Comunità energetiche rinnovabili, pubblicato sul sito del MASE il decreto in vigore dal 24 gennaio

Tre anni dopo l'implementazione della direttiva europea Red II che le istituisce, le CER saranno in grado di beneficiare degli incentivi economici promessi

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il decreto che promuove la creazione e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia è stato ufficialmente pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A partire dal 24 gennaio, il provvedimento entra in piena attuazione dopo la registrazione della Corte dei Conti e l’approvazione della Commissione europea, segnando un passo significativo nella realizzazione delle direttive stabilite dalla Red II, introdotta tre anni fa.

Conformemente alle disposizioni del decreto, il Ministero avvierà, entro i successivi trenta giorni, l’approvazione delle regole operative che disciplineranno le modalità e i tempi per il riconoscimento degli incentivi. Questa procedura avverrà previa verifica da parte dell’ARERA e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici. Il GSE, in qualità di gestore della misura, attiverà i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste entro 45 giorni dall’approvazione delle regole.

Ministro Pichetto: verso la transizione energetica con le comunità rinnovabili

Il Ministro Gilberto Pichetto ha affermato con entusiasmo che le “Comunità Energetiche Rinnovabili e l’autoconsumo diffuso sono due ingranaggi centrali della transizione energetica del Paese”. Sottolinea inoltre che l’attuazione del decreto pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo tanto atteso. Il Ministro Pichetto ritiene che questa iniziativa possa veramente dare una svolta allo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, contribuendo a rafforzare la sicurezza energetica e ad avvicinare il Paese agli obiettivi climatici stabiliti.

CER: due misure per incentivare le fonti rinnovabili

Il testo propone una duplice strategia per promuovere lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel Paese. La prima via consiste in un contributo a fondo perduto, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che coprirà fino al 40% dei costi ammissibili. Questo finanziamento mira specificamente alle comunità con impianti realizzati nei comuni con meno di cinquemila abitanti, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo complessivo di due gigawatt.

La seconda strada proposta è l’implementazione di una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale. Entrambi i benefici, il contributo a fondo perduto e la tariffa incentivante, sono cumulabili, creando un ambiente favorevole allo sviluppo di un totale di cinque gigawatt di impianti di produzione di energia rinnovabile.

GSE: online risorse e informazioni per le Comunità Energetiche Rinnovabili

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha annunciato l’intenzione di fornire documenti e guide informative sul proprio sito istituzionale (www.gse.it) per supportare gli utenti nel processo di costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). In collaborazione con il MASE, il GSE lancerà anche una campagna informativa mirata a sensibilizzare i consumatori sui benefici del nuovo meccanismo.

Il primo passo di questa iniziativa è già online, presentato attraverso alcune “FAQ” che mirano a guidare cittadini, piccole e medie imprese, enti, cooperative e altri destinatari del provvedimento. Con risorse e informazioni accessibili, il GSE si impegna a facilitare il processo di adozione delle CER, fornendo un supporto completo a coloro che desiderano partecipare a questa nuova fase della transizione energetica.

GSE: simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative CER

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha annunciato che sarà presto online sul proprio sito istituzionale un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative Comunità Energetiche Rinnovabili.

Questo strumento sarà utile per i soggetti interessati a costituire una CER, in quanto consentirà di valutare la fattibilità e la convenienza economica dell’iniziativa. Il simulatore permetterà di inserire i dati relativi alla tipologia di impianto, alla potenza, alla ubicazione, ai consumi e al costo dell’energia, al fine di ottenere una stima dei benefici economici e ambientali dell’iniziativa.

Inoltre, sul sito del GSE è già disponibile una mappa interattiva delle cabine primarie su territorio nazionale. Questa mappa è utile per individuare le cabine primarie più vicine a un’area di interesse, al fine di valutare la possibilità di realizzare un impianto fotovoltaico connesso alla rete di distribuzione.

Questi strumenti rappresentano un importante supporto per lo sviluppo delle CER in Italia, che rappresentano uno strumento importante per la transizione energetica del Paese.

Tariffa incentivante per le Comunità Energetiche Rinnovabili: come funziona

Il Gestore dei Servizi Energetici ha delineato la tariffa incentivante per le Comunità Energetiche Rinnovabili, la quale comprende una componente fissa e una variabile, riconosciuta per un periodo di 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto Fonti di Energia Rinnovabile (FER).

