Negozi chiusi la domenica, a rischio 40mila posti di lavoro

Federdistribuzione contro la chiusura domenicale dei negozi: "I posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40 mila"

“Entro l’anno approveremo la legge che impone uno stop nei weekend e nei festivi a centri commerciali ed esercizi commerciali, con delle turnazioni“. Ad affermarlo è stato il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio a margine della Fiera del Levante, a Bari. “L’orario degli esercizi commerciali non può più essere liberalizzato come fatto dal governo Monti perché sta distruggendo le famiglie italiane” ha scandito Di Maio. “Bisogna ricominciare a disciplinare gli orari di apertura e chiusura” ha aggiunto il vicepremier.

LA PROPOSTA CHE DIVIDE – La proposta di Di Maio divide. ”Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile”, afferma Enrico Postacchini, delegato per le Politiche commerciali di Confcommercio che sottolinea: “L’obiettivo deve essere quello di evitare gli errori del passato e di valorizzare il nostro modello plurale fatto di piccole, medie e grandi imprese per assicurare il massimo del servizio e della qualità alle famiglie e ai consumatori”. “Partire, quindi, da una regolamentazione minima e sobria per le chiusure festive attraverso il dialogo con le rappresentanze è una via percorribile e imprescindibile”, aggiunge.

CHI CI RIMETTE – Chiudere il commercio la domenica, che secondo gli esercenti è diventata il secondo giorno per incasso dopo il sabato, avrebbe un “effetto negativo sui consumi, già fermi”, mentre “i posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40 mila“, ha detto Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, al Corriere della Sera.

“Sugli investimenti abbiamo già i primi segnali di grandi gruppi che, prima di andare avanti, vogliono capire come finirà questa storia. Avevamo già chiesto un incontro al ministro Luigi Di Maio ma finora – rileva – non siamo riusciti a parlare con lui”. E ancora: “La società moderna ha bisogno di servizi e sono 12 milioni gli italiani che fanno acquisti la domenica”.

CHI CI GUADAGNA – Chiudere per legge i i centri commerciali la domenica finirebbe per far crescere il commercio online. “Chiudere la domenica farebbe crescere ancora di più il commercio online. Un settore che già corre di suo e che ha grandi vantaggi rispetto alla rete di vendita fisica, sia dei piccoli sia dei grandi, non solo sul fisco ma anche sugli orari, sui saldi, su tante cose” ha concluso Claudio Gradara.

OK DI CGIL E CONFESERCENTI – Sono d’accordo con la linea del governo Filcams Cgil e Confesercenti. “Intervenire sul decreto Salva Italia e le liberalizzazioni delle aperture e degli orari nel commercio” è “una priorità” per la Filcams Cgil che ha più volte avanzato proposte di modifica, richiesto un incontro con il ministro del Lavoro Di Maio e promosso iniziative, mobilitazioni e campagne di comunicazione in occasione delle festività”, afferma la segretaria generale Maria Grazia Gabrielli. ”Apprendiamo con soddisfazione la presentazione in Commissione Attività Produttive della proposta di legge della Lega, a prima firma dell’onorevole Barbara Saltamartini, che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Era tempo di dare un segnale a migliaia di italiani, imprenditori e lavoratori, che aspettano un intervento correttivo sulla deregulation totale oggi in vigore”. Così Confesercenti in una nota.

SODDISFAZIONE DELLA CEI – “Sarebbe una scelta di qualità di vita, che finalmente si rimette a tema”, commenta monsignor Pietro Fragnelli responsabile della Cei aggiungendo che “era sicuramente un argomento da riaprire, non solo per la comunità cattolica ma per l’intera società civile. Non tanto e non solo per la riuscita limitata o il mancato successo di una iniziativa che pure era stata accompagnata dalla dizione di ‘Salva Italia’, quanto per la qualità delle relazioni umane e sociali che metteva in discussione”. “Questa proposta non può dunque che trovare molta attenzione da parte della Chiesa italiana”, sottolinea.