Dl anti rincari, Ryanair stupisce tutti tagliando 10 rotte

La compagnia regina delle low cost si sente fortemente penalizzata dal dl anti rincari e prende posizione: ecco le tratte eliminate e la minaccia

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Lo aveva promesso e ora, dopo lo “sgarbo” ricevuto dal Governo italiano, sembra essere pronta a mantenere la parola detta. Ryanair è su tutte le furie contro l’Italia dopo il decreto anti-rincari che la compagnia low cost più grande d’Europa considera un provvedimento anti-concorrenziale ed è pronta a lasciare il Paese.

Non un vero e proprio addio netto, anche perché le perdite per la compagnia irlandese sarebbero drammatiche, ma un’uscita graduale che sa di minaccia, perché il decreto emanato dall’esecutivo Meloni non permetterebbe al vettore di avere libertà sulle tariffe da applicare.

Ryanair taglia la Sardegna

Il primo grande passo in questa direzione è quindi il taglio di alcune tratte, soprattutto quelle prese di mira dal dl anti-rincari. Il provvedimento del Governo, infatti, interessava principalmente i sovrapprezzi che il vettore applicava sui voli per e dalle Isole, dunque la prima risposta dall’Irlanda è stata quella di cancellare alcuni dei voli previsti verso il sud.

Nello specifico, il processo è iniziato verso la Sardegna, con l’eliminazione di frequenze e collegamenti verso Alghero che potrebbero però non essere l’unico caso.  A essere cancellate, infatti sono le rotte tra la Sardegna e Trieste, ma anche i voli diretti per Alghero, Bari e Treviso. Non solo. Dalla programmazione emerge anche che vengono ridotte le frequenze su altre sette tratte: sei nazionali (Roma, Milano Malpensa, Bergamo, Catania, Napoli e Venezia), una internazionale (Bruxelles Charleroi).

Rispetto al 2022 si avranno quindi il 6% in meno di voli su Cagliari e addirittura il 16% su Alghero. E potrebbe non essere finita qui perché potrebbero essere eliminate frequenze e collegamenti anche in Sicilia. “Siamo stati costretti a ridurre dell’8% il nostro operativo invernale per la Sardegna a seguito dell’introduzione di un decreto che fissa un limite illegale sui prezzi emanato dal governo italiano” conferma il vettore irlandese che trasporta oltre il 40% dei passeggeri nei cieli italiani.

La richiesta della compagnia

L’introduzione del dl anti-rincari non ha fatto piacere alla compagnia. Il ministro Urso, dopo che erano emersi dei rincari da record sulle tratte per le Isole, aveva attivato il garante dei prezzi per indagare sui sovrapprezzi e, dopo aver convocato a luglio le aviolinee, si era deciso di intervenire. L’intervento del Governo è stato proprio il dl contro il caro voli che ha fissato un tetto massimo alle tariffe da/per le isole, con i biglietti dei voli nazionali per Sardegna e Sicilia che non possono costare più del 200% della tariffa media di quel collegamento.

Una mossa che, come detto, ha fatto arrabbiare le compagnie aeree, come anche easyJet che annuncia un aumento imponente dei prezzi. Le low cost ritengono il provvedimento anti-concorrenziale. E a innervosirsi più di tutte è stata Ryanair che ha sottolineato: “Chiediamo all’esecutivo di ritirare il decreto che impone un tetto massimo ai prezzi. L’unica soluzione credibile ed a lungo termine per abbassare le tariffe tra Sardegna e Sicilia e l’Italia continentale è aumentare il numero di voli offerti”.

“Il decreto serve solo a danneggiare la connettività insulare” ha attaccato Ryanair per conto di Jason McGuinness, chief commercial officer, che ha evidenziato che “in particolare nei mesi invernali non di punta, quando compagnie aeree efficienti come Ryanair in genere scontano fortemente le tariffe per stimolare la domanda”.