Scuole a emissioni zero: la sfida delle Comunità Energetiche

Se venissero installati pannelli solari sui tetti di tutti i 40.000 edifici scolastici in Italia si potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico di migliaia di famiglie

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

L’Italia sta iniziando a esplorare nuovi orizzonti nel campo dell’energia rinnovabile, e uno dei settori in cui questa rivoluzione potrebbe prendere piede è il sistema scolastico. Sebbene ci siano ancora poche comunità energetiche basate su energie rinnovabili nel Paese, nuovi incentivi, miglioramenti nella burocrazia e prossimi investimenti stanno spingendo sempre più persone a immaginare un futuro in cui le scuole fanno parte di una rete energetica condivisa, sfruttando tecnologie pulite.

Comunità energetiche nelle scuole

Un rapporto di Legambiente ha stimato che se venissero installati pannelli solari sui tetti di tutti i 40.000 edifici scolastici attivi in Italia (con almeno 20 kW di fotovoltaico), sarebbe possibile produrre energia sufficiente per coprire il fabbisogno di oltre 400.000 famiglie in un tempo relativamente breve. In alcune parti del Paese, questo futuro è già iniziato a prendere forma.

Ad esempio, in Calabria, è stato recentemente inaugurato un impianto fotovoltaico sul tetto di una scuola che fornisce energia a un intero villaggio, San Nicola. Anche a Torino, si sta discutendo la possibilità di creare comunità energetiche che includano le scuole esistenti e future. Al Liceo Scientifico Gramsci, sono già stati installati impianti fotovoltaici sui tetti, mentre altre istituzioni hanno avanzato richieste simili.

La prima comunità energetica di una scuola a Roma

L’istituto comprensivo Laparelli di Tor Pignattara potrebbe presto diventare la prima comunità energetica del V Municipio di Roma. Il progetto per l’istituto prevede l’installazione di pannelli solari sui tetti di edifici come la scuola elementare Pietro Mancini e la scuola media di via Beccatelli, che includono anche un nido e una scuola d’infanzia comunale. Nei dintorni degli istituti sono presenti alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Questa iniziativa segue le linee guida stabilite da Roma Capitale con una delibera dello scorso dicembre, che ha creato anche un gruppo di lavoro intersettoriale dedicato alle comunità energetiche e agli impianti solari. La delibera ha stabilito che queste comunità energetiche debbano essere realizzate sui tetti pubblici, con 15 progetti, uno per ciascun Municipio, per coprire il fabbisogno di scuole o altri servizi e condividere l’energia tra i membri delle comunità energetiche, con un forte impatto sociale, coinvolgendo anche famiglie in difficoltà o case famiglie e sostenendo progetti solidali. Roma Capitale finanzierà questi 15 progetti. Questa sperimentazione anticipa la creazione di vere e proprie comunità energetiche su circa 300 scuole che saranno riqualificate nei prossimi anni attraverso il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS), che prevede già l’installazione di impianti solari. La prima comunità energetica nel Lazio è stata inaugurata a Ventotene, mentre a Roma è stata creata la prima Cer nel quartiere di Vitinia.

Le comunità energetiche

Ma cosa sono le comunità energetiche? Una Comunità Energetica costituisce un raggruppamento di individui che partecipano in modo collaborativo all’uso di energia proveniente da fonti rinnovabili e ecologiche. Questo approccio innovativo rivoluziona i modi di produzione, distribuzione e consumo energetico, ponendo un’importante enfasi sulla riduzione degli sprechi e sulla possibilità di accedere a energia pulita a costi competitivi. Questo nuovo paradigma sta trasformando radicalmente il panorama dell’industria energetica attraverso l’implementazione di soluzioni innovative. Il report “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo” realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Tea e Ipsos mette in luce come la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) possa offrire una soluzione concreta per contrastare l’aumento dei costi dell’energia, l’emergenza climatica e la povertà energetica.

Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, nelle imprese e nella società civile. Ed evidenzia buoni livelli di conoscenza delle CER. Sono state condotte, da Ipsos 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure apicali che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico.

Comunità energetiche e crisi energetica

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una soluzione potenziale per affrontare la crisi climatica, abbattere le bollette energetiche e renderci indipendenti da eventuali ricatti energetici. Le CER sono state introdotte in Europa nel 2019 con il Clean Energy Package e stanno diventando sempre più popolari. Nella crisi attuale, i Comuni trovano difficile fornire servizi ai cittadini senza aiuti dello Stato. È necessario utilizzare al massimo tutte le energie rinnovabili e promuovere lo sviluppo del territorio con attenzione alla tutela ambientale. Le comunità energetiche rappresentano un’opportunità di grande valore per una transizione energetica di successo. La politica energetica è una questione di vitale importanza, per cui semplificare le autorizzazioni è d’obbligo.

Tra le imprese, le principali opportunità individuate includono la riduzione delle bollette energetiche (62%), un aumento di immagine (25%) e una maggiore integrazione con la comunità e il territorio (20%). Tuttavia, vi è una scarsa conoscenza riguardo alle modalità e ai tempi per la realizzazione delle comunità energetiche, nonché alla quantità di investimenti necessari. Le imprese vedono nelle CER un’opportunità per superare la crisi energetica e aumentare la loro competitività.

C’è ancora da fare per le comunità energetiche a scuola

Nonostante i progressi, il quadro normativo attuale rappresenta ancora un ostacolo per la piena realizzazione di questo cambiamento. Tuttavia, come sottolineato da Legambiente nel suo manifesto “Scuole e università a zero emissioni,” ci sono molte opportunità per trasformare le scuole italiane in comunità energetiche se si semplificano gli accessi e si fornisce un maggiore supporto.

Il manifesto di Legambiente suggerisce anche di organizzare workshop formativi per aumentare la consapevolezza sui temi dell’innovazione sociale e della qualità della vita, monitorare i consumi energetici delle scuole per comprendere meglio il loro impatto ambientale e promuovere interventi di decarbonizzazione attraverso comunità energetiche rinnovabili che sfruttino i tetti delle scuole. Tutto ciò potrebbe portare a una maggiore efficienza energetica e a una riduzione dell’impatto ambientale del sistema scolastico italiano.