Ryanair, è guerra contro Enac: cosa sta succedendo

Scontro durissimo e senza sconti tra il Presidente dell'Enac Di Palma e il Ceo di Ryanair, che in una nota ne ha chiesto addirittura le dimissioni

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Nel cuore di una disputa che ha scosso, ma anche fatto sorridere, il mondo dell’aviazione civile, il Ceo di Ryanair, Michael O’Leary, e il presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), Pierluigi Di Palma, si sono scontrati aspramente sul ruolo delle compagnie aeree low-cost e sui prezzi in aumento dei trasporti aerei negli ultimi mesi. Ryanair ha inoltre sollevato un’accusa senza precedenti contro Di Palma, chiedendo le sue dimissioni.

Enac: dispute accese sui costi dei voli

Le tensioni sono esplose quando Di Palma ha criticato l’aumento dei prezzi dei voli, citando esplicitamente Ryanair. Ha dichiarato che le compagnie low-cost, come per l’appunto la nota società irlandese, praticamente non esistono più e che i prezzi promozionali offerti prima della pandemia di Covid-19 non torneranno mai più. Ha inoltre evidenziato il controllo della compagnia irlandese sul 51% del mercato italiano, suggerendo la presenza di un oligopolio che contribuisce all’aumento dei prezzi in un contesto di domanda superiore all’offerta.

La replica e il regalo di O’Leary

Le parole di Di Palma hanno scatenato una risposta (e non solo una) tagliente da parte di O’Leary, che ha addirittura chiesto le dimissioni del presidente dell’Enac. O’Leary ha respinto le affermazioni di Di Palma, definendole false e fuorvianti. Ha sostenuto che le compagnie aeree in Italia, inclusa Ryanair, non lavorano insieme per aumentare le tariffe e ha sottolineato l’errore di Di Palma riguardo alla quota di mercato detenuta da Ryanair.

Ha dichiarato: “È evidente che Di Palma non ha idea di cosa sia un oligopolio”. O’Leary ha sottolineato che Ryanair ha meno del 40% di quota di mercato in Italia, non il 51% come erroneamente sostenuto da Di Palma, e che la compagnia offre tariffe aeree competitive per milioni di consumatori italiani.

La richiesta di dimissioni da parte di Ryanair è stata ulteriormente motivata dal desiderio di veder riconosciuta la propria posizione nel mercato aereo italiano e di difendere la propria reputazione da ciò che considerano “affermazioni false” da parte del Presidente dell’Enac.

In una nota diffusa da Ryanair, inoltre, O’Leary ha criticato aspramente Di Palma, affermando che quest’ultimo non ha una comprensione adeguata di concetti economici fondamentali, come quello di oligopolio. Ha poi ribadito l’impegno di Ryanair nel mantenere prezzi accessibili per i passeggeri italiani, annunciando un aumento della capacità di posti disponibili del 10% e un calo delle tariffe per milioni di viaggiatori.

Ma le beffe e i colpi d’ascia ironici non finiscono qui. Ryanair ha anche inviato a Di Palma un libro intitolato “Economics for Dummies”, dimostrando in modo inequivocabile una volontà di ridicolizzare o sminuire la sua competenza nei concetti economici, soprattutto in relazione al settore dell’aviazione civile.

La risposta di Di Palma

Pierluigi Di Palma ha lasciato al Corriere pochissime dichiarazioni, senza sbilanciarsi, riguardo alle provocazioni del vertice di Ryanair: “Non rispondo a O’Leary e alle sue provocazioni, capisco che le mie dichiarazioni gli diano fastidio. Vorrei soltanto ricordargli che deve rispettare le istituzioni italiane e chi le rappresenta”. Il presidente dell’Enac ha poi aggiunto: “Il nostro compito è quello di stare sempre al fianco del cittadino-passeggero, tutelandolo in ogni aspetto, compreso il costo dei trasporti”.