Addio al geo-blocking, Parlamento Ue favorevole: rivoluzione streaming senza vincoli territoriali

Libertà assoluta dei servizi streaming in Europa. Ecco l'ipotesi del Parlamento europeo, che si schiera contro il geo-blocking

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 13 Dicembre 2023 23:00

Il mondo dello streaming, sportivo e non solo, sta per cambiare radicalmente. Si fanno infatti passi avanti per la rimozione del geo-blocking. Ciò vuol dire abbattere le barriere invisibili dei confini nazionali, che consentono l’accesso a un determinato numero di servizi digitali, precludendone altri.

Il mondo del calcio è in grande apprensione in merito, considerando come di colpo gli utenti avranno modo di scegliere tra un numero ben maggiore di opzioni, andando a caccia del prezzo migliore.

Il voto del Parlamento europeo

Un voto che promette di fare la storia, quello del Parlamento europeo. Porte aperte alla rimozione dei blocchi geografici sui servizi streaming. Il riferimento va tanto a film e serie TV quanto a eventi in diretta.

Ciò non si tradurrà di certo in un cambio di rotta immediato, ma la disponibilità a offrire uno scenario totalmente differente agli utenti c’è, eccome. Una rivoluzione alle porte, che potrebbe però avere un impatto gigantesco sul mondo del calcio, in positivo e in negativo. Di certo l’assetto attuale ne risulterebbe sconvolto.

Andrebbero ripensati gli accordi sulle vendite dei diritti all’estero, ad esempio, considerando come ora DAZN e Sky, guardando alla serie A, avrebbero ben altra concorrenza in casa. Lo stesso dicasi per i pacchetti europei.

La risoluzione ha visto 376 voti favorevoli e 111 contrari, mentre in 107 hanno preferito astenersi. Un passo che, come detto, non avrà un impatto immediato ma è fondamentale per un nuovo regolamento da stilare entro il 2025.

Comunicato ufficiale

La nota diramata dal Parlamento europeo al termine della votazione parla chiaro: “I membri del Parlamento desiderano una maggiore disponibilità di cataloghi transfrontalieri e un accesso e una reperibilità transfrontaliera agli eventi sportivi, attraverso servizi di streaming”.

Si richiede agli Stati membri di valutare ogni opzione, al fine di ridurre la diffusione di barriere ingiuste e discriminatorie, come sono state descritte, connesse al geo-blocking.

Un regolamento in merito a tale sistema esiste già ma, in merito alla trasmissione di eventi sportivi e, in generale, i servizi audiovisivi tutti, si sottolinea come siano esclusi dall’ambito di applicazione. Ciò vuol dire che nel 2018 si è optato per un’apertura parziale, ma non su tale fronte. Nel 2025 tutto potrebbe cambiare per sempre, almeno in Europa.

E se non cambiasse nulla

Il Parlamento europeo non intende distruggere il sistema vigente, bensì migliorarlo. Occorre però tener conto dell’impatto di tale scelta su differenti e specifici settori. Il regolamento, viene da pensare, dovrà tener conto di norme ad hoc per ogni ambito. A questo ha fatto riferimento la parlamentare Beata Mazurek, prima della votazione.

In merito si è espresso anche l’Ad della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, nettamente contrario a un duro colpo assestato al sistema calcio, già claudicante in Italia. Si è detto sorprendentemente soddisfatto dalla sessione del Parlamento europeo.

Ciò perché guarda al fatto che sia stato sollevato il tema della tutela dei sistemi che propongono contenuti protetti da copyright. Si è mostrato fiducioso, in vista del 2025, per quanto concerne un vero e proprio passo indietro da Strasburgo.

Nessun sollevamento del geo-blocking, dunque. Questa è la sua previsione, ma perché? Se è vero che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede la revisione delle norme in termini di blocchi geografici, quest’ultima non è vincolante. In sintesi: tutto resterà fermo fino al 2025. Un nuovo regolamento potrebbe essere proposto ma, considerando i grandi interessi in palio, l’intera operazione vanta un gravoso rischio d’affossamento.