Il valore della tariffa varia in base alla taglia dell’impianto e al prezzo di mercato dell’energia. In sintesi, la parte fissa diminuisce con l’aumento della potenza installata e viceversa. Allo stesso tempo, la parte variabile è inversamente proporzionale al prezzo di mercato dell’energia elettrica.

Ecco un riassunto dello schema di incentivazione:

  • 80 €/MWh per impianti di potenza inferiore a 200 kW
  • 70 €/MWh per impianti di potenza compresa tra 200 e 600 kW
  • 60 €/MWh per impianti di potenza superiore a 600 kW

Il regime si applica a tutti gli impianti FER, con una maggiorazione prevista per i sistemi fotovoltaici. Il decreto CER specifica un bonus di 4 euro per MWh prodotto da fv e condiviso nelle regioni del centro Italia, e un bonus di 10 euro/MWh nelle regioni del nord Italia.

Da considerare anche il corrispettivo ARERA di valorizzazione per l’energia autoconsumata, attivo fin dal programma sperimentale per le CER. Assegnato dal GSE, questo corrispettivo varia annualmente in base alle determinazioni dell’autorità, con un valore di 8,48 euro/MWh nell’ultimo anno. Si ricorda che il nuovo regime rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2027, ma potrebbe chiudersi anticipatamente raggiungendo un contingente di potenza incentivata pari a 5 GW.

Come accedere agli incentivi per le Comunità energetiche rinnovabili

Per ottenere gli incentivi previsti dal Decreto CER, è necessario presentare una richiesta al GSE tramite il suo Portale informatico, dopo essersi registrati sul sito https://areaclienti.gse.it. La richiesta deve contenere tutta la documentazione che dimostri il rispetto dei requisiti di accesso, che sono i seguenti:

  • la potenza nominale massima del singolo impianto, o dell’intervento di potenziamento, non deve superare 1 MW
  • devono essere rispettate le norme del decreto legislativo n. 199 del 2021, che disciplina le Comunità energetiche rinnovabili
  • le Comunità energetiche rinnovabili devono essere già costituite alla data di entrata in esercizio degli impianti che accedono al beneficio, e devono prevedere che le imprese possano partecipare solo se sono PMI
  • gli impianti di produzione e i punti di prelievo facenti parte delle configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile devono essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria

Incentivare le Comunità Energetiche: Dettagli del Contributo in Conto Capitale

L’incentivo qui descritto è riservato agli investitori in impianti rinnovabili con una potenza massima fino a 1 MW, inclusi nelle Comunità Energetiche e localizzati in Comuni con meno di 5.000 abitanti. Il contributo, che copre il 40% dei costi di realizzazione di tali sistemi, è soggetto a specifici limiti di spesa:

  • 1.500 euro/kW per impianti fino a 20 kW
  • 1.200 euro/kW per impianti con potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW
  • 1.100 euro/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW
  • 1.050 euro/kW per impianti con potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW

Va notato che l’IVA non è ammissibile alle agevolazioni, a meno che non sia irrecuperabile.

Il soggetto beneficiario deve presentare domanda dopo l’apertura dello sportello del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), utilizzando il Portale informatico messo a disposizione dallo stesso gestore.

Comunità energetiche: un’opportunità per l’ambiente e l’economia italiana

Le comunità energetiche in Italia potrebbero generare una riduzione di CO2 di 1,35 milioni di tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro. Sono questi i risultati contenuti in un nuovo working paper condotto dall’osservatorio Agici e Accenture.

Il rapporto mette in luce che l’Italia, che conta attualmente 86 comunità energetiche, di cui soltanto 30 sono attive, si trova in uno stato di “ritardo” rispetto al resto dell’Europa, la quale già vanta circa 9.000 comunità energetiche. Germania e Danimarca emergono come pionieri del settore, con rispettivamente 6.000 e 2.000 comunità energetiche.

Per accelerare la diffusione delle comunità energetiche in Italia, il working paper suggerisce di adottare una serie di misure, tra cui:

  • un quadro normativo chiaro e semplificato, che faciliti la costituzione e il funzionamento delle comunità energetiche
  • incentivi economici, che sostengano gli investimenti nelle comunità energetiche
  • azioni di informazione e sensibilizzazione, per promuovere la conoscenza di questo modello di produzione e consumo di energia rinnovabile

Le comunità energetiche rappresentano un’importante opportunità per l’Italia, sia in termini di sostenibilità ambientale che di sviluppo economico. Con un’adeguata strategia di promozione, il nostro Paese potrebbe colmare il ritardo rispetto al resto d’Europa e diventare un leader in questo settore.

