Fine mercato tutelato, Adiconsum: “Attenzione alle due offerte ‘Placet’ del gas”

L'associazione dei consumatori richiama l'attenzione sulla denominazione ambigua delle due tariffe Placet, che porterebbe gli utenti a fare confusione

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il 10 gennaio ha segnato la fine del servizio a maggiore tutela del gas per le famiglie che non rientrano nella definizione di utenti “vulnerabili”. Come più volte ricordato dall’autorità regolatoria dell’energia, Arera, per coloro che non appartengono a questa categoria il passaggio ai fornitori nel mercato libero non è obbligatorio: i clienti domestici, infatti, possono sia andare alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa tra quelle proposte dagli operatori del settore, sia sottoscrivere un contratto nominata da “Placet”, oppure, senza interruzione di fornitura, attendere di finire in automatico nella tariffa “Placet in deroga” dello stesso venditore con condizioni economiche e contrattuali definite da Arera. Nonostante la denominazione di queste ultime opzioni possa fare pensare a condizioni simili, le due soluzioni “Placet” (a Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela) presentano invece delle differenze che possono incidere in modo significativo sul costo finale del gas in bolletta.

La differenza tra offerta “Placet” e “Placet in deroga”

Come spiegato da Arera sul suo sito, la legge 124/2017 stabilisce che tutti i fornitori offrano alle famiglie e alle piccole imprese almeno una proposta “standard” di fornitura a prezzo fisso e almeno una proposta a prezzo variabile in base a un indice di riferimento.

Sulla scorta della normativa gli operatori di energia sono dunque obbligati a prevedere tra le proprie tariffe un’offerta “Placet” a prezzi determinati liberamente ma con requisiti contrattuali definiti dall’Autorità, che, in sintesi, sono i seguenti:

  • le condizioni economiche (prezzo) sono liberamente decise dal venditore e rinnovate ogni 12 mesi;
  • la struttura di prezzo è stabilita dall’Autorità e inderogabile;
  • le condizioni contrattuali (ad esempio garanzie, rateizzazione) sono stabilite dall’Autorità e inderogabili.

Malgrado la denominazione sia simile, invece, l’offerta “Placet in deroga” si differenzia dalla “Placet” sostanzialmente in quanto le condizioni economiche e contrattuali sono definite dall’Arera, ad eccezione di una componente fissa annuale definita dal fornitore, e non sono decise dal venditore sia per la componente fissa che per la componente variabile. Una condizione che secondo l’analisi de Il Fatto Quotidiano, porterebbe le offerte “Placet” ad essere più costose, con rincari dal 6 al 42 per cento, rispetto a quelle “in deroga” (qui abbiamo spiegato perché chi è passato al mercato libero paga di più e qui abbiamo spiegato a quanto ammontano gli aumenti).

Come ricordato sul sito dell’Autorità, “l’offerta Placet in deroga è dedicata ai clienti domestici non vulnerabili gas attualmente serviti in tutela che non hanno effettuato la scelta di un’offerta nel mercato libero. Chi infatti, per qualsiasi ragione, non ha ancora effettuato una scelta, resterà con il medesimo venditore e avrà la fornitura garantita, ma si vedrà applicare da gennaio 2024 l’offerta Placet in deroga, con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità, ma con componente fissa annuale (Pfix) definita dal venditore stesso” (qui avevamo parlato dell’elenco delle offerte Placet del gas pubblicato da Arera).

L’ambiguità delle offerte Placet

Secondo l’associazione Adiconsum, questa distinzione non chiare tra le due denominazioni potrebbe trarre in inganno gli utenti che devono decidere cosa fare con la fine del mercato tutelato: “Risulta preoccupante che si sia scelto di chiamare Placet ambedue le offerte – ha dichiarato Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo – differenziate solo per un codice offerta comprensibile solo ai più accorti. I venditori di gas hanno sistematicamente posizionato, da quello che si evince dai dati pubblicati, la loro offerta Placet con le condizioni peggiori possibili per i loro clienti. È un tema che forse dovrebbe interessare l’Antitrust, visto che si potrebbe configurare una sorta di ‘cartello’: tutte le offerte Placet infatti sono a costi decisamente superiori alle “Placet in deroga” e alle proprie altre offerte del mercato libero».

“Quando l’operatore di un call center o una pubblicità parlerà di applicazione dell’offerta Placet così come definita dall’autorità Arera, a quale offerta si riferirà?” Si chiede l’associazione dei consumatori, che raccomanda di fare “attenzione quindi a leggere bene il codice dell’offerta e le condizioni contrattuali, per verificare che non venga applicata l’offerta Placet più sconveniente, operazione non facile su un pdf di undici pagine, scritte a caratteri microscopici”.