L’Europa ha dato il via libera alla direttiva Case green. Il piano comprende una decarbonizzazione completa del settore edilizio, a partire dalle nuove costruzioni. Gli edifici già esistenti, pubblici e privati, avranno più tempo, ma poche esenzioni. La direttiva prevede anche lo stop alle caldaie a gas a condensazione. L’Italia e l’Ungheria hanno votato contro, ma il pacchetto di legge per le case green è passato (con l’astensione di Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Svezia).
Cambiano però le scadenze, che sono andate incontro agli Stati: entro il 2030 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre gli edifici esistenti avranno tempo fino al 2050. Nella tabella di marcia è presente anche l’addio alla caldaia a gas a condensazione, a partire dall’eliminazione degli incentivi fiscali.
Quando verranno abolite le caldaie a gas?
È tempo di dire addio alla caldaia a gas a condensazione. Dopo un lungo dibattito nel quale l’Italia ha votato contro, la direttiva Case green prende vita e tra le diverse decisioni prese per l’avvio del piano per raggiungere le emissioni zero del settore edilizio, compare anche lo stop all’utilizzo delle caldaie a gas.
L’obiettivo di decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento prevede una riduzione progressiva della presenza di caldaie a gas. Questo perché 2/3 dell’energia consumata in Europa a tale scopo proviene ancora da combustibili fossili. Gli edifici residenziali dovranno adeguarsi alla direttiva, seguendo una tabella di marcia impostata dall’alto. La tabella, prima del dibattito, prevedeva:
- entro il 2030 il 16% del riscaldamento/raffreddamento dovrà provenire da fonte alternativa alla caldaia a gas a condensazione;
- entro il 2035 il 20-22% del riscaldamento/raffreddamento dovrà provenire da fonte alternativa alla caldaia a gas a condensazione.
Si trattava di un obiettivo ambizioso (e costoso) e che è stato leggermente rallentato per agevolare tutti gli Stati membri. L’obbligo allo stop dell’installazione della caldaia a gas è stato così fissato al 2040. Cosa significa, nel concreto? Per il cittadino già possessore di una caldaia a gas non dovrebbe cambiare nulla, perché resterà legale l’utilizzo per gli edifici residenziali. Dal 2040 sarà invece vietata la produzione e la commercializzazione di nuovi modelli.
Stop a bonus e incentivi a partire dal 2025
Per raggiungere l’obiettivo è stata fissata un’altra data significativa, ovvero quella relativa allo stop di incentivi e bonus per l’acquisto di una caldaia. La data, a differenza di quella relativa all’abolizione, è più vicina e ha lo scopo di spingere il cittadino verso un acquisto più sostenibile ben prima dello stop definitivo alla caldaia a gas nel 2040.
Infatti a partire dal 1° gennaio 2025 verrà interrotta la distribuzione di bonus e incentivi per le caldaie. I bonus esistenti, come il bonus caldaia 2024, resterà in vigore fino al 31 dicembre 2024. Entro l’anno sarà quindi possibile acquistare una caldaia di ultima generazione, per diminuire i consumi e le emissioni della residenza privata.
Al loro posto i singoli Stati potranno spostare i fondi nel piano di sostenibilità per l’agevolazione all’acquisto di sistemi di riscaldamento quali impianti ibridi e basati su energia rinnovabile, come la combinazione di una caldaia e un impianto solare termico o con pompa di calore.