Costituzione delle comunità energetiche rinnovabili: processo e partecipanti

Per costituire una CER è necessario individuare le aree dove realizzare gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e gli utenti con cui associarsi e condividere l’energia elettrica. Gli impianti possono essere di proprietà di uno o più soggetti della comunità o di soggetti terzi, purché restino soggetti alle istruzioni dei membri o soci della comunità.

La CER deve poi assumere una forma giuridica, che può essere quella di una società, di una cooperativa, di un consorzio o di un’associazione, e redigere uno statuto che regoli le modalità di funzionamento, di gestione e di partecipazione alla comunità.

Infine, la CER deve richiedere al Gestore dei servizi energetici l’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa, che prevede il riconoscimento di un contributo economico per ogni kWh di energia elettrica condivisa tra i membri o soci della comunità.

Vincoli sulla fornitura di energia elettrica: sfide e soluzioni

Le CER devono rispettare alcuni vincoli sulla fornitura di energia elettrica, sia per garantire la sicurezza e la qualità del servizio, sia per evitare distorsioni del mercato e della concorrenza.

In particolare, le CER devono:

  • rispettare le norme tecniche e di sicurezza previste per la connessione e l’esercizio degli impianti di produzione e di consumo alla rete elettrica
  • pagare le tariffe di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica, in misura proporzionale all’energia elettrica prelevata dalla rete
  • pagare le imposte e le accise sull’energia elettrica, in misura proporzionale all’energia elettrica prelevata dalla rete
  • pagare i contributi per il finanziamento delle attività di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, in misura proporzionale all’energia elettrica prelevata dalla rete
  • rispettare le norme in materia di bilanciamento e di dispacciamento dell’energia elettrica, in quanto responsabili dell’equilibrio tra produzione e consumo all’interno della comunità
  • rispettare le norme in materia di misura e di fatturazione dell’energia elettrica, dotandosi di contatori elettronici intelligenti e comunicando al GSE i dati relativi alla produzione, al consumo e alla condivisione dell’energia elettrica.

Chi può far parte di una comunità energetica rinnovabile

Possono far parte di una CER le persone fisiche, le piccole e medie imprese (PMI), gli enti territoriali o le autorità locali, ivi incluse le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale, a condizione che:

  • la partecipazione alla CER sia aperta e volontaria
  • i membri o soci che esercitano il potere di controllo sulla CER siano situati nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione detenuti dalla CER
  • per le imprese private, la partecipazione alla CER non costituisca l’attività commerciale o professionale principale

La partecipazione alla CER comporta il diritto di usufruire dell’energia elettrica condivisa e dei relativi benefici economici, nonché il dovere di contribuire alle spese di gestione e di manutenzione degli impianti e delle infrastrutture della comunità, secondo le modalità stabilite dallo statuto della CER.

I quattro fattori chiave per la transizione energetica in Italia

L’Italia ha l’obiettivo di aumentare la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili, in linea con le direttive europee e le esigenze ambientali. Per raggiungere questo scopo, sono disponibili importanti capitali attraverso i fondi del Pnrr e Gse, ma sono necessari anche altri elementi. Secondo Claudio Arcudi, responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa, sono quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico. Si tratta delle comunità energetiche, delle utilities, delle Pmi e del digitale.

Le comunità energetiche, come abbiamo visto, sono gruppi di cittadini o imprese che producono e condividono energia da fonti rinnovabili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla creazione di valore locale. Le comunità energetiche possono permettere alle Pmi del nostro territorio di collaborare per produrre, consumare e condividere con la comunità dove operano l’energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze.

Le utilities sono gli operatori del settore energetico, che hanno le capacità e le conoscenze necessarie ad indirizzare un approccio industriale in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano energetico nel nostro Paese. Le utilities sono i player più adatti a realizzare e gestire il nuovo servizio offerto dalle comunità energetiche, garantendo qualità, sicurezza e convenienza.

Il digitale è lo strumento che abilita il modello delle comunità energetiche, rendendolo efficiente e trasparente. Il digitale permette di misurare le performance degli impianti, di monitorare e ottimizzare i flussi di energia, di creare piattaforme di scambio e aggregazione, di implementare soluzioni di smart metering e di gestire la domanda e l’offerta in modo flessibile.

Questi quattro fattori, se integrati e coordinati, possono favorire la transizione energetica in Italia, portando benefici ambientali, economici e sociali.