia a inizio stagione. Da qui la decisione di apportare alcuni “aggiustamenti preventivi” al programma, che definisce comunque minori, mentre più di 90mila voli sono stati comunque effettuati tra giugno e settembre.

Ryanair: pratiche scorrette?

Riguardo invece alla decisione di Ryanair di cancellare 10 tratte per la Sardegna, i vertici sembrano inamovibili. Eppure quella che si è configurata questa estate con il caro voli sembra proprio una speculazione, denuncia Adiconsum Sardegna, che la definisce “vergognosa”, “sulla pelle di chi rientra dalle vacanze estive”, in particolare dopo l’ennesimo caso del biglietto Volotea Olbia-Roma, in programma alle 20.25 del 1 settembre, che è arrivato a costare la cifra folle di 410 euro. Ora la denuncia passa al vaglio dell’Antitrust.

“La vicenda conferma come i prezzi degli aerei da e per la Sardegna sono del tutto fuori controllo – afferma il presidente dell’Adiconsum regionale Giorgio Vargiu – Un volo della durata di pochi minuti per un collegamento nazionale non può arrivare a costare come un biglietto per un viaggio intercontinentale di 10 ore, ed è evidente lo zampino dell’algoritmo utilizzato dalla compagnie aeree per adeguare i prezzi alla domanda e ottenere il massimo profitto possibile”.

Adiconsum Sardegna ha quindi deciso di inviare una segnalazione all’Antitrust affinché verifichi se quanto emerso in merito al caso Volotea possa configurare una possibile pratica commerciale scorretta.

Il problema dell’algoritmo dei voli

Al tempo stesso, prosegue Vergiu, le associazioni a tutela dei consumatori chiedono di dichiarare completamente fuorilegge l’algoritmo usato dai vettori aerei per la definizione dei prezzi, “perché è evidente che quanto deciso dal Governo col recente decreto Omnibus non è assolutamente sufficiente a tutelare le tasche degli utenti del trasporto aereo e a costringere le compagnie aeree ad un comportamento commercialmente corretto nei confronti dei consumatori”.

Mentre il settore aerei vive nel caos, con lo sciopero di oggi 8 settembre che ha lasciato a terra migliaia di viaggiatori, giovedì 14 settembre si attende il nuovo incontro collettivo. La riunione si terrà “con le compagnie, con le regioni, con le associazioni che rappresentano i gestori degli aeroporti, con le autorità di controllo e con il sistema ferroviario perché dobbiamo affrontare in prospettiva anche le questioni riguardanti l’intermodalità in questo momento” ha spiegato il ministro Urso.

“Quello che ci preme è fornire un servizio agli utenti italiani che sia adeguato alle loro necessità e a prezzi accessibili. Il confronto è in atto e io sono convinto che riusciremo anche in questo campo a sviluppare una politica industriale che consenta al Paese di cogliere nuove opportunità. Le imprese con cui ci siamo confrontati ci hanno presentato piani di sviluppo nel nostro Paese, perché è dove cresce maggiormente il traffico aereo. In uno spirito costruttivo mi auguro che Ryanair possa avere una percezione positiva in sede europea, li invito a confrontarsi con i cittadini europei”.